Cerca
Home > Ultima ora Attualità > Residenza in un pollaio per non pagare. Nei guai avvocatessa

Residenza in un pollaio per non pagare. Nei guai avvocatessa

Un avvocato per non pagare oltre 25mila euro al proprietario dello studio che aveva affittato trasferisce la sua residenza in un capannone usato in passato come pollaio. La cifra è lievitata a quell’importo dopo anni di cause e  relativi interessi.

Il tutto inizia con una causa tra il proprietario dell’immobile e lo studio legale che lo ha preso in affitto. Il mancato pagamento del dovuto scaturisce in una causa civile lunga qualche anno. Lo studio legale, gestito da una avvocatessa, viene condannato a saldare il conto.

Ma neanche la sentenza del tribunale di Rimini ottiene effetti. Nel 2015 parte una prima procedura di pignoramento. L’ufficiale giudiziario scopre che l’avvocatessa non abita più all’indirizzo che aveva. Si era trasferita. Il pignoramento viene rinviato. Soltanto dopo tre anni scatta un nuovo provvedimento di pignoramento. Con sorpresa dell’ufficiale giudiziario si scopre che il nuovo indirizzo e quindi abitazione  dell’avvocatessa è in un capannone fatiscente usato in passato come pollaio. Evidente il tentativo di evitare il pignoramento di oggetti preziosi da parte del legale spostando la residenza in luogo diverso da quella reale.

Il tutto viene segnalato alle autorità ed il fascicolo finisce in Procura. Vengono indagati per falso in atto pubblico l’avvocatessa ed il dipendente comunale dell’anagrafe che ha avvallato il cambio di residenza senza adeguati controlli. La Procura aveva chiesto l’archiviazione. Contro questa ipotesi si è opposta la proprietà dell’immobile. Il ricorso è stato accolto e la partita ora è tutta aperta.

Ultimi Articoli

Scroll Up