Cerca
Home > Scuola > Record di matricole per l’università di Rimini e ora gli studenti arrivano anche da Bologna

Record di matricole per l’università di Rimini e ora gli studenti arrivano anche da Bologna

Lo scorso 15 novembre il magnifico rettore dell’Università di Bologna ha inaugurato a Cesena l’anno accademico 2019/2020. Data storica, perché la cerimonia in pompa magna che sancisce l’avvio ufficiale di lezioni ed esami non era mai stata celebrata lontano dalle Due Torri. Professori, Pro rettori e rettori hanno sfilato in corteo nella sede cesenate dell’Alma Mater Studiorum in occasione l’anniversario dei 30 anni dall’avvio dei corsi di Laurea nel campus di Cesena e Ravenna, ma per Stefano Ubertini l’occasione è servita per ribadire il consolidamento dell’università in Romagna.

Quando penso ai campus di Rimini, Ravenna e Cesena penso a un sistema che da solo è in grado di totalizzare numeri e tagliare traguardi di solito raggiunti da un ateneo di medie dimensione è un segnale importante. In più in Romagna i traguardi da raggiungere sono davvero tanti, parliamo di una sfida stimolante”, aveva commentato a caldo al termine della cerimonia Ubertini.  Ecco, ora che quei numeri sono stati pubblicati, le statistiche certificano quanto detto dal rettore.

Premesso che l’Università di Bologna si conferma sempre più attrattiva per gli studenti, a tutti i livelli, le immatricolazioni per l’anno accademico 2019/2020 segnano un +8,2% rispetto allo scorso anno è importante notare che la crescita che interessa tutti i cicli di studio: +5,3% nelle lauree triennali e +12,2% per le lauree magistrali e magistrali a ciclo unico. E qui veniamo ai dati città per città. Tutti i Campus dell’Alma Mater registrano aumenti significativi di nuovi iscritti, con Cesena che segna +11,9%, Rimini +10,5%, Ravenna +4%, Forlì +7,6%, mentre Bologna si attesta sul +8%. Cesena e Rimini, in un ipotetico podio, ricoprono la prima e la seconda posizione, e si piazzano entrambe ben al di sopra della “dotta”, la città che per prima nella storia è stata sede di un’Università nel mondo, nel lontanissimo 1088.

Sul piano generale, invece, i nuovi studenti iscritti all’Alma Mater sono ad oggi 26.448, contro i 24.453 rilevati alla stessa data del 2018.

Tanto per fare un esempio di come il trend stia lentamente cambiando (andando al di là dei numeri), vale la pena di riprendere quando detto dal presidente del campus riminese Sergio Brasini:Abbiamo nuovi iscritti a Rimini in arrivo da Bologna. È un segnale indicativo”. Difficile credere il contrario, in una città dove per decenni chi sosteneva l’esame di maturità con la prospettiva di iscriversi a un corso di Laurea era certo di dover preparare le valigie per trasferirsi sotto le Due Torri. Dove, di rimando, gli studenti intenzionati a frequentare le aule universitarie da fuori sede, difficilmente, fino a pochi anni fa, avrebbero pensato di trasferirsi in Romagna.

A proposito di fuori sede, i dati pubblicati dall’Unibo certificano che tra i nuovi iscritti, gli studenti che arrivano da fuori regione sono il 48,7% del totale, che diventano il 62,6% se si considerano solo le lauree magistrali (sono invece il 42% per le lauree triennali e magistrali a ciclo unico). E di questi, gli studenti internazionali sono l’8,1% del totale (11,6% per le lauree magistrali).

Ma quale è la strategia per migliorare l’offerta nel campus di Rimini? Una risposta arriva ancora dal presidente Brasini:Per quanto riguarda il futuro, l’attivazione di corsi di laurea differenziati ad hoc per ogni sede contribuirà a compiere passi avanti. Per esempio, a Bologna è attivo un corso di laurea in Farmacia, così come a Rimini. A Rimini, pero, il corso è stato internazionalizzato. Questo ha provocato una contrazione iniziale di iscritti, ma la prospettiva è quella di incrementarli”.

Ma le novità non riguardano solo i corsi di laurea preesistenti come quello di farmacia. Negli ultimi anni sono stati attivati nuovi corsi di laurea. “Lo scorso anno abbiamo aperto una nuova laurea magistrale in “Advanced Comsentics Science. Anno scorso abbiamo registrato 15 studenti iscritti in gran parte internazionali, quest’anno abbiamo raggiunto quota 40”, spiega ancora Brasini. “Questa è una tappa importante perché segna l’approdo in terra riminese del dipartimento di Chemichan, che prima dell’anno scorso non operava a Rimini. Negli ultimi anni abbiamo riorganizzato le discipline in scienze motorie in tutta l’Alma Mater, e nell’intero ateneo il dipartimento di Scienze in Qualità della vita è diventato il punto di riferimento. Tradotto in termini, abbiamo il primo dipartimento romagnolo che coordina le attività didattiche nella sede di Bologna, che non è poco”. Ed è anche uno dei motivi per cui   Sergio Brasini e gli altri presidenti di campus si auspicano che ben presto si cominci a parlare di “Università degli Studi di Bologna e della Romagna”. “Anche le facoltà di economia stanno raggiungendo ottimi risultati grazie all’internazionalizzazione dei corsi”, conclude infine il presidente di campus.

In compenso però, i successi “romagnoli” dell’Università felsinea portano in dote anche nuove criticità da affrontare. “Qualche grattacapo lo crea un dato di fatto di fronte al quale non si può restare indifferenti. Cresce l’università, crescono gli iscritti, ma a Rimini non abbiamo molte aule a disposizione. Ottima l’inaugurazione del nuovo complesso Alberti vicino a Piazza Ferrari anche se al piano superiore non abbiamo ancora ottenuto l’agibilità e così sarà ancora per qualche mese. Tra qualche anno, dismetteremo però la sede di Palazzo Briolini, immobile in affitto, davanti alla Chiesa dei Servi e in compenso dovremo trovare un altro spazio. Essendo l’attuale sede un immobile in affitto va premesso che l’ateneo è intenzionato a dismettere tutti gli immobili di questo tipo”.

Nel 2021 dovrebbero partire però i lavori nell’attuale sede dell’Asl nelle vicinanze di Piazza Malatesta. “Qui si dovrebbero creare nuovi spazi come aule e laboratori, ma anche gli studi dei professori”.

A proposito, come confermato dallo stesso Brasini, a Rimini persiste ancora l’annosa questione dei professori con la valigia. “Ci sono professori che hanno fatto la storia del campus di Rimini che hanno preferito spostarsi a Bologna. La logica è questa: sotto le Due Torri gli incarichi sono di norma più prestigiosi. Diciamo che il trend è ancora quello di spostarsi da Rimini, anche se le dinamiche sono complesse. Ora per spostarsi non è necessaria una compensazione piena. Prima se un professore ordinario partiva a Rimini doveva arrivare un altro professore ordinario. Adesso, con il nuovo regolamento, bastano le “teste” (o anche solo la promessa di un sostituto, tramite pubblicazione di un bando”). Quindi al posto di un professore ordinario può arrivare anche un ricercatore. Che per carità, va benissimo, perché ai giovani va lasciato spazio ma rischiamo di avere un corpo docente in gran parte formato solo da ricercatori”.

Sulle performance del campus di Rimini dell’Università di Bologna è intervenuta anche l’amministrazione comunale. “Rimini si conferma –commentano da Palazzo Garampi– come un contesto didattico fecondo, in grado di interpretare ed intercettare le nuove tendenze, grazie ad una offerta di corsi coraggiosa, plurale e innovativa. Lo testimonia la leadership nella classifica delle triennali, ovvero gli studenti più giovani, e degli studenti internazionali, che scelgono sempre più Rimini anche grazie ai nuovi corsi in lingua inglese. Mettere al centro la conoscenza significa interpretare i cambiamenti internazionali tenendo insieme le sinergie virtuose con l’Università di Bologna – che ringraziamo per la disponibilità che rivolge al nostro Campus – da una parte, e la filiera con il mondo imprenditoriale e del lavoro locale. Rimini sta creando intorno all’Università un sistema di servizi, infrastrutture, opportunità culturali e diritto allo studio in grado di competere da protagonista non solo con i nostri partner romagnoli, ma anche con lo scenario nazionale ed internazionale” .

L’Università di Bologna ha inoltre pubblicato anche dati a margine delle mere statistiche sulle nuove iscrizioni. Per esempio quelli sulle prove d’ammissione, sempre sul piano generale e in ottica Mulicampus. “Il notevole aumento delle immatricolazioni – spiegano dall’Alma Mater – è coerente con i numeri, anch’essi in grande crescita, degli studenti che hanno partecipato ai test TOLC e alle prove di ammissione all’inizio del nuovo anno accademico.

 I TOLC sono i test di orientamento e valutazione delle capacità iniziali necessari per partecipare alle selezioni di molti corsi di laurea a numero programmato e anche per la verifica delle conoscenze di alcuni corsi di laurea a libero accesso. Per l’anno accademico 2018/2019 gli studenti che avevano partecipato a questi test nelle sedi dell’Università di Bologna erano stati 14.163. Nel nuovo anno accademico 2019/2020 sono stati 24.889: una crescita del 75,7%.

 Guardando invece agli studenti che hanno partecipato alle prove di ammissione per l’iscrizione ai corsi di laurea a numero programmato dell’Alma Mater, la crescita registrata rispetto all’anno scorso è pari al 13,8% (39.951 per l’anno accademico 2019/2020, contro 35.093 per l’anno accademico 2018/2019).

 E l’aumento degli immatricolati va in parallelo anche con la crescita degli studenti Unibo che usufruiscono di una riduzione o dell’esonero totale delle tasse di iscrizione. Guardando al totale degli iscritti, saranno quest’anno 49.734 gli studenti che avranno accesso a queste agevolazioni, con una crescita che segna +8,1% rispetto all’anno scorso. Tra questi, ben 27.995 avranno l’esonero totale dal pagamento delle tasse universitarie, in aumento del 7,8% rispetto all’anno accademico 2018/2019. E in aumento del 186% rispetto all’anno accademico 2015/2016, l’ultimo prima della riforma del sistema di tassazione.

Ultimi Articoli

Scroll Up