Il Comune di Riccione ha vinto il ricorso al Tar sulla chiusura della sala da giochi Bingo Riccione in Via Gabriele D’Annunzio. 70. I gestori avevano fatto ricorso chiedendo la sospensiva delle delibere del Comune di Riccione che impedivano l’attività della sala da gioco. In particolare i gestori della sala da gioco contestavano il “Regolamento Comunale per la prevenzione e il contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco d’azzardo lecito” e la mappatura dei luoghi sensibili dove non è più possibile entro 500 metri da scuole, ospedali e centri di aggregazione giovanile aprire nuove sale bingo e sale scommesse, né installare nuove macchinette negli esercizi pubblici.
Per tutte le Sale Bingo e Videolottery che attualmente sono entro il limite dei 500 mt, è previsto l’obbligo di spostare la propria sede o di eliminare le slot machine, entro sei mesi dal ricevimento della comunicazione del Comune.
I giudici del Tar di Bologna hanno respinto la richiesta di sospensiva ritenendo, “ad un primo, sommario esame della causa, che il ricorso non contenga elementi per ritenerne ragionevolmente prevedibile un esito favorevole per la ricorrente, tenuto anche conto che i motivi del ricorso principale…..erroneamente considerano l’atto comunale di rideterminazione della mappatura dei luoghi sensibili quale atto pianificatorio in materia urbanistica e di uso del territorio e non quale atto meramente ricognitorio di tali luoghi adottato in diretta applicazione della specifica disciplina regionale concernente la lotta alla patologia della “ludopatia” di cui alla L.R. Emilia – Romagna n. 5 del 2013.”
Ma soprattutto il Tar “Ritiene inoltre che, nel caso di specie e nella necessaria valutazione dei diversi contrapposti interessi in gioco, appare preminente quello pubblico di cui sono portatori il Comune e la Regione resistenti diretto a contrastare il dilagante fenomeno della ludopatia rispetto a quelli, pur rilevanti e meritevoli di considerazione, sottesi alla presentazione del ricorso e agli atti d’intervento “ad adiuvandum” le ragioni della ricorrente”.
La gestione ha già annunciato ricorso al Consiglio di Stato.
La gestione lamenta anche le mancate risposte da parte del Comune di Riccione su eventuali altre soluzioni sul territorio comunale. Il rischio della chiusura è sempre più concreto, dopo questa sentenza, con la conseguente perdita del lavoro di 40 dipendenti.