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RiccioneSì: “Studio Boeri per ora immagine sfocata e lontana”

L’associazione “RiccioneSì!” prosegue con le sue iniziative per rivitalizzare il dibattito pubblico sui temi che le sono cari, tra cui gli approfondimenti sulle questioni socio-culturali, lo sviluppo della democrazia inclusiva, la cura dell’ambiente come risorsa permanente e il tema dei beni comuni.

Dopo il primo incontro sul tema del futuro dell’area del Marano, nel quarto appuntamento si è tornato ad affrontare il tema “territoriale”, con una delle zone più significative della riccionesità: viale Ceccarini. Tema complesso affrontato dai due relatori invitati: il presidente del Consorzio d’Area “Viale Ceccarini” Maurizio Metto e il fondatore e amministratore delegato di “Bertone Design Italia” Aldo Cingolani.

Metto ha svolto un’analisi attenta della situazione attuale senza nascondere le criticità che, se non risolte, renderebbe difficile quella rivitalizzazione che tutti si auspicano. Mentre l’offerta del “food & beverage” si sta rinnovando ed è all’altezza delle aspettative di chi passeggia per il viale, l’offerta commerciale è più in difficoltà nel trovare la chiave di volta per presentarsi con quell’innovazione, visibilità, eclettismo ed eccellenza, che servono oggi. Le grandi marche, almeno quelle che già c’erano, hanno scelto altre vie meno dispendiose rispetto alle sedi in luoghi rappresentativi o esclusivi, come viale Ceccarini, che hanno alti costi per locazioni e personale specializzato.
Le piattaforme d’acquisto online permettono scelte personalizzate e l’acquisto diretto; inoltre i vari punti vendita concentrati sono a loro volta convenienti e facilmente raggiungibili. Ci vorrebbe dunque una visione complessiva lungimirante e anticipatrice che in partnership pubblico-privato crei un orizzonte e una direzione, ma purtroppo, ha evidenziato Metto, manca.

Purtroppo anche l’ordinaria manutenzione del viale e delle zone limitrofe è in sofferenza perchè servirebbero più prontezza e accuratezza nella gestione del quotidiano. E a proposito dei fatti di violenza giovanile di questa estate, il presidente del Consorzio ha chiesto azioni comunicative significative attraverso ogni media per una rassicurazione che eventi simili non si ripeteranno nella prossima stagione.

Cingolani ha portato la sua visione di consulente e progettista nel mondo del “luxury” classificando Viale Ceccarini come un “brand” e descrivendolo come un palcoscenico con quinte in cui far accadere delle cose che abbiano la forza di richiamare la voglia di nuove esperienze e scoperta di turisti e riccionesi. Utilizzando strutture sostenibili, non “usa e getta” ma riutilizzabili, modulari, attente ai materiali innovativi e pronte alla rivoluzione digitale.
Sì, dunque, ad investimenti infrastrutturali, ma anche al dibattito sui contenuti, poiché il “salotto” non sia solo un contenitore di cose, ma siano chiari i contenuti per animarlo e farlo vivere.

Grande sforzo di concretezza e realismo dunque, da parte dei due relatori, senza cercare capri espiatori. Ma è stata molto importante anche la parte degli interventi dal pubblico, che hanno raccontato il proprio vissuto e i legami con questa parte della città e riferito esperienze dirette a proposito della difficoltà di pianificazione. Significativo l’intervento dell’architetto navale e imprenditore Massimo Franchini che riferendosi alla personale partecipazione alla realizzazione del “masterplan” dell’area portuale riccionese, ha raccontato con energia e passione le incoerenze e le incomprensioni che accompagnano simili progetti.

E anche a proposito dello Studio Boeri, commissionato dall’Amministrazione comunale, a proposito del Distretto Ceccarini (detto il quadrilatero, l’area del centro che va dalla ferrovia al mare e dal porto al viale Cesare Battisti) che è stato sommariamente presentato come il primo quartiere d’Europa energeticamente autosufficiente, i presenti hanno dichiarato di non avere avuto possibilità di approfondirne la conoscenza e che con le prossime elezioni comunali alle porte, per ora resta un’immagine sfocata e lontana.

“Da quanto emerso appare che Riccione si stia muovendo da decenni tra due opposte visioni – commenta, a conclusione dell’incontro, la presidente di “RiccioneSì” Silvia Foglino –: una è quella localistica, fondata sulla piccola-media imprenditoria individualista, capace di adattarsi al vento che tira e che costruisce giorno per giorno il proprio destino, che è poco attratta da ciò che non conosce e non si fida delle ‘lucciole’ del pionierismo delle grandi svolte e dei mega progetti innovativi, anche per il timore di scardinare gli equilibri consolidati e i privilegi conquistati. L’altra è quella visionaria (più rara) che anticipa mode e determina costumi, che accetta sfide, crede nello sviluppo continuo ed è capace di fare gruppo rinunciando a parte della propria autonomia per crearne una più allargata. Tutte e due sono scelte dignitose ma necessitano entrambe di sostegno e risorse. A risorse limitate, a chi dare la ragione? Questa risposta ovviamente non attiene a noi, ma come associazione culturale, e come ripetuto ormai tante volte, vogliamo rianimare il dibattito cittadino sui temi più importanti. E il pubblico che ci segue tutte le volte, ci sta facendo capire che forse siamo nella direzione giusta. Proveremo a fare sempre meglio”.

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