Su RaiTre è andata in onda la seconda puntata della nuova serie di FuoriRoma, programma di Concita De Gregorio.
Incipit:
Quella di Riccione è una storia esemplare. Di un mondo che c’era e non c’è più, cancellato dal tempo nuovo, ma mentre la gloria del passato è chiarissima il futuro è indecifrabile.
C’era una volta la Riviera adriatica, il mare d’Italia: la fabbrica del divertimento d’estate e la malinconia degli artisti l’inverno. C’era il PCI, monolitico, inviolabile: la roccaforte. Poi la risacca politica delle maggioranze che vivono d’inerzia, indebolite delle loro sicurezze, un grande appalto per un’opera invadente e inutile, che doveva essere avveniristica ed è invecchiata prima di nascere, in decenni di attesa. Sono nati i comitati di protesta, nessuno al governo li ha presi sul serio. Dai comitati sono nate le liste civiche, la destra ha alimentato il malcontento, infine ha vinto dove sembrava impossibile.
Ma le ambizioni e i risentimenti personali hanno lavorato ancora, sotto traccia. Fino a polverizzare ogni alleanza. La giunta che aveva sconfitto la sinistra storica è caduta vittima del fuoco amico. La congiura per un assessorato in più.
Si torna al voto a Riccione.
C’erano i bar dei vitelloni che fischiavano le belle, la perla dell’adriatico poi Miss Italia, lo struscio su viale Ceccarini i negozi coi vestiti arrivati da Londra e da Parigi, le discoteche più famose del mondo. Il cinema, Alain Delon sulla spiaggia, Tonino Guerra, gli scrittori, Calvino, Tondelli, le ville, le barche. Un mondo che è tutto un racconto da fiaba. Da romanzo, e da sogno.
La sinistra storica, in anni recenti bersaniana, ha lasciato le redini del potere in mano ai vecchi dirigenti tagliando fuori i trenta quarantenni, che infine – dopo storie di primarie mal gestite ed elezioni perdute – sono usciti dal partito. Di mezzo la storia della metropolitana di costa, il TRC, un’opera faraonica che unisce Rimini a Riccione. Partita più di vent’anni fa, inutile, centinaia di alberi secolari abbattuti, un muro che diviso in due la città. Un appalto molto ricco, 120 milioni, soldi che hanno avvelenato tutto.
Conclusione dell’ex direttrice de L’Unità:
..e non sarà una congiura di palazzo a cambiare i destini della storia.
Nella parte politica della trasmissione – che ha spaziato anche da Linus e Aquafan, a San Patrignano, papà Simoncelli, il Cocoricò e Martina Colombari – centro del palco per Renata Tosi. Comprimari: Luciano Tirincanti, Lele Montanari, Fabio Ubaldi; cammeo di Daniele Imola. Blackout per tutti gli altri.
