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Riccione Civica: “New Palariccione come una multi-utility, dalla Tosi solo dubbi e nessuna risposta”

Oggi torniamo – recita un comunicato di Riccione Civica – a parlare del “gioiellino” di famiglia, la New Palariccione srl. la società che gestisce il Palacongressi di Riccione e che in futuro potrà fare il “bello ed il cattivo tempo” in città”.

“Chi ha seguito le vicende recenti legate alla vita della struttura, saprà che questa amministrazione in fretta e furia durante il primo consiglio comunale (effettuato in streaming da casa) dopo i mesi di “stop” dettati dal Covid19, ha portato a termine – prosegue il comunicato – una radicale trasformazione dell’oggetto sociale della società ampliandone in modo enorme le possibilità operative”.

“Tutto questo dopo aver dichiarato in vari consigli comunali tutto ed il suo contrario. Prima la voleva svendere “era una scatola vuota”, “non aveva senso mantenere una struttura che operava con 7/8 alberghi”, poi è passata a tesserne le lodi (giustamente) e a ritirare la procedura di svendita della struttura, fino ad arrivare alla sua trasformazione in quella che sarà per la città un’azienda strategica”.

“Da oggi infatti la “New Palariccione” potrà operare in campi assolutamente nuovi e diversificati. Tra le nuove attività – continua la nota di Riccione Civica – quelle che di maggiore rilevanza sono: l’organizzazione e vendita di viaggi, la gestione ed organizzazione di servizi della ristorazione, la promozione e vendita di biglietti per spettacoli, eventi, concerti, oltre all’ organizzazione di fiere e manifestazioni con annessa commercializzazione del merchandising relativo e dedicato”.

Addirittura si è aggiunta anche la possibilità di promuovere la costituzione di nuove società ovvero l’assunzione di partecipazioni in nuove o già esistenti realtà del settore privato. Ora capirete bene che della classica attività rimarrà una parte marginale e se guardiamo in chiave futura all’impatto di queste attività sul nostro tessuto, comprenderete perfettamente quale livello di attenzione meriti da parte della città questa società. Di fatto una nuova realtà che si pone come “Player” di riferimento nel determinare non solo i contenuti offerti dalla città ma soprattutto la loro promozione”.

Ma poi, “Ora viene il bello, dovete sapere che a distanza di 2 mesi dall’atto notarile del 12 giugno 2020 e a 3 mesi dal consiglio comunale dove avvenne il controverso dibattito, ancora il nuovo Amministratore unico, non è stato nominato ed è ancora operativo il vecchio Consiglio di Amministrazione. Che fretta c’era, se dopo due mesi ancora non è stato nominato il nuovo amministratore? Perché per una pratica così importante il sindaco non ha effettuato le giuste ed accurate consultazioni preventive con le categorie economiche? Perché portarla in un consiglio che è avvenuto a porte chiuse?”

“Per noi di Riccione Civica se si fosse trattato solamente di ampliare la “rosa delle attività” non avremmo avuto alcuna preclusione di sorta ma il bello è arrivato quando il sindaco ha imposto come socio di maggioranza la figura dell’Amministratore unico (circa 80% del capitale è di proprietà comunale) che sostituirà l’attuale consiglio di amministrazione (rappresentato anche da associazioni di categoria e soci privati come: Riccione congressi, Confcommercio e Confindustria) adducendo quale motivazione il rispetto della ormai famosa “Legge Madia”.

“Ricordiamo che – sottolinea il gruppo di Riccione Civica – all’indomani della ratifica dell’atto notarile insorse in modo molto critico a mezzo stampa Gianni Indino come rappresentante di Confcommercio lamentando con fermezza di non essere stato interpellato per tempo e di non essere stato coinvolto nel percorso decisionale oltre che come socio di minoranza anche e soprattutto rappresenta una delle più grandi associazione di categoria in provincia”.  

La decisione di optare per la figura dell’amministratore unico in luogo del consiglio di amministrazione di solito porta ad un risparmio di costi per la collettività ma nel caso in questione dovete sapere che il C.d.A. costa meno di 8.000 euro annui, una cifra “davvero esigua” se guardiamo il giro d’affari che per altro è in continua e sostenuta espansione. Il caso della New Palariccione è il tipico esempio in cui la legge consentirebbe tranquillamente di continuare ad avere ad uno strumento di gestione e di controllo essenziale data la rilevanza che questa società partecipata avrà in futuro”.

“Noi in consiglio comunale votammo “No” a questa operazione e non perché volevamo impedire l’ampliamento dell’oggetto sociale ma perché non si doveva lasciare in mano ad una sola persona la gestione di questa che diventerà praticamente una “Multi-utility”. 

“Come al solito questa giunta – conclude la nota del raggruppamento politico di minoranza – lascia sul campo sempre uno strascico di dubbi e di domande irrisolte”, conclude Riccione Civica.

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