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Regione fa blocco: “Governo non copre costi pandemia 2021, soldi subito o grave deficit”

Vaccinare ancora di più, accelerando sui più giovani, e semplificare. L’Emilia-Romagna si compatta anche di fronte alla nuova fase della pandemia, dominata dalla variante Omicron. Tenere insieme contrasto al virus e aperture – salvaguardando sanità, scuola, lavoro, economia – è l’obiettivo condiviso dalla Regione, dai sindaci dei Comuni capoluogo e dai presidenti di Provincia, che in una riunione in videocollegamento nel tardo pomeriggio di ieri si sono trovati uniti e coesi sulla necessità di un fare un ulteriore passo avanti nella lotta al Covid e nella gestione dell’emergenza sanitaria. Pronti a collaborare col Governo, tenuto conto delle indicazioni della comunità scientifica.

Presenti alla riunione il presidente Stefano Bonaccini e il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Davide Baruffi, sindaci e presidenti di Provincia. L’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, era contemporaneamente impegnato in un altro incontro sempre dedicato alla gestione pandemica.

Al centro, una prima valutazione sull’impatto della quarta ondata della pandemia, anche alla luce dei recenti provvedimenti del Governo, della ripresa dell’attività scolastica e delle misure organizzative varate dal Servizio sanitario regionale. Unanime la preoccupazione sulla pressione in atto sul sistema organizzativo e di risposta, con un ringraziamento a quanto ha fatto e sta facendo il personale sanitario e la condivisione della scelta operata in Emilia-Romagna di mobilitare l’intera rete dei servizi, anche privati, e di rafforzare l’auto-tracciamento per corrispondere alle necessità di apertura e chiusura delle quarantene. Così come condivisa è la strategia di allargare al massimo la capacità di vaccinazione rispetto ad una gestione ancora troppo complessa rispetto al numero di casi e a una ancora troppo limitata differenziazione tra positivi e negativi. Questioni, queste ultime, di competenza nazionale ma su cui la Regione ha inteso ascoltare i territori prima di assumere un’iniziativa specifica in sede di Conferenza delle Regioni e nel confronto col Governo.

Unanime anche l’indicazione emersa nell’incontro, in particolare su due priorità: implementare la campagna vaccinale e semplificare le procedure.

Spingere ulteriormente sulle vaccinazioni. Il vaccino rappresenta lo strumento principale per contrastare con efficacia il virus anche in questa fase di crescita esponenziale dei contagi. In particolare, per quanto riguarda bambini e ragazzi in età scolastica: da qui la decisione dell’Open Day regionale per i 5-19enni domenica prossima 16 gennaio in tutta l’Emilia-Romagna, che vedrà le aziende sanitarie e i territori impegnati in un ulteriore sforzo organizzativo. Ma è appunto necessario rafforzare la campagna vaccinale. Bisogna accelerare soprattutto sulla vaccinazione dei più piccoli, nella fascia 5-11 anni. Durante la riunione è stato infatti ribadito come la loro salute, quella delle famiglie e le scuole aperte rappresentino una priorità dalla quale non si può derogare. Allo stesso modo, la decisione di avviare la vaccinazione libera e senza prenotazione in qualsiasi hub o punto vaccinale per gli over 50, dopo l’introduzione dell’obbligo per questa fascia d’età, rappresenta un ulteriore rafforzamento della campagna di immunizzazione, per salvaguardare i singoli e i luoghi di lavoro. L’elevata copertura vaccinale in Emilia-Romagna e nel Paese ha cambiato lo scenario rispetto a un anno fa: di fronte a molti più contagi sono molti meno i ricoveri e i decessi e attività e servizi sono aperti: è questa la strada da continuare a battere.

Occorre poi semplificare le procedure, per liberare i cittadini da fine isolamento e fine quarantena nei tempi dovuti, senza i ritardi che si verificano di fronte al numero imponente di nuovi casi e al sovraccarico di lavoro che le strutture sanitarie devono smaltire, anche nella gestione delle centinaia di migliaia di tamponi fatti ogni giorno, da sintomatici e asintomatici. In Emilia-Romagna va in tal senso l’accordo con le farmacie per la chiusura delle procedure attraverso i tamponi rapidi (per gli asintomatici), l’invio in automatico della relativa comunicazione e l’autotesting, da lunedì 17 gennaio, per avviare la procedura stessa via web in caso di esito positivo di un tampone rapido fatto in proprio. Misure decise dalla Regione e condivise dagli enti locali per rendere più facile la vita ai cittadini e permettere di concentrare maggiormente gli sforzi sulla campagna vaccinale.

Infine, la questione cruciale delle risorse. Alle Regioni devono essere riconosciuti i fondi nazionali a copertura delle spese sostenute per fronteggiare la pandemia, costi che non possono ricadere sui cittadini stessi, né possono indebolire la capacità di risposta al virus e di protezione delle persone. Così come andrebbero rivisti i parametri di classificazione dei ricoveri ospedalieri, che oggi includono pazienti che entrano in ospedale per altre patologie e poi risultano positivi ma senza sintomi. Parametri da cui dipendono le fasce di colore e quindi misure restrittive ed eventuali nuove chiusure, quando l’impegno di tutti deve essere rivolto al contrasto della pandemia basato su dati in grado di fotografare meglio la e realtà in questa fase della pandemia diversa dalle precedenti.

La Regione Emilia-Romagna,  con l’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini e della Direzione generale dell’assessorato, hanno incontrato anche e Cgil (Luigi Giove), Cisl (Filippo Pieri) e Uil (Giuliano Zignani), confederali e di categoria.

Si è concordato per la condivisione di una strategia di lungo periodo per sostenere e rafforzare un sistema sociosanitario pubblico e universalistico qual è quello dell’Emilia-Romagna, ma anche un appello al Governo per garantire il sostegno economico necessario alla copertura delle spese legate alla pandemia.

Al centro dell’intesa raggiunta, il bilancio sanitario regionale: la legge di bilancio 2022, pur avendo aumentato il Fondo sanitario nazionale – peraltro tutto vincolato nella destinazione di spesa – non ha stanziato le risorse necessarie per coprire le spese affrontate nel 2021 per il Covid. Una situazione che rappresenta un problema per la grande maggioranza delle Regioni, soprattutto quelle, come l’Emilia-Romagna, che dispongono di un consistente e qualificato sistema di sanità pubblica. Pertanto, se non verranno stanziate risorse adeguate, a fronte anche della recrudescenza rappresentata dalla nuova ondata epidemiologica, per il 2022 il rischio è di un deficit di bilancio non sostenibile.

“Gli anni della pandemia ci hanno insegnato che un sistema sociosanitario pubblico e universalistico, come il nostro, è fondamentale per rispondere ai bisogni di salute e di servizi sociali dei cittadini – ha sottolineato l’assessore Donini-; motivo per cui è importante portare avanti insieme le richieste necessarie”.

“Sostenere e rafforzare un sistema di questo tipo – ha proseguito l’assessore –  passa anche attraverso la necessità di dare una risposta a tutto il personale dell’Emilia-Romagna che non ha mai smesso di operare in questi due anni, con un impegno straordinario. Per questo- ha concluso l’assessore- la Regione, insieme a Cgil, Cisl e Uil, ritiene necessario rispondere all’emergenza sanitaria in corso, ma anche pensare e condividere, nello spirito unitario a fondamento del Patto per il Lavoro e per il Clima, una strategia di lungo periodo, che guardi al futuro dell’Emilia-Romagna”.

I punti condivisi

Durante l’incontro, Regioni e sindacati hanno condiviso la necessità di istituire un tavolo permanente di confronto, con l’obiettivo di condividere e valutare le strategie relative alla programmazione sanitaria alla luce del nuovo Pssr (Piano sociosanitario regionale) e dell’applicazione del Pnnr (Piano nazionale di ripresa e resilienza).

Si è deciso di condividere, a partire dagli accordi già sottoscritti, i principi fondamentali e strategici della programmazione del piano triennale dei fabbisogni di personale 2022-2024: questo alla luce dello sblocco delle assunzioni, dichiarato a partire dall’1 gennaio 2022, necessario rispetto alla copertura del turnover, sia in ragione dell’emergenza pandemica in corso, che delle assunzioni relative alle progettualità legate al Pnrr.

C’è, inoltre, l’impegno a dar seguito al verbale di confronto regionale, sottoscritto tra le parti a luglio 2021, con particolare riferimento all’adeguamento dei fondi contrattuali, sulla base delle disposizioni di legge. Ancora, l’impegno alla copertura, anche per il 2022, dell’intera spesa di personale, comprensiva anche della retribuzione accessoria, per le assunzioni effettuate in aggiunta alle vigenti dotazioni organiche, in applicazione e nei limiti delle norme di legge collegate all’emergenza sanitaria da SARS-CoV-2 e oggetto di specifici finanziamenti statali integrativi.

Infine, Regione e sindacati hanno ribadito l’impegno reciproco a individuare tutte le soluzioni possibili per ottenere, da parte del Governo, strumenti di sostegno reale per la copertura delle spese Covid da parte delle Regioni.

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