Il teatro Novelli di Rimini comincia dicembre all’insegna della grande prosa con “Il malato immaginario” di Molière che ha come protagonista Gioele Dix diretto da Andrée Ruth Shammah.
Dal 2 al 4 dicembre sulle assi del palcoscenico riminese la stessa regista tornerà a far rivivere la produzione che debuttò negli anni Ottanta con Franco Parenti nel ruolo di Argan, ora interpretato da Dix, che all’epoca vestiva invece i panni del giovane innamorato. Accanto al malato confinato in una sorta di limbo odoroso di unguenti e medicinali, l’attrice riminese Linda Gennari nel ruolo di Belina e a concludere il cast d’eccezione: Anna Della Rosa, Marco Balbi, Valentina Bartolo, Francesco Brandi, Piero Domenicaccio, Pietro Micci, Alessandro Quattro, Francesco Sferrazza Papa.
Shammah propone una visione dell’opera “senza tempo e di tutti i tempi”. Per saperne di più abbiamo chiesto luni proprio a Linda Gennari.
Siete partiti dalla produzione del Franco Parenti di trent’anni fa per il vostro lavoro di oggi?
«Sì il punto di partenza è stato quello e la messinscena è tendenzialmente la stessa per quel che riguarda la regia, le scene e i costumi. Essendo poi cambiato il cast, ovviamente lo spettacolo lo abbiamo fatto nostro. Abbiamo studiato i movimenti delle scene dell’epoca, ma poi sono cambiati nelle relazioni tra noi. Solo Piero Domenicaccio è rimasto nel suo ruolo di un tempo, quello del professor Fecis. La mia parte, Belina, è nata dalle indicazioni che mi ha dato la regista e dallo scambio reciproco che c’è stato. Nella compagnia si è creato un clima molto piacevole e di scambio, perché formata da bravissimi attori e belle persone. Lo spettacolo è in giro da tre anni e via via Shammah ha sempre cercato di migliorarlo facendo piccoli cambiamenti».
Com’è il tuo personaggio visto da dentro?
«Visto da dentro devo difenderla! È una bella e giovane donna che si ritrova a gestire un uomo molto più anziano di lei (per di più ipocondriaco) e finisce quindi per sembrare la sua badante, anche se colei che davvero se ne occupa è la sua serva Tonina (Anna Della Rosa). I suoi tratti caratteristici potrebbero essere quelli di un’arrivista, intenta a preoccuparsi prima di tutto per se stessa (più che per suo marito), ma la regista mi ha chiesto di andare oltre lo stereotipo e di non cavalcare questo aspetto, già scritto peraltro, per entrare davvero nel suo punto di vista e nei suoi panni. Mi diverto molto a interpretare questo personaggio».
Sei contenta di portarlo a Rimini? E che rapporto hai con la sua città?
«Sono molto felice di recitare nella mia città con questo spettacolo e questa compagnia. Pur vivendo a Roma da tempo ho mantenuto un bel rapporto con Rimini anche grazie alla rassegna Le città visibili di cui sono direttrice artistica insieme a Tamara Balducci da ormai cinque anni. La kermesse si rivolge a tutti i riminesi non solo durante il periodo estivo, ma anche nella fase che riguarda la programmazione. Chiunque fosse interessato potrà infatti contribuire alla scelta di uno degli spettacoli della prossima edizione diventando un Visionario: i Visionari sono un gruppo di cittadini non addetti ai lavori che si riuniscono, da gennaio ad aprile/maggio, per visionare gli spettacoli proposti dalle compagnie che partecipano al bando L’Italia dei Visionari e sceglierne il vincitore. È un progetto attivo già da due anni e ha riscosso grande consenso tra i riminesi: spero che nuovi visionari si affaccino a scoprirne il valore e il divertimento». (tutte le info su: www.lecittavisibili.com)HYPERLINK http://www.cittavisibili.com)/.
Che progetti hai per il futuro?
«Con l’associazione Le città visibili (nata in seno al festival) sto lavorando a una nuova produzione che sarà diretta da Cesar Brie, e poi riprenderò in primavera uno spettacolo a cui tengo molto: “Bull”, testo contemporaneo di Mike Bartlett, prodotto sempre dal Teatro Franco Parenti di Milano e con la regia di Fabio Cherstich. In scena con me ci sono Pietro Micci e Alessandro Quattro (già colleghi ne “Il malato immaginario” ndr) e Andrea Narsi. Chissà, spero di poter venire a Rimini anche con questo spettacolo che considero un piccolo gioiello, ne sarei davvero felice».
Spettacoli venerdì e sabato ore 21; domenica ore 16. Info: 0541 793811.
Alice Incanto