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Razzismo in pizzeria a Viserbella, le telecamere non sciolgono i dubbi

All’indomani di Ferragosto era stata la notizia che più aveva fatto scalpore in Riviera e da Rimini aveva viaggiato per il resto del Paese suscitando non poco sdegno. Era il 20 agosto quando Adjisam Mbengue senegalese, in Italia da 30 anni ma residente a Imola aveva pubblicamente raccontato un episodio a dir poco razzista avvenuto nelle sale della pizzeria la Tana Marina di Rimini. L’occasione è quella di una festa di compleanno che aveva riunito una famiglia intera di cittadini di origine senegalese nel locale di Viserbella.

Un uomo fra i 45 e i 55 anni”, appena prese le ordinazioni “si volta verso quel ritratto e con il braccio teso dice ‘scusa Benito’. Questo in locale pubblico della Romagna, di Rimini, dove viene tutto il mondo. Noi non volevamo rovinare la festa ai bambini, ma questa volta hanno preso i neri sbagliati. Una famiglia italiana che viene in vacanza a Rimini trattata così, spogliata di ogni diritto”. La donna aveva fatto mettere tutto nero su bianco dai Carabinieri di Imola, dove vive, appena rientrata con la sua famiglia, ma le indagini sono state svolte per competenza territoriale dai colleghi di Rimini.

Che negli scorsi giorni hanno visionato i filmati delle telecamere e quelli registrati con la fotocamera dello smartphone. Nei filmati non compaiono saluti fascisti a braccio teso ma si intravedono i familiari e il cameriere discutere animatamente. Non è escluso che in quel frangente non siano volate parole offensive e neppure, spiegano i Carabinieri, che il gesto denunciato dalla donna sia stato fatto in punti non inquadrati dalle telecamere.

Motivo per cui le indagini al momento sono ferme. Resta la parola della famiglia contro quella del ristoratore, che ha sempre respinto ogni accusa.

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