Nelle scorse giornate il Comune di Riccione ha comunicato la messa all’asta dell’ex colonia Bertazzoni. A esprimere il proprio disaccordo è il Partito Democratico locale.
“La messa all’asta della ex colonia Bertazzoni è la mossa più scontata che l’amministrazione comunale potesse mettere in atto per dismettere un bene pubblico che, rappresentando un pezzo importante di storia della nostra città, secondo noi dovrebbe essere riqualificato in ottica di una destinazione che dovrebbe comunque avere una valenza pubblica. Non si contesta la dismissione di un bene in quanto tale, ma il fatto di perseguirla oggi, in un periodo storico in cui le risorse per rigenerare il patrimonio immobiliare sono ingenti, grazie al Next Generation UE.
Sono già tante le ex colonie private che tra Riccione e Rimini sono in vendita, peraltro con scarsi risultati nella conclusione delle transazioni e quindi nella futura trasformazione in strutture turistico ricettive così come previsto dalla normativa riguardante i condhotel, che rimane valida, ma che non riteniamo opportuna nel caso in questione.
Il prezzo fissato di 9 milioni produrrà quasi certamente a un’asta deserta, cosa che poi porterà l’amministrazione alla facoltà di fare una trattativa privata ad un prezzo nettamente inferiore. Il caso della ex sede della Cgil ha fatto scuola da questo punto di vista.
Un immobile pubblico quale è la ex colonia Bertazzoni a nostro avviso dovrebbe mantenere una destinazione di interesse pubblico.
I fondi che permetteranno all’Italia di mettere in campo una mole ingente di investimenti attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dovrebbero riguardare proprio la riqualificazione di strutture come la Bertazzoni, caratterizzandola ad esempio come un polo di eccellenza per quanto riguarda tutto ciò che concerne ricerche e attività che riguardano l’ambiente, il mare e la qualità delle acque. A cominciare dal mantenimento di uno spazio consono per la Fondazione Cetacea. Ma questo solo per fare un esempio in linea con le mission previste nel PNRR.
Come Partito Democratico crediamo quindi che l’operazione riguardante la Bertazzoni sia espressione di una visione miope della gestione dei gioielli di famiglia. Un ulteriore tentativo di mettere nel piano degli investimenti una voce di entrata che non ammonterà mai a quei 9 milioni previsti e che servirà unicamente a finanziare (virtualmente) l’ennesimo libro dei sogni dell’attuale amministrazione comunale”.