Lo sviluppo sostenibile delle attività di pesca ed acquacoltura, anche in Emilia-Romagna, passa attraverso un costante dialogo con la ricerca scientifica. E’ questo l’assunto alla base degli obiettivi emanati dalla Commissione Europea e che vengono coordinati, mediante il FLAG, dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e dalla Regione Emilia-Romagna. In particolare con l’azione 4.c. “Reti e governance” del Piano di Attuazione, il FLAG Costa dell’Emilia-Romagna, guidato da DELTA 2000, promuovendo reti di relazioni tra il mondo della ricerca, gli operatori del settore e il pubblico, ha attivato gruppi di lavoro partecipativi tra il mondo scientifico, produttivo e gli enti pubblici. Diversi incontri sul tema della governance e importanti relazioni stilate da rappresentanti del mondo della ricerca e della produzione ittica stanno facendo chiarezza su diversi problemi legati a questo particolare settore produttivo, tra cui le evoluzioni dello stato trofico del sistema padano-adriatico e le variazioni degli stock ittici attuali richiedono una grande attenzione e una attenta programmazione tecnica e scientifica. A seguito del primo tavolo di lavoro che si tenne a Cesenatico nel novembre scorso, coordinato da Attilio Rinaldi, Presidente del Centro di Ricerche Marine di Cesenatico, furono evidenziati diversi temi sui quali approfondire le conoscenze e conseguentemente variare le tecniche di settore.
Il Prof.Pierluigi Viaroli dell’Università di Parma, in relazione alle tendenze degli apporti trofici generati nel bacino del Po, ha descritto le profonde modificazioni idro-morfologiche del bacino stesso, lo spopolamento delle aree rurali e montane e ha analizzato le variazioni dei carichi di azoto e fosforo convogliati in Adriatico, elencando al contempo numerosi problemi ancora aperti. Tra i quali i tempi di risposta del sistema Padano-Adriatico alle modificazioni citate, le possibili azioni per ridurre il carico dei nutrienti sfruttando le reti dei canali di bonifica (oltre 50mila km.) della Pianura Padana, il ruolo degli scolmatori di piena e la necessità di rivedere ed eventualmente riprogettare tutto il comparto agro-zootecnico.
La Dott.ssa Carla Rita Ferrari di Arpae-Daphne, nel sottolineare che la variabilità degli apporti padani si ripercuote sugli andamenti annuali della clorofilla, principale indicatore di biomassa fitoplanctonica, ha evidenziato che il rischio eutrofico e i fenomeni di anossia sono più elevati al nord rispetto al sud della costa e che nel periodo 1983-2017 le analisi sui nutrienti confermano una progressiva diminuzione del fosforo e una stabilità dell’azoto, con un apprezzabile aumento in corrispondenza del delta padano.
Il Dott. Alberto Santojanni del Cnr di Ancona, affrontando il tema degli stock ittici nell’alto adriatico, ha descritto i metodi di pesca e i modelli di dinamica, sottolineando la variazione di taglia ed età dei alici e sardine ed attribuendo tali modificazioni ai minori livelli di qualità e quantità delle risorse alimentari a disposizione di queste specie ittiche.
Per Giuseppe Prioli, Presidente del Consorzio Mitilicoltori dell’Emilia-Romagna, la produzione di mitili nella nostra regione ha raggiunto e superato le 20mila tonnellate, un aumento che riguarda anche la superficie di mare adibita a maricoltura dai 500 ettari del 1987 agli attuali 4.500 ettari. Tra gli obiettivi elencati, l’adozione di nuove tecnologie di allevamento, la diversificazione delle produzioni e la valorizzazione dei servizi ambientali forniti dalla molluschicoltura, come l’assorbimento di azoto e fosforo e il sequestro di Co2.
Alla luce di queste considerazioni, nel corso del prossimo incontro, che si terrà il 15 marzo al Centro Ricerche Marine, si cercherà di far luce sulle azioni possibili per ridurre il carico di nutrienti e sull’efficacia degli interventi di controllo e riduzione degli stessi, sulla valutazione del ruolo delle reti fognarie e dei depuratori e sui possibili effetti del cambiamento climatico e quindi sulle crisi idriche (piene catastrofiche, piene lampo, secche estive) rivedendo al contempo una potenziale riprogettazione del comparto agro-zootecnico. Sul piano dello stato trofico dell’Adriatico si estenderà l’analisi delle serie temporali al comparto più propriamente biotico, verificando le tendenze in atto nelle acque di transizione dove si concentrano gli allevamenti di molluschi, dai bloom microalgali all’incidenza delle microalghe che producono tossine. Parallelamente, dal lato della produzione, si approfondiranno l’analisi delle cause della diminuzione degli stock ittici, della riduzione dei livelli trofici e dei minori livelli di qualità e quantità delle risorse alimentari disponibili. Infine, verrà chiarito il ruolo sempre più rilevante della molluschicoltura in termini di impatto (positivo e/o negativo) nella dinamica di assorbimento e rilascio di nutrienti, e dell’individuazione di specifici parametri legati alla definizione del Buono Stato Ecologico, ai sensi della Direttiva 2000/60 WFD.