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Regione, Bonaccini: “Sanità e scuola priorità del mio mandato”. Critiche le opposizioni

Questa emergenza ci costringe a costruire una società nuova, a partire dai diritti e dalle opportunità, dobbiamo farlo tutti assieme, servono obiettivi condivisi: vogliamo costruire un’Emilia-Romagna più forte e più giusta, che sappia ridare speranza alla nostra gente. Dobbiamo recuperare il lavoro perduto, creando occupazione di qualità. Invito a scegliere il confronto e non lo scontro. Di una cosa sono sicuro: noi ce la faremo!”.

Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, è intervenuto in Assemblea legislativa e ha spiegato quelli che saranno i pilastri su cui si reggerà la ripartenza della nostra regione.

Bonaccini ha ribadito che la ricostruzione del sistema economico e sociale regionale si rivolgerà, prima di tutto, al sistema sanitario regionale, che verrà irrobustito ulteriormente (a partire dal progetto Covid intensive care per incrementare i posti in terapia intensiva), e al sistema educativo (compresi i servizi per i più piccoli che saranno sempre meno costosi). “A settembre – ha quindi rimarcato il presidente – i nostri figli devono tornare a scuola, in presenza (questo anche a tutela delle donne)”.

 

La ripartenza, ha poi evidenziato, dovrà anche fondarsi sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale (il presidente ha confermato che per i più giovani il trasporto pubblico sarà gratuito), sul tema della qualità dell’aria ha parlato di azioni sinergiche che riguarderanno l’intero bacino padano (verrà disposto un nuovo patto per il clima). Ha poi spiegato che per rimettere in moto il tessuto sociale ed economico occorreranno nuove opportunità (con particolare attenzione all’innovazione tecnologica), “l’Emilia-Romagna – ha rimarcato – diventerà una regione iperconnessa”, verrà anche scritto un nuovo patto per il lavoro, così come verranno attivati importanti investimenti per le aree periferiche della regione, in particolare per quelle montane. Anche il tema del turismo, ha sottolineato, “sarà centrale in questo mandato”. Bonaccini ha poi confermato il suo impegno per fare ripartire la macchina della cultura, “fondamentale per la nostra regione, il prossimo anno Parma sarà capitale italiana della cultura”, oltre al sistema sport (“valorizzando la rete delle associazioni e delle società presenti sul territorio”), compresi i grandi eventi. Verrà poi attivato un piano per ridurre gli adempimenti burocratici, rivolto alle imprese (in primis quelle agricole). Previsti anche nuovi investimento per ridurre il rischio idrogeologico.

 

Matteo Rancan (Lega) critica il ritardo con cui è stata trasmessa all’Assemblea la relazione di mandato, che “impedisce un serio approfondimento e quindi un confronto costruttivo”. Invoca concretezza e rapidità, data la crisi post pandemia, e, per questo, sollecita la ripresa del percorso per l’autonomia rafforzata e politiche, specie in ambito economico, non assistenzialistiche. “Bonaccini parla di bazooka, ma, leggendo il suo programma di mandato, siamo di fronte a una cerbottana” afferma il capogruppo. Riguardo alle proposte, Rancan si concentra su “investimenti per scongiurare la chiusura dei pronto soccorso, controlli sugli assegnatari degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, semplificazione burocratica, azzeramento dell’Irap, istituzione di un marchio Made in ER, liquidità per imprese e commercianti, investimenti in infrastrutture, specie ferroviarie, anticipazione dei fondi Pac e semplificazione Psr”. E ancora “valorizzazione del commercio di vicinato, piani strategici ad hoc per la montagna, a partire dalla digitalizzazione del territorio, con la destinazione del 50% del bollo auto ai residenti in queste zone”. Infine, il consigliere richiama l’esecutivo regionale alla promessa revisione del sistema degli affidi, dopo il “caso Bibbiano”.

 

Marco Lisei (Fdi) chiede il pieno ripristino delle funzioni di controllo in capo alle opposizioni, fondamento del gioco democratico. Parla, inoltre, di linee di mandato che non tengono conto della gravità della crisi economica e sociale che si sta profilando. “Si fanno troppe promesse, rischiando di creare aspettative eccessive” sottolinea il capogruppo, che invita “a fare meno annunci e a stanziare più soldi”. Nello scorso mandato – evidenzia – molti impegni di governo sono stati disattesi, come “la riduzione delle società pubbliche regionali, la copertura digitale di tutti i comuni, il dimezzamento delle liste d’attesa in sanità”, ma nel nuovo programma di mandato “non vi si fa cenno né si fa autocritica”. Il progetto di revisione del sistema di governo del territorio – incalza Lisei – si è rivelato inadeguato, dato che Fusioni e Unioni di Comuni sono in crisi. Auspica, poi, un ritorno veloce alla normalità del sistema sanitario, anche se la sanità regionale è in sofferenza, e richiama alla necessità di un taglio alla burocrazia e una riduzione fiscale, da sostenere tramite un più incisivo contrasto all’evasione fiscale. Infine, reclama più attenzione per le famiglie, le cui difficoltà sono destinate ad aumentare, e circa la green economy, uno dei pilastri del programma di Bonaccini, sollecita attenzione al sostegno alle imprese e non solo al tema dell’ambiente.

 

Roberta Mori (Pd) parla di “pragmatismo e di programma con un’anima e una precisa identità”. Nel concentrarsi sul tema dell’uguaglianza di genere, invoca “un nuovo umanesimo in grado di affrontare con rinnovata consapevolezza e in modo più incisivo le differenze di genere per un definitivo superamento, specie in ambito lavorativo”. La crisi economia e sociale post pandemia – sottolinea la consigliera – non deve scaricarsi sulle donne e per questa “è fondamentale il piano d’interventi per contrastare marginalità e violenze nonché per frenare la denatalità contenute nel programma del presidente Bonaccini, che poggia sulla rete dei servizi sociali regionali”.

 

Giulia Gibertoni (Misto) punge Bonaccini: “il suo programma, presidente, sembra più confezionato per la ribalta nazionale che per governare l’Emilia-Romagna”. Si tratta – rimarca – di un documento burocratico, puro elenco di buone intenzioni e obiettivi ma senza indicazioni puntuali di come conseguirli: “un compitino senz’anima e senza il minimo cenno d’autocritica”. Riguardo alla sanità, la capogruppo è liquidatoria: “si parla di primato della sanità pubblica ma poi si assiste a un costantemente protagonismo di quella privata, il cui ruolo nella ‘cabina di regia’ delle politiche sanitarie della Regione è sotto gli occhi di tutti”. Altri rilievi critici: “manca il contrasto al gioco d’azzardo lecito, problema sociale, e la sostenibilità ambientale rimane per lo più enunciata”. Gibertoni, inoltre, rivendica la primazia nella proposta del marchio “Made in ER” per valorizzare “il saper fare”, uno dei tratti qualificanti dell’identità della nostra regione, e sollecita interventi di semplificazione burocratica e di rafforzamento dell’attrattività delle imprese, specie per accogliere quelle che stanno lasciando il Regno Unito dopo la Brexit.

 

Valentina Castaldini (Fi), affinché il programma di mandato abbia la massima efficacia possibile, invita Bonaccini “all’ascolto e al coinvolgimento della società regionale, per mettere al centro la persona e le comunità”. La scuola e le imprese – evidenzia la capogruppo – sono gli ambiti nei quali la Regione sta facendo da apripista per la ripresa post pandemia, dando un contributo essenziale alla messa a punto dei “protocolli”. Al riguardo, cita il protocollo relativo ai centri estivi, criticando, però, la Giunta per il mancato coinvolgimento delle opposizioni nonostante avessero assicurato massima disponibilità a collaborare. In merito alla ripresa, la consigliera suggerisce di “mettere rinnovata attenzione al tema della sussidiarietà, leva per la collaborazione piena tra pubblico e privato (Ant, Banco alimentare, etc), che la Regione deve sostenere rendendo efficiente la ‘macchina’ e ripensando alla scelta di non seguire la strada dei contributi a fondo perduto”.

 

Silvia Piccinini (M5s) stigmatizza il ritardo con cui è giunto il documento, conferma dello scarso rispetto verso le opposizioni che si manifesta anche nello svolgimento dei lavori dell’Assemblea, penalizzanti per i monogruppi. Ambiente e sanità sono gli aspetti presi in esame dalla consigliera: “l’annunciata svolta green deve passare per decisioni chiare e radicali e non può risolversi solo nella piantumazione di nuovi alberi ma con lo stop a infrastrutture dannose per il territorio”. Giudizio molto netto anche sulla sanità: “i disastri della Lombardia ci hanno fatto apparire dei giganti, ma i problemi non mancano e sono riassumibili nell’eccessiva lentezza nella predisposizione delle unità domiciliari, nella campagna di tamponi ancora ben lontana dai numeri annunciati e nell’elevato numero di decessi nelle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa)”. Sulle morti nella Case di riposo Piccinini coglie l’occasione per sollecitare la vicepresidente Schlein e la commissione Sanità ad avviare un approfondimento complessivo su queste strutture per rivedere anche le norme di accreditamento.

 

Con il passaggio odierno vengono ripristinate le corrette modalità di confronto democratico nell’Assemblea legislativa, perché con la scusa del lockdown ci si è nascosti fin troppo dal rendere pubblici gli obiettivi di questa Giunta” Con questa premessa Giancarlo Tagliaferri (Fdi) sottolinea anche le tante incongruenze del documento di programmazione e di quanto accaduto in questi mesi riguardo all’esecutivo regionale. “Da sottolineare – continua il consigliere – le strane uscite dell’ex Commissario ad Acta ed ex assessore nonché padre-padrone della Sanità regionale Sergio Venturi, il quale ha tacitato ogni forma di dissenso salvo poi fare una radicale marcia indietro sul lockdown (giudicato eccessivo) oltre che sul tema degli anziani nelle Rsa e su altri aspetti delle politiche sanitarie regionali”. Esprime, invece, pieno appoggio alla Giunta contro ogni forma di accentramento nazionale della sanità pubblica. Rivolge, infine, un accorato appello per trovare nuovi metodi di collaborazione tra Giunta, maggioranza e opposizione, al fine di bypassare gli attuali tempi particolarmente dilatati degli iter assembleari e delle Commissioni.

 

Marcella Zappaterra (Pd) saluta questo passaggio come l’inizio ufficiale dell’undicesima legislatura regionale, il cui prologo è stato quantomai difficile e drammatico. “Sui diversi aspetti polemici evidenziati dalle opposizioni – critica la capogruppo – vorrei sommessamente ricordare che proprio pochissimi mesi fa si sono espressi in maniera inequivoca i nostri concittadini, premiando la storica capacità emiliano-romagnola di innovazione sociale e sviluppo sostenibile. Sono sicura che se si tornasse alle urne oggi il margine a favore della maggioranza sarebbe sensibilmente aumentato, a ulteriore testimonianza della bontà dei meccanismi decisionali condivisi che caratterizzano questa Giunta e questa maggioranza. Accusare il governo regionale di tagli alla sanità è poi ridicolo e forse gioverebbe ricordare quanto ha tagliato il governo nazionale giallo-verde nel periodo in cui è stato in carica”. Particolarmente apprezzati dalla consigliera alcuni passaggi del programma di mandato che tratteggiano i cambiamenti che dovranno essere compiuti nella quotidianità del lavoro di domani, così come nella rete di trasporti pubblici e soprattutto nella lotta alla burocrazia. “Attualmente abbiamo troppi enti che concorrono sulla medesima pratica, mentre dobbiamo arrivare a un unico ufficio che possa gestire i molteplici aspetti di un procedimento amministrativo moderno”.

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