La toppa peggio del buco: ci sarebbero state irregolarità amministrative da parte degli uffici comunali nella pratica che riguarda il sindaco di Riccione Renata Tosi per un abuso edilizio che era emerso un anno fa. Questo secondo un esposto depositato ala Procura della repubblica da tutti i gruppi di minoranza in Consiglio comunale: PD, Patto Civico e M5S.
La vicenda riguarda un tetto più alto di alcuni centimetri e una finestra che diventa una porta: un piccolo abuso edilizio commesso 18 anni fa, ma pesante dal punto di vista politico, perché commesso nella casa di Renata Tosi. Tanto più che la notizia arriva a fine maggio 2017, nel pieno della campagna elettorale che si concluderà con la rielezione della Tosi a sindaco di Riccione.
Renata Tosi aveva commentato a suo tempo: «Far trapelare, a pochi giorni dalla elezioni, la notizia che a momenti a me, alle mie sorelle e a mio fratello ci sarà recapitata la notifica di un avviso di garanzia per abuso edilizio, rinforza quella brutta sensazione che sembra dire che la mia ricandidatura va ostacolata con ogni mezzo. Cosa che non mi spaventa per nulla. Così come ho più volte detto, né fa venire meno la mia convinzione sempre più forte che i riccionesi sapranno riconfermarmi il loro consenso e la loro fiducia».
Così è stato, ma ora la storia si arricchisce di un nuovo capitolo. Secondo l’esposto delle minoranze, la famiglia Tosi avrebbe, dopo essersi vista respinta la richiesta di archiviazione, cercato di evitare una sanzione da 38 mila euro richiedendo in Comune una Scia (segnalazione certificata di inizio attività) in modo di dover pagare solo gli oneri urbanistici, circa 2 mila euro. La Scia è poi stata effettivamente rilasciata dal settore Edilizia privata del comune, diretto da Vittorio Foschi e la cui delega assessorile è detenuta proprio da Renata Tosi.
Nell’esposto, contro ignoti, si sostiene che quella Scia non poteva essere rilasciata, dato che si era in presenza di un abuso edilizio non sanato e quindi di un reato contemplato dal codice penale.
«Prendo atto che questo è il loro modo di fare politica e me ne rammarico», commenta Renata Tosi sentita dal Corriere Romagna. E aggiunge: «Il ruolo della magistratura dovrebbe essere ben altro piuttosto che doversi occupare di esposti che appaiono più dispetti che altro».
Al sindaco Tosi arriva subito la solidarietà di Andrea Bedina, Capogruppo della Lega in Consiglio Comunale:
«Apprendiamo dalla stampa odierna che i Consiglieri Comunali di tutti i gruppi di minoranza, per mezzo dei loro Capogruppo, hanno presentato un esposto contro il Sindaco Renata Tosi per un presunto insabbiamento di pratiche riguardanti l’abuso nella proprietà privata della sua famiglia. Ci riferiamo ovviamente alla “famosa” mansarda e ai 19-20 cm di -abuso edilizio- di cui abbiamo già sentito parlare in campagna elettorale esattamente un anno fa.
Ma stavolta c’è anche di più. Al Sindaco, infatti, verrebbe contestato un presunto insabbiamento e omissione di atti interni al Comune al fine di cancellare le prove di questa operazione di ampliamento, sfruttando la carica di Sindaco e di Assessore competente come corsia preferenziale per i suoi privati interessi».
«Restiamo esterrefatti e al tempo stesso basiti per questo ennesimo attacco personale portato ai danni del Sindaco: un’opposizione seria, o che almeno dovrebbe definirsi tale, invece di attaccare e contestare il Primo cittadino nel suo privato dovrebbe controllare e dibattere sull’operato del governo cittadino e magari, a volte, avanzare anche qualche idea giusta, sensata e concreta».
«Insistere sugli attacchi privati (stavolta con l’aggravante dell’omissione d’atti d’ufficio) denuncia una evidente incapacità di fare una reale opposizione politica sui contenuti e sulle opportunità di sviluppo della nostra città.»
«Esprimiamo, quindi, totale solidarietà al nostro Sindaco Renata Tosi, confidando nella Magistratura e augurandoci che questo sia l’ultimo atto di questa misera e ridicola farsa».