Lo fa anche quest’anno, con una delibera approvata in questi giorni dalla Giunta per rifinanziare il “Programma assistenziale per prestazioni sanitarie di alta specialità a favore di cittadini stranieri provenienti da Paesi extra Ue”, che vengono trasferiti in Italia per il tempo necessario alle cure. Risorse, fino a 1,5 milioni di euro, a cui le Aziende sanitarie e l’Irccs Istituto Ortopedico Rizzoli possono aggiungerne di proprie per conseguire gli obiettivi del Programma.
“Attenzione ai più fragili e inclusione sono valori alla base della nostra cultura e della nostra regione – sottolinea l’assessore alle politiche per la Salute, Raffaele Donini -. E anche nella realizzazione del Programma di assistenza sanitaria l’Emilia-Romagna non viene meno alla sua tradizione di umanità e solidarietà. Nel corso degli anni- precisa l’assessore- abbiamo curato oltre duemila casi umanitari, nella stragrande maggioranza con patologie gravi, caratterizzate da un quadro clinico complesso. Molti sono i malati curati provenienti da Paesi di grande povertà o in guerra, moltissimi i bambini”.
“Proseguiamo con orgoglio questo cammino – aggiunge l’assessore – perché la salute è un bene comune, inalienabile, e come tale deve essere garantito a tutte le persone, a prescindere dalla loro nazionalità o provenienza, a maggior ragione se deboli, bisognose e prive di altre possibilità”.
Il Programma di assistenza umanitaria
Il Programma dà attuazione a una legge nazionale (la 449 del 1997) e fa riferimento al Documento di indirizzo programmatico approvato ogni tre anni dall’Assemblea legislativa regionale, che indica come territori oggetto degli interventi umanitari Albania, Argentina, Bosnia-Erzegovina, Brasile, Cuba, Egitto, Eritrea, Etiopia, Libano, Libia, Marocco, Moldavia, Montenegro, Mozambico, Senegal, Territori dell’Autonomia Palestinese, Somalia, Tunisia, Kossovo, Serbia e popolo Saharawi proveniente dai campi profughi algerini.
Per quanto riguarda le tipologie di intervento, il programma assistenziale 2020 prevede che riguardino prevalentemente patologie importanti in vari ambiti: nefrologia, patologie tumorali, cardiopatia, ematologia oncologica, ortopedia, chirurgia pediatrica, oculistica e otorinolaringoiatria;all’interno del “Progetto regionale Chernobyl” si terrà conto delle richieste provenienti dalla Repubblica di Bielorussia e dalle aree ucraine contaminate dall’incidente nucleare. Si considereranno, inoltre, le richieste provenienti da organizzazioni non lucrative (onlus) del territorio regionale per minori che arrivano dall’Africa subsahariana, in particolare Zambia e Zimbabwe. Nell’ambito degli interventi a favore di popolazioni oggetto di eventi eccezionali causati da calamità, conflitti armati, epidemie, situazioni di denutrizione e gravi carenze igienico-sanitarie, si realizzerà quanto sarà determinato in sede di Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome.
Non sono inclusi nel Programma assistenziale i trapianti di organi – per la complessità e la durata dell’intero percorso – e le cure per i disturbi neurologici/comportamentali, che richiedono una presa in carico multiprofessionale e interdisciplinare, oltre a valutazioni ripetute nel tempo.
Pazienti assistiti dal 2001 al 2019
Da quando il programma è attivo sono stati curati 2.021 pazienti: 1.494 con meno di 14 anni e 527 con oltre 14 anni. In particolare, con il Programma assistenziale 2019, le persone straniere prese in carico da ospedali e strutture del Servizio sanitario regionale sono state accolte 99 persone, in gran parte minori di 14 anni (70 casi).