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Riccione verso il nuovo Spazio Tondelli: poltrone a scomparsa per adattarsi agli spettacoli

“Domani l’amministrazione incontrerà la ditta che si è aggiudicata i lavori per il nuovo Spazio Tondelli e metteremo in calendario l’inizio dei lavori. Siamo arrivati insomma alla data della cosiddetta prima pietra di questa importante ristrutturazione”. Lo ha annunciato l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Riccione, Lea Ermeti. Come è noto l’aggiudicazione dei lavori è stata alla ditta A.T.I. P.R.L. S.R.L. per la ristrutturazione edilizia della sala per pubblico spettacolo, denominata appunto Spazio Tondelli.

L’investimento complessivo è di 600 mila euro. Iniziano a prendere forma anche gli allestimenti interni come da progetto messo a punto dall’architetto Anton Luca Nannini. In particolare sono state già individuate le caratteristiche che dovranno avere le sedute per il pubblico: poltroncine ovviamente ergonomiche, 300 in posizione fissa che chiuse eventualmente potranno scomparire alla vista diventando una sorta di installazione, e 90 amovibili completamente (in gruppi di 4) che all’occorrenza possono essere conservate nei 400 metri di magazzino. Le poltroncine saranno disposte in file da 15 per 20 file, e saranno di colore antracite, così come il pavimento.

“Il colpo d’occhio sarà di pieno/vuoto avendo scelto un colore che di fatto rende lo spazio modellabile sulle esigenze sceniche del teatro moderno – spiega l’assessore Ermeti -. Il nero antracite permette l’utilizzo della sala dello Spazio Tondelli come un’unica grande scena che si modella in base alle esigenze della rappresentazione e non viceversa come avviene nel teatro classico o di tradizione. Il Tondelli sarà un teatro, probabilmente il primo e unico in Italia, in cui lo spazio si modellerà e cambierà per mettersi al servizio dell’espressione teatrale stessa. Ecco che vi è stata l’esigenza di progettare uno spazio in cui anche il pubblico possa trovare collocazioni diverse in momenti diversi. La parola d’ordine è stata modellare lo spazio, allargare o ridurre le quinte, trasformare il palcoscenico per dare massimo spessore all’espressività della rappresentazione”.

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