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Regione: Bonaccini annuncia, con i Prefetti, un nuovo protocollo contro le mafie

La Settimana della Legalità, chiusa oggi in Assemblea dal direttore generale Leonardo Draghetti con il seminario ‘Buone pratiche e impegni per la legalità’, ha sancito due certezze: “La mafia teme gli amministratori precisi e attenti” e “L’Emilia-Romagna ha gli anticorpi contro le associazioni criminali“. Anche per questo, la Regione ha stipulato un nuovo protocollo con i prefetti per la prevenzione e la repressione dei tentativi di infiltrazione mafiosa, come annunciato dal presidente della Regione Stefano Bonaccini. In fondo la richiesta che dalla Regione arrivassero ancora più rinforzi per i territori era arrivata poco prima proprio da Fabio Fecci, sindaco di Noceto (in provincia di Parma) e presidente dell’Anci Emilia-Romagna: “Bene pensare a educazione alla legalità – ha detto durante il seminario – ma bisogna anche occuparsi di cose concrete perché la sicurezza è fondamentale per le nostre città“. Anche per questo, ha chiesto che ci sia “una maggiore certezza della pena” visto che “abbiamo un ordinamento, in Italia, che è il più garantista del mondo”. Ma se al centro di tutto c’è la lotta alle mafie per cercare di mantenere ‘pulite’ le istituzioni, l’Emilia-Romagna sta facendo di tutto per combattere la sua personale guerra. E l’attività dell’Agenzia di ricostruzione post sisma 2012 lo testimonia, visto i controlli che vengono fatti ad appalti e aziende. Controlli che vengono sottolineati anche dal prefetto Angelo Trovato, nella veste di direttore della struttura di Missione Prevenzione e Contrasto Antimafia Sisma, struttura che mira a garantire la legalità delle attività di ricostruzione nei territori del Centro Italia colpiti dal terremoto. La struttura “ha come missione quella di verificare la documentazione antimafia degli operatori economici impegnati nei lavori”. Le imprese dovranno quindi essere iscritte all’anagrafe antimafia degli esecutori, “ma chi chiede di farne parte – ha sottolineato il prefetto – sarà sottoposto inizialmente a un controllo sommario e casomai iscritto in modo provvisorio, dato che noi abbiamo la possibilità di fare ulteriori verifiche“.  “Il processo Aemilia ci ha svegliati tutti – ha sottolineato Vincenza Rando, vicepresidente dell’associazione Libera –, ma la mafia teme gli amministratori attenti e anche la cittadinanza deve essere responsabile“. Per questo è importante anche la contrattazione, secondo Giorgio Graziani, segretario della Cisl regionale e presidente Cru (consiglio regionale Unipol) dell’Emilia-Romagna, perché “fare bene la contrattazione- ha sottolineato- significa già essere a buon punto“.  E proprio per non farsi da parte “abbiamo deciso – ha aggiunto Graziani – di costituirci parte civile nel processo Aemilia“. E a vantare buone pratiche di legalità è intervenuto anche il sindaco di Forlì Davide Drei, che ha rivendicato come nel suo comune sia stata inaugurata una Casa della Legalità in un vecchio edificio confiscato alla mafia.

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