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PD Riccione: “Dov’era Conti quando l’ex sindaco dava lo sfratto alle associazioni?”, e cita Totò

Il Pd di Riccione interviene sulla polemica fra Famija Arciunesa e Noi Riccionesi:

“Un attacco proditorio e vile”, poche e scarne parole che riportano alla mente quelle in uso nel ventennio fascista, e che la dicono ben lunga su come Noi Riccionesi appella e definisce chi, molto semplicemente, la pensa in maniera diversa.

Del resto tanti sono gli atti messi in piedi, nella breve seppur troppo lunga passata legislatura, dalla loro ex sindaca che testimoniano come si intendesse l’esercizio del potere.

Pur tralasciando, anche se con difficoltà, gli improperi e le definizioni odierne che Noi Riccionesi esprimono sull’uscita della Famija e del presidente Lo Magro, a cui ribadiamo tutta la nostra vicinanza come già fatto più volte in passato in occasione del fattaccio, vogliamo soffermarci invece sulla non certamente casuale levata di scudi di Patto Civico e del suo candidato Conti.

Ci si chiede dove erano allora Conti & company, quando portarono ed approvarono l’atto con cui diedero, da un giorno all’altro, lo sfratto plurimo a tutto il mondo delle associazioni riccionesi.

E dove erano quando la Tosi arrivò ad affermare pubblicamente che il comune fu anche costretto a sobbarcarsi i costi relativi al consumo energetico dell’associazione stessa, salvo poi ritirarsi tutti in un muto ed imbarazzante silenzio, appena la Fameja mostrò ed esibì alla città le bollette Enel, regolarmente saldate dall’associazione ?

Semplicemente non c’erano, o se c’erano dormivano !

Comunque sia oggi i belli addormentati nel bosco si sono finalmente svegliati dal sonno e dal torpore, e preso il coraggio a quattro mani se ne escono lancia in resta, a difendere ciò che non meno di qualche mesetto fa reputavano indifendibile.

Ci chiediamo se Riccione ed i riccionesi questo meritino, se dopo essere stai governati per quasi 3 anni da una compagine che definire male assortita è davvero dir poco, oggi sentano proprio il bisogno di essere nuovamente diretti dagli stessi personaggi, di così diversa fede e provenienza politica, un variegato spezzatino che nasce pur sempre dalla medesima matrice.

Più che spezzatino, anche per dar lustro alla cucina locale, potremmo dire un gran fritto misto, composto da giovanotti di belle speranze in cerca d’autore, presunti, socialisti o ex socialisti, forzisti o ex forzisti, finiani o ex finiani, fratellastri o ex fratellastri, naturalmente tutti qui confluiti per il solo bene nostro e della città.

Il tutto ovviamente condito da un improbabile olio pugliese, quello dell’On. Trombetta, naturalmente anch’esso misto e furbescamente tagliato con olio di colza e palma.

Certo che a pensare come Totò fosse così avanti già nel 1952, viene davvero male!

(Cit. “Totò a colori”, 1952)

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