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Raffaelli (Lega): “Eolico deturpa panorama, a Riccione Angelini in imbarazzo”

“Contrordine compagni. Le elezioni sono passate e un manipolo di sindaci Pd, in una prolissa e confusa dichiarazione del 4 novembre, torna alla carica con il parco eolico nel mare di Rimini, nonostante le gravi e generalizzate perplessità”.
Così in una nota Elena Raffaelli, capogruppo Lega in Consiglio comunale a Riccione e responsabile provinciale del partito.

“Praticamente tutti i settori economici riminesi, infatti, hanno bocciato la prospettiva di deturpare il panorama marino con queste 51 torri munite di pale, ognuna delle quali di un’altezza complessiva di 210 metri, più del doppio del grattacielo di Rimini. Ma le criticità di questo progetto sembrano andare molto al di là del danno al panorama marino e di conseguenza al turismo balneare che, di certo, non lo apprezzerebbe. Nel computo vantaggi/costi i secondi hanno il sopravvento anche se si tende a minimizzarli. Basti pensare alla bassa ventosità di quest’area dell’Adriatico, provata da dati scientifici, che non favorirebbe certamente l’utilizzo dell’impianto. E a pagare questi costi sarebbe tutta l’area costiera riminese, abitanti e operatori economici in primis. Al contrario, i sindaci del PD sono ripartiti in quarta nella crociata pro-eolico. A stupire è il primo cittadino di Riccione, Daniela Angelini, che solo pochi giorni fa, il 27 ottobre, in Consiglio comunale si è dichiarata contraria al progetto, auspicando che a bloccare il parco eolico sia il centrodestra. Un pessimo gioco allo scaricabarile quello di Angelini, a cui ricordiamo che appena due anni fa, il 26 novembre 2020, il consiglio comunale di Riccione approvò all’unanimità (compreso il PD) un ordine del giorno contro il parco eolico condiviso con le associazioni di categoria locali, tra cui CNA. Evidente l’imbarazzo di Angelini, ex funzionaria di CNA, stretta tra la linea imposta da un partito che non contempla il dissenso e la sconfessione della posizione tenuta dal suo precedente datore di lavoro. E non è la sola, nella Giunta di Riccione, a dover arrossire per manifesta incoerenza”.

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