“Tutti possono imparare la tecnica del disegno o della pittura. Ma essere un artista è un’altra cosa: significa sentire nella propria carne l’urgenza di esprimersi attraverso il segno, attraverso l’opera delle proprie mani. E per realizzare questo sogno, c’è un prezzo da pagare, fatto di sacrificio e di passione”. Parte dalla figura dell’artista in carne ed ossa, il primo dei cinque laboratori con i ragazzi delle scuole che il pittore Davide Frisoni ha in programma a Villa Mussolini, a corollario della sua mostra “Urban Landscape” (aperta fino a domenica 27 novembre, ingresso libero). Giovedì mattina Frisoni ha incontrato le prime due classi, due terze medie dell’Istituto comprensivo di Pennabilli e Sant’Agata Feltria, accompagnate dalle loro insegnanti di arte, italiano e matematica, Simonetta Santucci, Martina Brizzi e Antonietta Corbelli.
I ragazzi affrontano quest’anno, con un approccio che collega le varie discipline, la figura dell’artista, dell’autore in genere, la cui produzione richiede sempre fatica, lavoro, ripensamento. Temi centrali – lo ha spiegato lui stesso – anche nella storia personale oltre che nella produzione artistica. Dopo la visita guidata all’esposizione, dove trovano spazio una serie di opere realizzate a spatola, l’artista ha mostrato agli studenti l’ultima sezione, quella di opere interamente disegnate sul grande touch-screen di un’enorme tavolozza elettronica, che coniuga la libertà del segno manuale inciso sulla carta o sulla tela con l’immediatezza del disegno elettronico e con la stampa anche su grandi formati.
La mostra personale dell’artista Davide Frisoni è proposta dall’Istituzione Riccione per la cultura.
