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Rai5 e Rai3 raccontano “Stalle, poeti e castelli della Valmarecchia”

“Stalle, poeti e castelli della Valmarecchia” è il titolo del documentario realizzato dall’autore e regista Gianfranco Anzini e dedicato alla bellezza multiforme della Valmarecchia che andrà in onda in prima visione il 9/5 su Rai5 alle 22.05 circa, e tra qualche settimana in replica su Rai3.

Gianfranco Anzini nella prima stagione di ‘Di là dal fiume tra gli alberi’, ha anche realizzato una puntata su Rimini, seguendo la suggestione felliniana secondo cui esistono due Rimini distinte e cioè una città estiva e una invernale, molto diversa.

La puntata su Rimini è visibile su RaiPlay al seguente link:
https://www.raiplay.it/video/2019/04/Di-la-dal-fiume-e-tra-gli-alberi—E11-c979646d-69ec-46b0-ad6c-3952068c889a.html

Dario Rocchi e Gianfranco Anzini durante le riprese

“Di là dal fiume e tra gli alberi” è una coproduzione Rai5 e Rai 3.
Il programma, giunto alla terza edizione, intende raccontare i luoghi del nostro paese attraverso la voce e le suggestioni delle persone che vivono su quei territori. Grazie allo sguardo e al racconto di un autore-regista, ogni puntata restituisce il ‘sapore’ di un luogo circoscritto, eppure così ricco di storie, aneddoti e scorci di vita vissuta.

La Valmarecchia è una vallata molto ampia, caratterizzata dal dinamismo sia paesaggistico che umano. È una valle in continuo movimento, che si è perfino spostata da una regione a un’altra, visto che fino a quindici anni fa tutta l’alta Valmarecchia era nelle Marche, in provincia di Pesaro, fedele ancora in un certo senso ai Montefeltro, la casata dei duchi di Urbino.

Valmarecchia vuol dire quindi: tanti castelli medievali. Tra questi la rupe sopra Secchiano: qui ci sono i resti diroccati del castello di Galasso. Pierdomenico Cancellieri, che vive accanto ai resti del castello, è tornato ad abitare nella casa in cui è vissuto da bambino, sognando di riuscire un giorno a ricostruire il castello di Galasso.

Ma come mai questa valle è costellata di rupi e di cime aguzze? Lo spiega Veronica Guerra, geologa, che con la sua specializzazione si occupa della valorizzazione dei paesaggi geologici di questa valle, e ci parla di uno dei ‘balconi rinascimentali’: punti di osservazione in cui si viene aiutati a vedere con i propri occhi come il paesaggio della valle sia stato ritratto nello sfondo di celebri opere di pittura, ad esempio nel Battesimo di Cristo di Piero della Francesca.

Il paese di Santarcangelo è stato, invece, un nido di poeti locali, capaci di esprimere emozioni universali sia con la lingua nazionale, sia col dialetto: come Germana Borgini, che appartiene alla seconda ondata dei poeti di Santarcangelo. Rita Giannini, che è stata sua stretta collaboratrice, racconta come Tonino Guerra abbia profuso se stesso in tutta la Valmarecchia, disseminando la valle di opere d’arte. A Petrella Guidi, delizioso borgo fortificato, un tempo in rovina, Rita racconta di come sia stato proprio Tonino Guerra a iniziare un lavoro straordinario sui borghi contadini abbandonati.

Sant’Agata Feltria la rocca delle fiabe

Alcuni borghi che si erano spopolati negli anni del boom economico oggi sono rinati, diventando mete per suggestive visite escursionistiche. Un’idea avuta qualche anno fa da Valentina Baldisserri, guida escursionistica e ambientale, residente a Pennabilli. La passione per vicende e luoghi del passato è molto diffusa a Pennabilli e nel resto della valle. Lo testimonia la vicenda di Elio Marini, che assieme all’amico Claudio Cardelli, è riuscito a ospitare il Dalai Lama, premio Nobel per la pace, per ben due volte a Pennabilli. E tutto grazie alle vicende di una campana del Seicento, ritrovata qualche anno fa nel cuore del Tibet, che è stata per secoli in cima a un monastero cristiano eretto da padre Orazio Olivieri, un missionario partito proprio da Pennabilli.

Una presenza di pace come quella del Dalai Lama contrasta con la ferocia di alcuni episodi che nel ’44, durante la seconda guerra mondiale, caratterizzarono le lotte dei partigiani contro i nazifascisti attestati sulla linea gotica. Alcuni di quegli episodi ce li racconta Giorgio Gabrielli.

La valle del fiume Marecchia trabocca di cose. A Ponte Messa, dove l’affluente Messa sfocia nel Marecchia, la famiglia Ronci mantiene attivo un antico mulino che ancor oggi sfrutta il dono dell’acqua. Nel mulino si macina a pietra, tenendo viva una tradizione secolare che arrivò a contare quasi duecento mulini in tutta la valle. Anche l’agricoltura non è morta, anzi: ultimamente sta dando forti segnali di ripresa. Pieralberto Marzocchi, agronomo, produce grani antichi, e ha dato vita a una cooperativa che ha come missione il recupero di varietà di grano cadute in disgrazia nel dopoguerra.

Pieralberto Marzocchi

Sono questi ed altri ancora i protagonisti del racconto sulla Valmarecchia, in onda in prima visione il 9 maggio alle 22.05 su Rai5.

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