Un patto da 260 milioni di euro dedicato alle fasce più verdi della popolazione emiliano-romagnola – e ribattezzato ‘Giovani Più’ – siglato dalla Regione e dai firmatari del Patto per il Lavoro per fornire ai ragazzi maggiori opportunità, competenze e servizi nella ricerca o nella creazione di occupazione di qualità, non precarie e con la giusta retribuzione.
L’accordo è stato sottoscritto dagli stessi protagonisti del Patto per il Lavoro del 2015: Regione, Province, Comuni capoluogo, sindacati, associazioni di imprese e di professionisti, Terzo Settore, Atenei, Ufficio scolastico regionale, Abi e Unioncamere.
“Dal 2015 – osserva il presidente Stefano Bonaccini – la Regione ha investito per i giovani circa 650 milioni di euro: confermiamo questo investimento e facciamo di più, investendone altri 260. Intendiamo rilanciare il ruolo di ragazze e ragazzi nella società e nel lavoro con l’obiettivo di creare più lavoro stabile e adeguatamente retribuito”.
All’inizio del 2018, i giovani residenti in Emilia-Romagna di età compresa tra i 15 e i 34 anni sono circa 850mila, il 19,1% della popolazione regionale. Una quota, quella del 2018, leggermente inferiore alla media italiana (il 20,8% nel 2017). Oltre 170 mila sono stranieri, il 20,1% dei giovani residenti della medesima fascia di età.
Istruzione e mercato del lavoro.
Nell’ultimo triennio, i principali indicatori sui livelli di istruzione e sul mercato del lavoro fanno segnare un progressivo miglioramento anche per i giovani. Qualsiasi valutazione in merito a questi ambiti deve tenere conto che le classi di età considerate sono molto ampie e configurano obiettivi e problematiche molto diverse tra loro.
Per i ragazzi più giovani (under 25 anni), l’obiettivo è quello di mantenerli il più possibile a scuola o nella formazione.
I dati più significativi riguardano pertanto soprattutto la scolarizzazione, la dispersione scolastica e il fenomeno dei NEET (giovani che non studiano e non lavorano):
▪ nel 2017, i giovani di 20-24 anni che hanno conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore (tasso di scolarizzazione superiore) hanno raggiunto in Emilia-Romagna la quota dell’85,4% sulla popolazione della medesima classe di età, in miglioramento negli ultimi anni (erano l’81,5% nel 2014).
▪ La quota di giovani di 18-24 anni che ha abbandonato precocemente gli studi (dispersione scolastica, per la quale la strategia Europa 2020 fissa per l’Italia il valore obiettivo del 10%), è scesa dal 13,2% nel 2014 fino al 9,9% nel 2017, meglio del valore nazionale (14%), della media del Nord Est (10,3%) e di quella europea (10,6%).
▪ In consistente contrazione anche la quota di NEET giovanissimi nel 2017: -28,5% sul 2014, pari a -18.800 persone in valore assoluto (a fronte del -15,7% nel Nord Est e -10,8% in Italia).
▪ Per la componente di under 25 già inserita nel mercato del lavoro, migliorano il tasso di partecipazione (al 30,2% nel 2017, +0,8 punti percentuali rispetto al 2014) e di occupazione (al 23,8%, +4,6 punti percentuali rispetto al 2014), e cala anche il tasso di disoccupazione (al 21,3%, quasi 14 punti percentuali in meno rispetto al 2014).
Per i giovani tra i 25 e i 34, invece, il focus è rappresentato maggiormente dalla transizione al lavoro. Oltre al potenziamento dell’istruzione terziaria, assumono rilevanza gli occupati, la precarietà/disoccupazione, i redditi e, anche in questo caso, i NEET:
▪ nel 2017, i giovani di 30-34 anni con istruzione terziaria sono in regione pari al 29,9% della popolazione della medesima classe di età, dato superiore alla media nazionale (26,9%). Positiva la dinamica dal 2014 ad oggi (+4,8 punti percentuali).
▪ A fronte di un tasso di partecipazione al mercato del lavoro stabile rispetto al 2014, nel 2017 il tasso di occupazione tra i 25-34enni è cresciuto di 0,7 punti percentuali (dal 71,9% del 2014 al 72,6% del 2017), mentre il tasso di disoccupazione è calato di un punto percentuale circa (dal 10,9% nel 2014 al 10% nel 2017).
▪ In netta contrazione la quota di NEET nel 2017: -7,7% sul 2014, pari a quasi 8mila persone in valore assoluto.
▪ In crescita la retribuzione media annua per lavoratore dipendente in Emilia-Romagna tra 2014 e 2016: i giovani 25-34 anni sperimentano una crescita attorno al 2,4%, leggermente superiore al dato medio complessivo (relativo cioè a tutti i lavoratori dipendenti, +2,3%).