Dopo aver “scopiazzato” l’ordine del giorno sull’ospedale Ceccarini e sulla sanità dal Pd, dopo aver imposto un ordine del giorno aggiuntivo al consiglio comunale già convocato, la maggioranza di centro destra del consiglio comunale di Riccione alla fine si è comportata come avevamo previsto. Ma come un colpo di scena finale
Rimane l’amarezza e lo sconcerto di Marina Gambetti del PD, che non si spiega per quale ragione doveva ritirare il suo ordine del giorno (nel merito condiviso anche dalla maggioranza di centro destra) per farne uno uguale (o quasi), ma unitario di tutto il consiglio.
«Pensavo che l’approvazione passasse per i contenuti e la competenza, non per il colore della casacca. Misteri della politica», commenta l’ex primario del pronto soccorso di Riccione.
Tuttavia anche questa volta la politica riccionese ha stupito. Infatti il centro destra dopo aver votato contro all’ordine del giorno del Pd all’ultimo minuto ha ritirato il suo ordine del giorno. Morale. Nessuna presa di posizione sull’ospedale e sanità di Riccione
Nel frattempo il Sindaco Tosi è sempre più impegnata nelle vicende giudiziarie. Fine indagine perla mancata ordinanza di divieto di balneazione, fine indagine per il blocco del cantiere del Trc. Due procedimenti giudiziari che salvo sorprese (sempre possibili) rischiano di mandare il sindaco di Riccione sotto processo.
La seconda fine indagine è stata comunicata dalla sindaca stessa. Gesto apprezzabile, non ha nascosto il fatto. Un po’ meno condivisibile che creda di passare da Giovanna d’Arco del Trc.
Dice il nostro sindaco: «Sono in sintesi accusata di avere usato tutte le legittime, ordinarie e democratiche armi che come cittadina, come amministratore pubblico e come comunità avevamo a nostra disposizione. Lo abbiamo fatto nel pieno e solo interesse della nostra città. Su questo e solo di questo mi sento personalmente responsabile».
Facciamo notare che fra le armi democratiche non rientrano l’occupazione di cantieri regolarmente autorizzati. Chi lo fa, normalmente viene denunciato in sede penale, perché trattasi di reato. Ne sanno qualcosa in Val di Susa, dove è in atto una battaglia ben più grande di quella di Riccione, ma dove nessun sindaco, anche il più contrario alla Tav, si è mai sognato di promuovere iniziative illegali, cercando invece di differenziarsi sempre dalle frange più esagitate.
Perché un sindaco (pubblico ufficiale) non infrange platealmente la legge, sebbene ciò possa valergli il plauso dei suoi elettori, di Red Ronnie e di Concita De Gregorio. Per quale interesse della città, vi sarebbe poi da discutere; ciascuno naturalmente ha diritto alle sue idee. Ma proprio per questo è evidente che sul Trc esiste uno scontro di opposte opinioni, ma non certo un oggettivo interesse comune di tutta la cittadinanza: che è proprio quello che un primo cittadino dovrebbe perseguire.
La Procura nella documentazione di fine indagine rende noto anche di aver inviato gli atti alla Corte dei Conti, per verificare se vi è stato danno erariale. Che l’atteggiamento del Sindaco abbia rallentato i lavori pare indiscutibile: del resto era il suo obiettivo. Che il ritardo abbia generato un rilevante danno economico, sembra altrettanto evidente.Su questo vi è comunque un contenzioso tra PMR (ex Agenzia Mobilità) ed il Comune di Riccione.
Le battaglie si iniziano, ma si debbono anche concludere. In democrazia, si prende atto, che un’opera i cui cantieri sono già avviati, anche se non è condivisa dall’ultimo sindaco in carica, si conclude. Si chiama (si chiamava?) principio di continuità dell’azione amministrativa.
L’Arciunés