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Riccione, Sabrina Vescovi: “Che fine ha fatto il villino Caccetta?”

Il capogruppo del Pd in consiglio Comunale Sabrina vescovi, fa il punto sulla vendita del “Villino Cacetta”.

“A seguito di interpellanza presentata il 7 marzo scorso, avente ad oggetto la vendita del villino pater (caccetta) di via Latini, l’assessore Santi rispondeva che si sarebbe andati a rogito entro il 30 aprile così come previsto dall’accordo sottoscritto fra le parti a seguito di vendita a trattativa privata determinata dalla giunta Tosi nel 2015. Per la vendita il comune ha già incassato un acconto di 222.000 euro.

Nessun rogito risulta ad oggi stipulato. Il villino Pater diventa quindi un mistero.

Oggetto peraltro di una “strana” delibera di giunta del 5/4/2019 in cui, in modo tardivo e sorprendente, si prende atto dello stato di fatto delle esistenze e delle consistenze. In sostanza: quanti metri quadri è la proprietà e come è fatta.

Viene da chiedersi quindi: ma cosa si saranno impegnati a vendere  quando si è firmato il preliminare di compravendita con la società di privati, se ancora oggi il comune è corso ai ripari con una delibera di giunta in cui si dichiara che data l’impossibilità di reperire la documentazione presso gli archivi si esclude che ci siano opere abusive?

Ricostruire la documentazione è opera ardua ed è comprensibile. Immaginiamo quindi quanto sforzo sia stato richiesto agli uffici per arrivare alla vendita.

Date le informazione, appare però chiaro, che per quella vendita non c’erano le condizioni. Altrimenti oggi il rogito sarebbe fatto.

È evidente che la volontà politica di questa giunta di fare cassa svendendo il patrimonio comunale, anche quando non ci sono le condizioni tecniche per farlo, è una ossessione. Si ricordi a tal proposito anche la svendita della sede CGIL.  Di fatto, malgrado i proclami, il villino pater rimane lì. Un buco nero nella città.

Il rogito non è stato fatto. Qualcuno dovrà spiegare ai riccionesi cosa succede. A questo punto, non avendo il comune rispettato il preliminare di compravendita, ci dobbiamo aspettare che la società acquirente faccia ricorso per risarcimento danni e chieda la restituzione dei 222.000 euro di caparra?

Quando la volontà dei politici interviene in modo arrogante sui procedimenti amministrativi questo è il risultato. Doveva venderla a tutti i costi. Sarà un problema serio per  i Riccionesi.”

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