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Regione, Emma Petitti incontra il ministro Saharawi: “Più forte il nostro sostegno al popolo in esilio”

L’impegno dell’Emilia-Romagna a fianco del popolo Saharawi, un popolo in esilio che vive da oltre 40 anni nei campi profughi del deserto algerino, prosegue “e si rafforza perché la situazione nel Sahara occidentale si è ulteriormente aggravata”. Lo dichiara la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Emma Petitti, che ha incontrato il ministro della Salute della Repubblica Araba Saharawi democratica, Salek Baba Hassena, e la rappresentante del Fronte Polisario in Italia, Fatima Mahfud.

La guerra tra il popolo Saharawi e il Marocco, durata 16 anni, si era fermata temporaneamente con un cessate il fuoco, ma il conflitto non conosce ancora una fine, e anzi si è inasprito negli ultimi tre anni. La Repubblica Araba Saharawi democratica – proclamata nel 1976 – rivendica la sua indipendenza e l’Onu dal 1991 ha richiesto e supporta un referendum che però non è mai stato fatto. In questa attesa, lunga più di 40 anni, i Saharawi vivono nel deserto algerino, nei campi profughi: un muro lungo più di 2.000 chilometri innalzato dal Marocco, li separa dalle loro terre.

“Il popolo Saharawi sta vivendo in condizioni sempre più precarie – ha dichiarato Emma Petitti – per questo l’impegno dell’Assemblea legislativa si rafforza sia grazie alle numerose associazioni del territorio e al loro lavoro sia con l’appoggio di tutto il consiglio regionale. Crediamo fortemente nell’autodeterminazione del popolo del deserto, il nostro intento è quello di trovare una soluzione diplomatica e politica a questa situazione divenuta ormai insostenibile”.

Con l’intergruppo di amicizia del popolo Saharawi, costituito da una quindicina di consiglieri, l’Assemblea, oltre a svolgere la sua attività legislativa in favore della causa Saharawi, promuove e partecipa alle attività di sensibilizzazione e aiuto in favore del popolo del deserto portate avanti ormai da una ventina d’anni da Ong e associazioni impegnate nella cooperazione internazionale. La Regione ha finanziato in questa legislatura 13 progetti di cooperazione con uno stanziamento di 384 mila euro. In campo sanitario si tratta soprattutto di interventi sul sistema pubblico, con particolare attenzione a donne, bambini e ai soggetti più vulnerabili. E poi ci sono i progetti di accoglienza estiva per i “bambini del deserto” e le cure gratuite che l’Emilia-Romagna offre loro con l’ospitalità nei casi in cui siano necessari interventi di alta specializzazione.

“L’appoggio che l’Emilia-Romagna e le associazioni del territorio ci offrono è fondamentale – dichiara il ministro Salek Baba Hassena – cosi come la volontà di trovare insieme una soluzione politica. Dopo la pandemia la nostra situazione nei campi profughi è peggiorata. Gli accampamenti dove vivono i rifugiati sono già di per sé precari, così come le stesse strutture sanitarie costruite nel deserto. C’è stata anche una riduzione degli aiuti umanitari rispetto agli scorsi anni, dovuta al conflitto con il Marocco. Per questo spero che il sostegno dell’Emilia-Romagna continui ad essere così forte”.

“Ad oggi nel Saharawi, – descrive Fatima Mahfud, rappresentante del Fronte Polisario in Italia –  la crisi in corso con l’innalzamento dei prezzi impatta irrimediabilmente sulla vita dei rifugiati. Gli aiuti che arrivano da questa regione, la solidarietà del movimento saharawi italiano ci solleva molto. Sono persone che da anni non si sono mai stancate di aiutare il nostro popolo. Ma anche la risposta politica dell’Assemblea, così vicina alla nostra causa, ci può accompagnare in modo pacifico verso una soluzione del conflitto nel Sahara occidentale”.

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