Lo scorso 22 dicembre a Riccione ha inaugurato “Losteria del Pesce by KFO”, ultima creazione dell’imprenditore della ristorazione Gabriele Urbinati aperta sulle ceneri del vecchio Frankly.
Il locale, con annesso laboratorio gastronomico per la preparazione artigianale di tutti i prodotti, ha inaugurato al civico 113 di viale Ceccarini, ma soltanto oggi, 26 dicembre, ha aperto ufficialmente al pubblico.
“L’offerta culinaria, avvinta – come le precedenti esperienze – alla tradizionale cucina di pesce – spiega Urbinati – si basa su tre principi essenziali: tecnica, innovazione e tradizione. Tre punti cardine così come tre sono le anime – tutte con prestigiose credenziali – che compongono questo ambizioso progetto: in primis, il pugliese Cosimo Milanese, delegato regionale Ristoworld Italy e chef-excutive di molti locali stellati”.
Specializzato in chimica degli alimenti e cucina scientifica, Milanese è un tecnico Sous Vide presso l’istituto Enrico fermi di Bastia Umbra. In questa nuova esperienza, sarà affiancato dall’emergente Stefano Paci (discendente della storica pasticceria “Vecchi” di Rimini) formatosi nelle Hell’s Kitchen del masterchef scozzese Gordon Ramsay. La terza mente del progetto è lo chef Vincenzo Cammerucci, creatore nei primi anni ’90 del Bistrot Claridge, per cinque anni simbolo della ristorazione della riviera romagnola e, da tanti anni, punto di riferimento per molti giovani chef. Cammerucci è stato anche un precursore del “chilometro zero”, ovvero il format del ristorante con annessa azienda agricola in cui coltivare – in proprio e secondo processi rigorosamente bio – tutte le materie prime.
Tra i “plus” del nuovo locale, oltre alla cucina marinara proposta tra avanguardia e tradizione, un ricco menù dedicato ai celiaci. “Non una semplice selezione di piatti, ma quasi l’intero menù (certificato AIC) proposto in versione gluten-free con materie prime di altissima qualità”, si sottolinea.
Gli inserti di design de “Losteria del Pesce” sono state curate da Alessandro Baronciani, illustratore pesarese che ha dipinto le tovaglie del locale abbinando i tratti tipici della tradizione romagnola a motivi ornamentali più contemporanei.