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Regione, PD: “Il governo sostenga il settore della pesca”

Sollecitare il governo a salvaguardare il settore della pesca, mantenendo le misure di sostegno già in essere e prevedendone di nuove. È quanto richiesto in un’interrogazione a risposta immediata del Partito democratico al fine di sostenere la tenuta economica del settore, delle filiere ad esso collegate e la conseguente difesa di posti di lavoro. Il Pd chiede inoltre di “sospendere le rate dei mutui o che l’Agenzia delle entrate preveda la possibilità di rateizzare gli avvisi bonari delle piccole e medie imprese che svolgono attività di pesca e acquacoltura”.

“In Emilia-Romagna -ha sottolineato il Pd- la pesca rappresenta tradizione e posti di lavoro e ora sta vivendo un momento di grande difficoltà, causata principalmente dai rincari di gasolio e dalla congiuntura internazionale legata al protrarsi della guerra in Ucraina. Nell’impossibilità di sostenere i costi di lavoro e di impresa, il 14 maggio scorso oltre 80 imbarcazioni attive nel riminese con circa 200 pescatori imbarcati, hanno chiesto il disarmo degli equipaggi alla Capitaneria di porto di Rimini, interrompendo l’attività di pesca in Adriatico. Alcune associazioni di categoria hanno contestualmente inviato al governo la richiesta di convocazione di un tavolo di crisi del settore per sollevare problemi e discutere le possibili azioni da attuare”.

“Il settore pesca è in ginocchio per il caro gasolio a denunciare la grave situazione di emergenza per il comparto è la consigliera regionale Pd riminese Nadia Rossitali difficoltà dovute alla condizione dei mercati a seguito del conflitto in Ucraina, vanno ad inserirsi in un quadro già complesso, visti gli effetti dell’emergenza sanitaria e le conseguenze di una regolamentazione sia europea che nazionale restrittiva delle giornate di pesca. C’è poi il tema della mancata celerità nell’attuare misure di sostegno da parte del Governo: un’inerzia che le marinerie e la filiera imprenditoriale non possono sostenere”.

“Già nel 2021, le imprese del settore pesca attive nel Mare Adriatico e sulle coste emiliano-romagnole hanno segnalato una flessione del 20% del fatturato. Il rischio di chiusura è già di otto imprese su dieci. Non c’è bisogno di ribadire quanto questo possa comportare in termini di economia, lavoro, benessere per centinaia di lavoratori e le loro famiglie. Il disarmo degli equipaggi interrompe di fatto l’attività di pesca nel Mar Adriatico, una decisione a cui potrebbe seguire un blocco complessivo del settore, viste anche le ultime notizie che arrivano dalle marinerie di Marche e Abruzzo”.

Pronta è stata la presa di posizione dell’Assessore regionale all’Agricoltura e alla Pesca Alessio Mammi, che ha immediatamente interpellato il Ministro alle Politiche Agricole e Alimentari Stefano Patuanelli per sollecitare il Consiglio dei ministri a dare esecuzione al Dl n. 21 del 21 marzo 2022 e ad altre misure. Il pressing sul Governo per dare concretezza alle misure di sostegno ci sarà, e il prossimo 26 maggio l’argomento verrà trattato anche nel corso dell’incontro del Distretto di Pesca Alto Adriatico con gli assessori regionali del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, per conferire ulteriore forza alle richieste delle Regioni.

“Credo che in un contesto come questo il tempismo sia tutto: è urgente quindi salvaguardare la tenuta economica del comparto pesca insieme a quella di tutte le filiere collegate, sospendendo ad esempio le rate dei mutui in capo alle imprese, rateizzando gli avvisi bonari delle PMI del settore pesca e acquacoltura, dando seguito al rapido utilizzo del credito d’imposta prorogandolo al secondo trimestre del 2022. Agendo velocemente, quindi, per salvare la pesca, che rappresenta tradizione e posti di lavoro su tutto il territorio” conclude la consigliera regionale Pd.

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