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“Firmo quindi sono”: un grande passo avanti per la battaglia di Simone Parma

A quasi due anni dalla scomparsa del giovane Simone Parma, la sua battaglia per i diritti dei disabili e per il riconoscimento dell’impronta digitale come firma raggiunge un primo importante obiettivo.  E’ di ieri, infatti, la circolare 3/2017 sull’accessibilità digitale dei servizi pubblici a sportello, in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, che richiama l’attenzione sulla necessità di agevolare l’accesso e la fruibilità dei servizi erogati allo sportello dagli Enti pubblici.

Simone Parma, scomparso il 4 novembre 2015 all’età di 36 anni, aveva iniziato la sua battaglia nell’ottobre 2014, quando recatosi all’anagrafe di Rimini per rinnovare la carta d’identità, non essendo in grado di firmare autonomamente, si ritrovò sul documento l’indicazione “impossibilitato a firmare”. Da quel giorno Simone si era sempre battuto per l’ottenimento di questa semplificazione, dando vita a una battaglia chiamata “Firmo quindi sono”.

Di seguito, il commendo dell’ ON. PD Tiziano Arlotti

L’Agenzia per l’Italia digitale ha pubblicato la circolare 3/2017 sull’accessibilità digitale dei servizi pubblici a sportello, in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale – riferisce Tiziano Arlotti, deputato PD romagnolo che ha sostenuto la battaglia portata avanti dal giovane riminese e dalla sua famiglia -. La circolare richiama l’attenzione sulla necessità di agevolare l’accesso e la fruibilità dei servizi erogati allo sportello dagli Enti pubblici. Il documento sottolinea come l’accessibilità deve essere garantita anche per i servizi a sportello e non solo per i servizi interni e quelli online, anche grazie all’attivazione di accomodamenti ragionevoli tecnico-organizzativi e in linea con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità”.

Simone Parma, scomparso il 4 novembre 2015 all’età di 36 anni, è sempre stato molto attivo per sensibilizzare sulla possibilità rendere valido l’utilizzo dell’impronta digitale al posto della firma, per le persone che non possono usare normalmente le mani. La sua battaglia era iniziata nell’ottobre 2014, quando recatosi all’anagrafe di Rimini per rinnovare la carta d’identità, non essendo in grado di firmare autonomamente, si ritrovò sul documento l’indicazione “impossibilitato a firmare”. Da quel giorno Simone si era sempre battuto per l’ottenimento di questa semplificazione, dando vita a una battaglia chiamata “Firmo quindi sono”.
Nel febbraio 2015 Arlotti aveva presentato un’interrogazione sul tema, con la richiesta di riconoscere legalmente l’impronta digitale quale firma per le persone con patologie gravemente invalidanti e che quindi non possono contare sull’uso delle mani. Erano poi seguiti incontri a Roma con il sottosegretario alla Semplificazione e pubblica amministrazione Angelo Rughetti, insieme alla madre di Simone, a Mina Welby, a Ivan Innocenti dell’associazione Coscioni e a rappresentanti dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare.
“Come era volontà di Simone, con questa circolare viene compiuto un passo avanti verso il pieno riconoscimento e il rispetto dei diritti e della dignità delle persone disabili – commenta il deputato -. Il provvedimento va ora applicato dalle amministrazioni comunali, a cui lo invieremo affiché gli uffici pubblici si adeguino alle indicazioni fornite, e vigileremo insieme alle associazioni sull’applicazione dei contenuti, in linea con i principi della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità”.
La circolare: http://www.agid.gov.it/sites/default/files/uploads/193/circolare_agid_03-2017_servizi_a_sportello_accessibili.pdf

A Tiziano Arlotti si aggiunge un Messaggio del sottosegretario al Ministero della Semplificazione e Pubblica Amministrazione Angelo Rughetti:
Grazie a tutti per le sollecitazioni e la passione. È stato un lavoro di squadra delle associazioni, del Dipartimento e dell’Agid ma soprattutto di tutte le persone che hanno seguito con cura ed attenzione questo tema così importante e delicato.  Da oggi possiamo dire che il nostro Paese è un po’ più civile“.

A cui fa seguito anche un commento di Ivan Innocentini, promotore della sezione di Rimini dell’Associzione Luca Cascioni.

Alcune persone trasformano i propri dolori e limiti in arma per la rivendicazione dei diritti di tutti. Non si fermano alle proprie necessità ma trasformano le ingiustizie subite in azione sociale rivolta alla emancipazione di tutta la collettività. Spesso sono proprio quelle persone che meno hanno che più invece offrono.

Simone Parma ha trasformato la discriminazione subita in iniziativa pubblica per la rivendicazione di un diritto per tutti. Rivendicava che le istituzioni fossero in grado di raccogliere le indicazioni di qualsiasi cittadino indipendentemente dalla forma con cui veniva espressa. Chiedeva che si raccogliesse l’origine delle espressione individuale, la volontà, indipendentemente dal mezzo con cui si poteva esprimere.

Tutto questa era scaturita dalla impossibilità di firmare graficamente il proprio documentato di identità e di vedere apposto al suo posto “impossibilitato”.

A meno di due anni dalla sua morte un primo passo si è ottenuto.

Dopo diversi incontri romani con e negli uffici dell’AgID (Agenzia Italia Digitale) svolti nel 2016, a pochi mesi dalla morte di Simone,  si era elaborata una prima bozza di circolare che ieri ha visto finalmente la pubblicazione.

Si tratta solo di “raccomandazioni” alle pubbliche amministrazioni ma dimostra quanto fosse fondata l’iniziativa di Simone sul diritto di firma che vedeva già nel 2005 iniziativa parlamentare  da parete di iscritti al Partito Radicale.

La circola AgID conferma la necessita e indica gli strumenti legislativi a supporto delle tecnologie per abbattere gli impedimenti sensoriali e fisici all’espletamento delle funzioni pubbliche dei cittadini. Estende le raccomandazioni che riguardavano i dipendenti pubblici con impedimenti a tutti i cittadini permettendo pertanto l’accessibilità con gli stessi criteri di riconoscimento e azione.

Il limite di questa iniziativa dell’AgID è nel termine “raccomandazioni” che non ha effetto di obbligare le istituzioni ad adeguarsi nei confronti di chi ha impedimenti. Questa prudenza delle massime istituzioni nazionali nei confronti di una così delicata rivendicazione di diritto riconosciuto dalla nostra carta costituzionale e da specifiche convenzioni ONU mostra quanto lavoro sia necessario fare per rendere fruibili le ragioni della disabilità che sono le ragioni della legalità.

Infatti questo invito si cala in una situazione generalizzata di disattesa anche dei più elementari doveri. Solo da pochi mesi sono stati aggiornati i LEA (livelli essenziali di assistenza) e il Nomenclatore Tariffario degli ausili fermi al 1999 e che la legge prevedeva di aggiornare ogni 36 mesi. Anche la situazione dei PEBA (piano eliminazione barriere architettoniche) vede gli enti pubblici generalmente inadempienti anche se obbligo dal 1986; in Provincia di Rimini solo il Comune di San Giovanni e in regola da due anni con un regolamento esemplare, mentre il comune di Rimini nonostante una delibera che ne sottolinea l’urgenza del 2014 non ha ancora provveduto a stendere il piano.

E’ una grande emozioni ricordare i giorni in cui con Simone si elaborava la strategia di azione per l’iniziativa che aveva battezzato “Firmo quindi sono”, prima con la realizzazione di un video denuncia nel febbraio 2015 e poi la successiva conferenza stampa con l’Associazione Luca Coscioni che da subito ha raccolto le regioni di Simone.

La grande tristezza della sua scomparsa non ha fermato l’iniziativa ma anzi ha visto accanto altri soggetti che insieme oggi lavorano per i diritti di tutti nella volontà di non lasciare indietro le ragioni di nessuno.

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