E’ deceduto all’età di 93 anni Tommaso Enio Dellarosa, per tutti Ennio, Sindaco di Riccione dal 1953 al 1957, più volte assessore prima e dopo il mandato da primo cittadino, oltre che dirigente di primo piano del Partito Comunista di Riccione.
Appartenente ad una famiglia antifascista e con il padre attivista del PCI in clandestinità, la militanza di Enio Dellarosa inizia da giovanissimo, nel 1943, quando, insieme ad altri compagni della zona Abissinia, costituisce un gruppo di giovani comunisti.
Sono gli anni della fine della guerra, della costituzione dei Comitati di Liberazione Nazionale e dell’insediamento dei Sindaci eletti con le prime elezioni democratiche del 1946, che a Riccione portano sulla poltrona di primo cittadino Gianni Quondamatteo. Ennio è protagonista della vita politica e amministrativa cittadina, negli anni della ricostruzione del dopoguerra, caratterizzati dal punto di vista politico dall’insediamento sociale e dall’organizzazione capillare del Partito Comunista Italiano, e dal punto di vista amministrativo da un grande lavoro di programmazione e realizzazione delle fondamenta che daranno vita alla Riccione del futuro.
La vita politica e quella amministrativa erano strettamente intrecciate.
Erano gli anni del dopoguerra, della ricostruzione, dello sviluppo della Camera del Lavoro, della Cooperativa Edile di Riccione e di quella di Consumo, tutte organizzazioni legate a doppio filo al PCI, che nel frattempo dava gambe ai progetti politici con l’azione dei suoi amministratori, tra i quali Ennio, primo cittadino per quattro anni.
Negli anni Cinquanta Riccione si trasformò e passò dagli iniziali 10mila ai 16mila abitanti di fine decennio, perlopiù provenienti dall’entroterra che con le rispettive famiglie si insediarono in riviera. Iniziavano gli anni del boom, demografico, economico, turistico della città.
Si può tranquillamente affermare che Ennio fu protagonista assoluto di quella fase storica, sia come politico che come amministratore; la sua militanza continuò anche successivamente, seppur da semplice iscritto del PDS, DS e PD. Non mancava di passare assiduamente in sede fino a quando le condizioni di salute glielo hanno permesso e di essere presente soprattutto in concomitanza delle iniziative di campagna elettorale, quando non mancava mai di raccontare piacevolissimi aneddoti del passato. Mancherà Ennio, a Riccione, al suo partito e soprattutto alla sua famiglia.
Lascia la moglie Magda e i figli Fabio, Maurizio e Stefano.
Fabio Galli
(In foto Ennio con la moglie, alcuni nipoti e pronipote in occasione di una festa di compleanno)