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Riccione, i rapinatori dei supermercati traditi da WhatsApp

I rapinatori  avevano colpito due supermercati in sei giorni: al Conad Rio Agina di Misano (25 gennaio, bottino 4.500 euro) e al supermarket via Catullo a Riccione (31 gennaio, 2.000 euro).

Ma le indagini dei Carabinieri, sospettando di fratelli siciliani residenti in Toscana, hanno individuato alcuni messaggi WhatsApp che hanno permesso di capire anche come venivano organizzati i colpi. In occasione di entrambi e sempre verso l’orario di chiusura, poco prima della rapina si era presentata una coppia con fare sospetto, soprattutto in prossimità della cassa. Da qui, presumibilmente, avevano dato il via libera al rapinatore via telefono, risultato il fratello dell’uomo alla cassa. Nella seconda rapina le parti si invertono, come registrato dalle telecamere di sicurezza. Il “palo” diventa rapinatore, e viceversa.

Una banda ben organizzata, prudente nelle fughe, creando basi di appoggio nelle vicinanze in modo di potersene andare a piedi. I due fratelli, P.A., ed E.A.A., di 31 e 28 anni, entrambi palermitani, avevano diversi precedenti per rapine e ne stavano progettando altre, dopo quella già compiute a Riccione e Misano.

Ma non è bastato. Fermati mentre passeggiavano per Riccione, i due fratelli sono stati riconosciuti dalle cassiere rapinate, nonostante si fossero camuffati. E alla fine uno dei due ha ammesso le proprie responsabilità. Inoltre durante le perquisizioni sono stati recuperati tutti gli abiti usati durante le rapine, due coltelli a serramanico e denaro contanti. La donna, compagna di uno dei due e di nazionalità peruviana, al momento non risulta indagata.

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