Dei registi in erba. Dei giovani ragazzi riminesi arrivati fino alla finale del “Believe Festival” per short movies che si è svolto a Verona. Il giovane Luigiantonio Perri (16), Edoardo Bruschi (18), Domenico Talerico (16), e Francesco Pio Pelusi (16), frequentano tutti e quattro l’ITTS “Belluzzi – Da Vinci” di Rimini, e tutti e quattro sono legati da una grande passione per il cinema. Purtroppo il loro corto “Ci fai caso?”, con al centro il tema dei social, non è riuscito a primeggiare, ma quello che portano a casa da questa esperienza è molto più importante e significativo di un primo posto, come ci racconta il regista del gruppo.
Luigiantonio, quando ti è nata in te la passione per il cinema?
«Da bambino amavo i film di “Spider Man” e forse questo mi ha portato ad appassionarmi pian piano al cinema, scoprendo con il tempo pellicole sempre più belle che mi hanno legato ancora di più a questo mondo. L’amore vero, però, è sbocciato quando ho compreso che il cinema non è altro che un mezzo per comunicare e trasmettere emozioni. Trovo davvero magico il potere che ha l’arte e trovo altrettanto magico poter far sentire agli altri cosa penso o provo. Visto che la settima arte riesce ad unire più arti a sé, rende la trasmissione di emozioni ancora più forte è tutto ciò mi intriga moltissimo».
E per la regia, invece?
«A 14 anni, mi sono appassionato alla fotografia, comprando la mia prima Reflex e con quella ho cominciato a fare anche dei piccoli video, tra cui video musicali e questo mi ha fatto innamorare della regia».
Hai fatto dei corsi o sei un autodidatta?
«Non ho mai frequentato nessuna scuola fotografica o cinematografica, in futuro penso che frequenterò un accademia cinematografica o qualcosa di simile. Ciò che so fare l’ho imparato da autodidatta tramite libri, youtube ed esperienza sul campo. Infatti, credo che, prima di poter essere chiamato “regista”, abbia ancora molta strada da fare».
Raccontami qualcosa dell’esperienza al Believe Festival…
«Il Believe Film Festival è un concorso aperto a tutti i ragazzi con età compresa fra 13 e 19 anni, e consiste nel fare un cortometraggio, scegliendo uno dei temi dato dall’organizzazione. Io sono venuto a conoscenza di questo concorso tramite Instagram e poi ho chiesto ai miei amici di partecipare».
Il progetto che avete portato in concorso riguardava i social, giusto?
«Sì, esatto. Fra i 5 temi messi a disposizione ho scelto “il ri(s)catto dei social”. Ho scritto il copione, poi abbiamo fatto le riprese ed in fine ho montato il tutto. Il risultato è stato un cortometraggio di 5 minuti».
Quanto tempo ci avete lavorato?
«Per realizzare il tutto dalla stesura del primo copione fino alla consegna del cortometraggio ci sono voluti 2 mesi, mentre il costo è stato pari a 0. Come location abbiamo usato casa del fonico e tutte le attrezzature le ho messe io, ma erano cose che ho comprato nel tempo, dal 2016 fino ad oggi».
Essere riusciti ad arrivare in finale è stata una grande soddisfazione, vero?
«In finale potevano arrivare solo 10 cortometraggi e fare parte di quei dieci è stato davvero gratificante, siamo felici del lavoro fatto, ma consapevoli che potevamo dare molto di più. Purtroppo non siamo riusciti a vincere il premio “miglior cortometraggio”, a parte il primo non c’era una classifica per tanto non conosco neanche la posizione in cui siamo arrivati, ma questo può essere solo un pretesto per dare il meglio più avanti».
State lavorando a qualche altro progetto?
«Sì, in porto ci sono tante cose, attualmente sono in fase ideale, ma al momento giusto passeremo in fase esecutiva, tempo al tempo».
Il corto “Ci fai caso?” è visibile sul sito del Believe Film Festival: http://www.believefilmfestival.it/concorrenti-2018/242-ci-fai-caso.html.
Nicola Luccarelli