Tra poco più di due mesi l’amministrazione comunale riccionese guidata dal Sindaco Renata Tosi effettuerà il classico giro di boa di metà mandato. In un mare, quello politico della Perla Verde, abbastanza agitato.
A oggi è molto difficile ipotizzare scenari che abbiano come orizzonte l’appuntamento elettorale del 2019, anche perché due anni e mezzo sono, dal punto di vista dei cambiamenti politici, un’era talmente lunga che risulta pressoché impossibile fare previsioni. Ma non è peregrino azzardare qualche ipotesi di scenari possibili, dato l’evolversi del quadro politico odierno.
Vediamoli, specificando che essi sono esclusivamente il frutto del pensiero di chi scrive, basato su ciò che si raccoglie e si mormora nei ‘corridoi della politica’e del cosiddetto ‘palazzo’.
A caratterizzare questo primo periodo di metà mandato dell’amministrazione Tosi, non sono state solo le mancate promesse elettorali (fermare il TRC su tutte), ma anche le tensioni che si sono succedute nella compagine di maggioranza. Tensioni dovute essenzialmente alla grossa rivalità tra il Sindaco (e soprattutto il suo guru Natale Arcuri) e il Vice Sindaco Luciano Tirincanti, il quale da parte del ‘cerchio magico tosiano’ non vuole ingerenze.
L’esito di questo scontro ha prodotto in primis ingovernabilità, ma soprattutto una spaccatura profonda nei due maggiori partiti (Noi Riccionesi e Forza Italia), che ha visto alcuni fuoriusciti dare vita ad un nuovo gruppo consigliare autonomo. Di non secondaria importanza l’allontanamento progressivo dall’impegno di attivisti disillusi della Tosi e l’abbandono (con scontate dichiarazioni di circostanza) da parte di un assessore e alcuni dirigenti comunali nel corso del loro mandato.
Si dice sempre più insistentemente che il Vicesindaco, da buon ex socialista, giochi su più tavoli in vista delle prossime elezioni, dando per ‘morta’ una ricandidatura Tosi, che sarebbe ‘accompagnata’ fino al fine mandato con l’unico obiettivo, come si suol dire, di non fare danni.
I sondaggi di ‘big Luciano’ spaziano su svariati fronti. E vanno dal variegato universo ex socialista, a frequentazioni con qualche ex sindaco, passando per il Don più famoso di Riccione, fino ad arrivare a pezzi ex PD, in particolare alcuni di coloro che si riconoscono in quello che non si capisce bene cosa sia, ma che va sotto il nome di ‘Democratica’, con referente principale l’ex candidato a Sindaco Fabio Ubaldi. Il quale, in polemica contro alcuni suoi ex compagni di partito per chissà quali fantomatici complotti orditi alle sue spalle proprio insieme al Tirincanti nel 2014, ha forse pensato bene di vendicarsi alla stessa maniera, ammesso e non concesso che le sue accuse (esternate anche in una riunione della Direzione politica prima della famigerata autosospensione) fossero vere.
‘Democratica’ quindi. Ma cos’è questa entità ? Non pare un partito; forse un movimento? Oppure un’associazione, della quale però non si conoscono statuto e sede. A chi osserva pare più semplicemente un gruppo di amici che hanno dato vita ad una pagina Facebook e che periodicamente, forti dell’adesione di quattro consiglieri comunali, scrivono un comunicato stampa, il più delle volte contro il loro ex partito che contro l’amministrazione comunale verso la quale dovrebbero fare opposizione, visto che le elezioni le hanno perse e non vinte.
Che l’intendimento del buon Vice Sindaco sia quello di tentare di mettere insieme una ‘grande ammucchiata’ ? Probabile. Potrebbe provare a comporre un puzzle con Forza Italia, il gruppo di fuoriusciti di ‘Unione civica riccionese’, un po’ di scontenti della Tosi e i fuoriusciti dal PD.
Impresa ardua forse, ma non impossibile. Più dura sarà raccontare agli elettori come tenere insieme tutto e il contrario di tutto. Il nome del potenziale candidato Sindaco? Far credere a tutti di esserlo potenzialmente, per farlo in realtà lui stesso, anche se pare che un giovane puledro su sui puntare ci sia: l’attuale assessore allo sport Carlo Conti, figlio del famoso ex portiere Paolo, già in odor di candidatura nel 2014, poi sfumata.
Nel centrodestra dovranno comunque fare i conti col primo cittadino uscente, che si dubita vorrà lasciare il ruolo alla chetichella. Forte, se non del consenso (perché su quello i dubbi in primis li hanno i ‘suoi’ uomini), del potere che comunque un Sindaco tende ad esercitare fino all’ultimo giorno. E non è detto che ciò non condizioni anche il destino dei suoi stessi compagni di viaggio.
Nell’altro campo, il centrosinistra, ad eccezion fatta per il Partito Democratico, non vi è nulla: il vuoto assoluto. Pare non esistano nemmeno più quelle formazioni politiche come Sel e ‘Sinistra Unita’ che erano capaci di raccogliere, seppur in modo limitato, una fetta di consenso più radicale. Desaparecidos.
Il PD, se vorrà seriamente candidarsi alla guida della città, dovrà fare i conti con tre problemi che oggi ha.
Primo, questa eterna diatriba interna con gli aderenti alla sopracitata ‘Democratica’.
In politica, in generale, una questione così va risolta ad onor di chiarezza (come del resto hanno fatto i fuoriusciti dei due partiti di centrodestra): o si ricompone la frattura (da osservatore esterno appare improbabile) oppure va consumata una rottura definitiva, forse dolorosa, ma che almeno porterebbe chiarezza verso l’opinione pubblica. Perché chi segue le vicende politiche fatica a comprendere. E gli elettori rischiano di essere disorientati nel vedere parlare il PD ‘ufficiale’ ed altri che a nome dello stesso PD, dicono la loro per sparare contro il loro stesso (ex?) partito. Non può funzionare. Ne va di quella che è una delle caratteristiche più importanti che chi si candida a governare deve avere, e cioè l’affidabilità.
Risolta questa vicenda, occorrerà che quella che ad oggi è ancora la maggior forza politica cittadina, seppur all’opposizione, faccia un grande lavoro di elaborazione di un programma politico che guardi alla Riccione del futuro, con pochi punti di proposta per il governo della Città , ma che siano di vera prospettiva e realizzabili. Questo ci si aspetta da chi si ritiene solo momentaneamente all’opposizione.
Infine, lo stesso Partito Democratico si dovrà porre il problema di come dialogare con fasce di elettori che sono delusi dall’attuale amministrazione, soprattutto operatori economici ai quali va data una prospettiva vera e coi quali andrebbe sondata forse un’alleanza in stile Rimini.
Non sarà di poco peso nel voto locale quello che sarà lo stato del partito a livello nazionale: si è visto alle elezioni amministrative del giugno scorso quanta sia stata l’influenza del ‘clima nazionale’ anche sulle vicende locali.
Il nome del potenziale candidato a Sindaco? Non filtra nulla. Forse proprio perché ad oggi i problemi da risolvere sono altri.
Nello scenario manca quella che forse è la variabile più indecifrabile, ma che probabilmente se si votasse domani mattina sarebbe paradossalmente l’unico polo elettorale definito, e cioè il Movimento 5 Stelle. Mina vagante per tutto il resto dello schieramento politico, a oggi probabilmente col vento in poppa. Ma chissà se quello stesso vento gonfierà quelle stesse vele anche tra due anni: basti ricordare il grosso consenso avuto dai grillini alle politiche del 2013, la metà del quale dissipato nel giro di un anno con il flop delle europee 2014, poi nuovamente riconquistato alle amministrative 2016. Si tratta tra l’altro di un voto di opinione, per il quale anche il nome del candidato a sindaco potrebbe contare relativamente. Forte è il consenso che si ripone in primis alla forza politica più che alla persona, proprio come accadeva in passato ai grandi partiti di massa. Anche in questo campo, nessun nome, come è normale che sia visto il ricorso a strumenti quali il web e i social (sarà ancora così anche in futuro?) ai quali ricorrono i pentastellati, e sempre molto a ridosso della data elettorale.
Un quadro politico quindi molto liquido, quello riccionese, nel quale peseranno tante variabili. Sicuramente una situazione nella quale potrà succedere di tutto e dove oggi è davvero difficile, se non impossibile, fare previsioni. L’unica che si potrebbe azzardare è forse quella che riguarda l’attuale Sindaco. La cui riconferma, quali che siano gli schieramenti ai blocchi di partenza, appare davvero improbabile.
L’Arciunes