Il senatore Marco Croatti del MoVimento 5 Stelle risponde alle preoccupazioni espresse fra gli altri dall’assessore del Come di Rimini Mattia Morolli, che il reddito di cittadinanza possa far crescere il lavoro nero, specie dove ci sono attività stagionali come il nostro turismo.
“Il Reddito di Cittadinanza – scrive Croatti in un comunicato – è una misura unica di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, a garanzia del diritto al lavoro. Un risultato storico per questo Paese.
La politica non può rallentare o farsi condizionare dal rischio che ci siano furbi che possano approfittarsi di misure come questa”.
“Siamo sempre stati il Paese del “fatta le legge trovato l’inganno” ed alcuni timori e dubbi sono naturalmente comprensibili e legittimi. A maggior ragione se una misura tanto rivoluzionaria viene adottata per la prima volta.
È però doveroso rassicurare i cittadini e tutti coloro che in queste ore palesano i loro timori: questa riforma contiene contromisure adeguate e inoltre il Governo è consapevole che in questa prima fase attuativa sia indispensabile un attento monitoraggio e controllo sull’erogazione del Reddito di Cittadinanza. Se necessario verranno modificate eventuali distorsioni e corrette possibili difficoltà”.
“Qualunque misura può essere aggirata, certamente. Nella nostra Riviera lo sappiamo bene.
Il rischio è sempre stato ben presente, ad esempio, su altre misure di sussidio o indennità di disoccupazione. Ma non per questo possiamo arrenderci o smettere di agire per restituire speranza e dignità alle persone. Perché con questa misura non stiamo dando solo dei soldi. Stiamo dando un’opportunità. Quella di tornare ad avere una vita vera con un lavoro vero”.
“E le contromisure a chi vuole fare il furbo, come detto, sono tante ed articolate, compreso il rischio da 2 a 6 anni di carcere per chi fornisce dati falsi o occultamento di redditi e patrimoni per usufruire irregolarmente del RdC.
Chi usufruisce del RdC deve rispondere anche a diversi impegni ed obblighi, pena la decadenza.
Per i datori di lavoro ci sono inoltre numerosi incentivi a disposizione per scoraggiare ulteriormente l’utilizzo di lavoratori in nero.La nostra strada è questa. Nessuno deve rimanere indietro. Non ci fermeremo”, conclude Marco Croatti.
Le regole e le sanzioni previste
Viene escluso dal RdC chi:
- fornisce dati falsi, incluso l’occultamento di redditi e patrimoni a fini ISEE o dichiarazioni fiscali per usufruire irregolarmente del RdC. In questo caso, chi fa il furbo rischia da 2 a 6 anni di carcere e deve restituire quanto ha ricevuto;
- non sottoscrive il Patto per il Lavoro o per l’Inclusione sociale, ad accezione dei casi di esclusione;
- non partecipa alle iniziative formative o alle altre iniziative di attivazione in assenza di giustificato motivo;
- non aderisce ai progetti utili per la comunità predisposti dai Comuni;
- rifiuta un’offerta di lavoro congrua dopo averne già rifiutate due, oppure rifiuta un’offerta congrua dopo 12 mesi di fruizione del beneficio;
- non aggiorna le autorità competenti sulle variazioni del proprio nucleo familiare.
Chi non partecipa ai percorsi di formazione in assenza di motivo giustificato viene punito la prima volta con una decurtazione di 2 mensilità e viene escluso dal RdC se non partecipa una seconda volta.
In caso di mancato rispetto degli impegni previsti nel Patto per l’Inclusione sociale relativi alla frequenza dei corsi di istruzione o di formazione da parte di un componente minorenne oppure impegni di prevenzione e cura volti alla tutela della salute, individuati da professionisti sanitari, si applicano le seguenti sanzioni:
- la decurtazione di 2 mensilità dopo un primo richiamo formale al rispetto degli impegni;
- la decurtazione di 3 mensilità al secondo richiamo formale;
- la decurtazione di 6 mensilità al terzo richiamo formale;
- l’esclusione dal RdC in caso di ulteriore richiamo.
Se si viene esclusi dal RdC, il richiedente o un componente del suo nucleo familiare può nuovamente fare domanda soltanto dopo 18 mesi dalla data di prima esclusione, o dopo 6 mesi se nel nucleo familiare ci sono minorenni o disabili.
Gli incentivi al lavoro
I datori di lavoro che comunicano alla piattaforma digitale dedicata al RdC nell’ambito del SIUPL le disponibilità dei posti di lavoro vacanti hanno diritto ai seguenti incentivi:
Uno sgravio contributivo nella forma di esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro e del lavoratore assunto (esclusi i premi e contributi INAIL), quando l’assunzione avviene tramite un Centro per l’Impiego o un soggetto privato accreditato (come le Agenzie per il Lavoro). Lo sgravio è pari alla differenza tra 18 mensilità di RdC e le mensilità già percepite dal beneficiario assunto, a patto che l’assunzione sia a tempo pieno e indeterminato, e il beneficiario del RdC non venga licenziato nei primi 24 mesi senza giusta causa o giustificato motivo. In ogni caso l’incentivo non potrà essere inferiore a 5 mensilità di RdC; se il beneficiario assunto gode del RdC da più di 18 mesi, l’incentivo è concesso nella misura fissa di 5 mensilità. Ogni mensilità potrà essere al massimo di 780 euro.
Il datore di lavoro inoltre, assieme all’assunzione stipula se necessario, presso il CPI, un patto di formazione per garantire al beneficiario di RdC neoassunto un percorso formativo o di riqualificazione professionale. Nel caso in cui il beneficiario del RdC assunto venga licenziato senza giusta causa, il datore di lavoro deve restituire gli incentivi e pagare una sanzione.