“Siamo leali ma non fessi”: il sindaco di Rimini Andrea Gnassi sventola gli atti che il Comune ha fin qui firmato per far sì che la Questura si trasferisca in piazzale Bornaccini. E poi ripete il gesto, ma a mani vuote e chiedendo: “Dove sono invece le carte del ministero dell’Interno, dell’Inail, del Cipe che parlano della Cittadella della Sicurezza in via Ugo Bassi?”.
Oggi, comunica il sindaco, è arrivata copia del contratto con cui il ministero dell’Interno affitta l’immobile di piazzale Bornaccini perché sia occupato dalla questura di Rimini; “In via ‘provvisoria’, e sottolineo le virgolette – rimarca Gnassi – e quindi come era stato annunciato, si tratta di un contratto di 9 anni più 9. Diciotto anni per una soluzione ‘provvisoria’. Ma comunque sia, solo oggi, con la copia di questo contratto in mano, il Comune di Rimini può fare gli atti per la concessione in deroga così che quell’immobile possa diventare una questura. Ed entro il mese di marzo questi atti saranno votati in consiglio comunale”.
Perché questa precisazione? “Sono state dette grosse bugie: che il Comune non voleva il trasferimento in piazzale Bornaccini, quando lo abbiamo scritto nel Patto per la Sicurezza; che non facevamo gli atti per ostacolare il trasferimento, mentre li abbiano fatti e li facciamo appena possibile, perché noi lo vogliamo che la questura di Rimini vada in piazzale Bornaccini in via provvisoria, senza le virgolette. I riminesi hanno tirato fuori 700 mila euro per trasferire il Centro per l’Impiego in Corso d’Augusto attraverso l’ASP Valloni e il 4 di febbraio quell’immobile è stato consegnato. Il 15 di febbraio abbiamo restituito quello di piazzale Bornaccini alla società Diegaro che può farne ciò che vuole. Bene. E dove sono gli atti e i soldi degli altri enti che devono provvedere a dare una soluzione alla città?”.
E qui, oltre al gesto delle mani vuote, spunta anche Seneca: “Mi pare dicesse che quel che abbiamo vissuto è certo, ma quello che dobbiamo ancora vivere è sempre incerto. E allora, a parte che il latino dice anche ‘pacta sunt servanda’, i patti vanno rispettati, dove sono gli atti che riguardano la Cittadella della Sicurezza con la sede definitiva della Questura, quella della Guardia di Finanza e della Polizia stradale?”.
E ancora: “Potremmo sapere con degli atti scritti, non con delle parole alla stampa – prosegue Gnassi – perché l’Inail ha ritirato la sua offerta di acquistare la sede di via Ugo Bassi al costo di 7 milioni? Qualcuno ha parlato di mancanza di progetti, mentre esistono quelli del Comune di Rimini, dell’Agenzia del Demanio e della Guardia di Finanza, che sono costati due anni di lavoro. Sempre per vie informali, qualcuno ha parlato di un’offerta d’acquisto di quell’immobile che il Nuval, il Nucleo valutazione acquisti del ministero dell’Interno, avrebbe sottoposto al Cipe, per un importo di 30 milioni. Perché 30 milioni se prima erano 7? E se anche ce ne volessero 5, 10 per le ristrutturazioni, forse la Corte dei Conti avrebbe qualcosa da ridire se invece se ne spenderanno 30 invece di 12 o 17. Ma si spenderanno o sarà l’ennesimo progetto faraonico che finisce in niente? Dov’è il progetto a riguardo del ministero dell’Interno? Dov’è questa richiesta di valutazione al Cipe? Possiamo vedere queste carte? E alla Guardia di Finanza che si ritrova senza la sua nuova sede, qualcuno vorrà rispondere?”.
Sui tempi del trasferimento della questura in piazzale Bornaccini, Gnassi parla di dopo l’estate, al massimo entro l’anno.
Ma, “Leali ma non fessi – conclude il sindaco di Rimini – noi abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare per togliere i poliziotti di Rimini dallo schifo in cui sono costretti a lavorare, siamo stati noi a sbattere le foto di quella situazione in faccia ai lori capi e lo sanno bene anche i sindacati di Polizia. Ora resta da togliere il bubbone di via Ugo Bassi dalla città, realizzando la Cittadella della Sicurezza e dando una sede definitiva alle forze dell’ordine: tocca al ministero dell’Interno rispettare il Patto per la Sicurezza che ha firmato, alla Prefettura, ai vertici della Polizia, all’Inail, all’Agenzia del Demanio dare risposte. Ma con degli atti scritti, come quelli che firmiamo noi”.