Il Consigliere regionale del gruppo Lega Nord Emilia e Romagna, Massimiliano Pompignoli ha presentato una interrogazione alla Giunta regionale, a proposito del sospetto caso di malaria registratosi a Rimini. Ecco il testo:
“Premesso che:
Una donna nigeriana di 39 anni, rientrata di recente da un viaggio nel paese di origine, si è presentata sabato scorso in pronto soccorso all’ospedale Pierantoni-Morgagni di Forlì con febbre alta, dolori e altri gravi sintomi che hanno messo in allerta i sanitari per il sospetto di un caso di malaria;
la donna, incinta di circa 10 settimane, rientrava da un paese, come la Nigeria, dove la malaria è endemica e ampiamente diffusa tra donne e bambini, motivo per cui ne è stato disposto il trasferimento presso il reparto malattie infettive dell’ospedale Infermi di Rimini, dove tuttora è ricoverata in isolamento e sottoposta a terapia antibiotica;
Valutato che:
quello sopracitato è solo l’ultimo, in ordine di tempo, di una serie di ricoveri d’urgenza per sospetti casi di malaria;
secondo quanto riportato dalla stampa locale, ad esempio, nelle ultime settimane si sono riscontrati due casi accertati di malaria nel bolognese; si tratta rispettivamente di una bambina di 5 anni di origine straniera ricoverata all’ospedale Sant’Orsola di Bologna e di una ragazza, sempre straniera, di 18 anni e incinta, ricoverata in gravi condizioni, sempre per malaria, nel reparto di rianimazione dell’ospedale Maggiore di Bologna,
entrambe erano rientrate da poco da un soggiorno all’estero presso un Paese africano;
è noto e ha destato particolare clamore il caso di una bambina di 4 anni morta a Trento per aver contratto il virus della malaria senza tuttavia essersi mai recata in paesi in cui la malattia è endemica;
Preso atto che:
- desta particolare preoccupazione quanto riportato nella circolare del Ministero del Ministero della Salute del 27 dicembre 2016 inerente «Prevenzione e controllo della malaria in Italia» secondo cui: “Nei paesi non endemici la malaria continua ad essere la più importante malattia d’importazione, legata al numero crescente sia di viaggiatori internazionali sia di flussi migratori provenienti da aree endemiche. Questa malattia rappresenta dunque la principale fonte di preoccupazione da un punto di vista sanitario per le persone che si rechino in paesi tropicali e sub tropicali. Così come fonte di preoccupazione continuano ad essere i casi importati poiché in zone non più endemiche possono rappresentare serbatoi di infezione per vettori competenti presenti sul territorio e permettere il riattivarsi di una trasmissione locale.. Nel corso degli anni, anche in Italia, come in Europa, la malaria è diventata la malattia tropicale più frequentemente importata. Dati epidemiologici recenti, relativi al periodo 2011-2015, mostrano 3.633 casi di malaria notificati, di cui 89% con diagnosi confermata. La quasi totalità dei casi sono d’importazione, i casi autoctoni riportati sono stati sette: due indotti (P. falciparum e P. malariae), tre criptici (1 di P. falciparum e 2 di P. malariae), uno sospetto da bagaglio (P. falciparum), uno sospetto introdotto (P. vivax), cioè trasmesso da vettori indigeni (Allegato 1). Il 70% dei casi si sono verificati nel genere maschile e il 45% nella fascia di età 24-44 anni. Tra i cittadini italiani si sono riscontrati il 20% dei casi di cui il 41% in viaggio per lavoro, il 22% per turismo, il 21 % per volontariato/missione religiosa. Gli stranieri rappresentano l’80%, per quanto riguarda quest’ultimi l’81% dei casi sono da registrarsi tra immigrati regolarmente residenti in Italia e tornati nel paese di origine in visita a parenti ed amici, definiti in letteratura come Visiting Relatives and Friends e indicati con l’acronimo VRFs, il 13% tra immigrati al primo ingresso;
- è evidente quindi che non può escludersi un rischio di contagio e diffusione del virus della malaria legato all’incremento incontrollato dei flussi migratori e alla mancanza di una profilassi capillare e tempestiva nei confronti di immigrati regolari che rientrano nel continente africano (soprattutto Africa occidentale) o che per la prima volta arrivano in Italia;
interroga la Giunta regionale per sapere:
- se, valutati i contenuti e le criticità riportate nel dossier del Ministero della Salute dello scorso 27 dicembre 2016 inerente “Prevenzione e controllo della malaria in Italia”, abbia disposto controlli sanitari a tappeto sui richiedenti asilo presenti nel territorio regionale, coinvolgendo Prefetture, Ausl, e Comuni interessati dal fenomeno dell’accoglienza;
- se siano emersi, tra i richiedenti asilo ospiti presso le numerose strutture di accoglienza dell’Emilia Romagna, casi accertati di malaria, scabbia, lebbra o tubercolosi;
- che tipo di provvedimenti siano stati adottati nei confronti di chi (richiedenti asilo o immigrati regolari) sia risultato positivo a questo genere di malattie infettive;
- quali azioni intraprenda, nell’ambito delle proprie competenze, per monitorare l’eventuale diffusione del virus della malaria e che tipo di campagna preventiva metta in atto sui rischi della malattia e del contagio;
- il numero dei casi accertati di malaria in Emilia Romagna dal 2011 ad oggi, suddivisi per Provincia e Ausl di riferimento e le cause che ne hanno determinato il contagio”.
Massimiliano Pompignoli