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Questura, Gnassi silura Morrone (Lega): “Piazzale Bornaccini resta soluzione temporanea”

Duro intervento del Sindaco di Rimini Andrea Gnassi contro il sottosegretario  leghista alla Giustizia Jacopo Morrone sull’annoso dibattito divampato attorno alle sorti della nuova Questura. Per il primo cittadino del capoluogo romagnolo lo Stato deve mantenere l’impegno assunto con il patto stipulato lo scorso anno con l’allora Ministro degli Interni Marco Minniti e impegnarsi a sbloccare il trasferimento degli uffici nel quartierone di Via Roma. Per far fronte alle esigenze della Polizia di Stato, che da tempo lamenta i limiti imposti dall’attuale sede della Questura era stato predisposto un trasferimento momentaneo degli uffici in Piazzale Bornaccini, dove ha ora sede il Centro Per l’Impiego, che verrebbe quindi trasferito in Corso D’Augusto nei locali di Palazzo Palloni.

La sede individuata in Piazzale Bornaccini

Intervistato questa mattina dalla trasmissione “Temporeale” dell’emittente locale Radio Icaro, Morrone aveva precisato che la sede “temporanea” individuata nel palazzo attualmente occupato dagli uffici del centro per l’impiego sarebbe destinata comunque ad ospitare a lungo gli uffici della Questura. Quando trasloca – aveva detto il sottosegretario ai microfoni di Radio Icaro – una Questura non lo fa per breve tempo, quindi il periodo transitorio potrebbe essere piuttosto lungo”. In un articolo apparso oggi, 20 dicembre, sul Resto del Carlino le stime temporali sui tempi di utilizzo della Cittadella di Via Roma sono stati quantificati addirittura in 20 anni.

La precisazione – e le stime temporali – non sono piaciute al sindaco Gnassi, che intravede nelle parole del deputato leghista il preambolo a uno spostamento “pro tempore” solo per definizione, ma di fatto destinato ad essere definitivo.

Di seguito la nota inviata a mezzo stampa dal Primo Cittadino

Il Comune di Rimini si opporrà in ogni modo e in ogni sede a che la ‘vergogna’ della nuova Questura finisca a tarallucci e vino – attacca il nuovo cittadino – lo ripeto chiaro e forte per coloro i quali non avessero inteso: quel casino è stato provocato dallo Stato italiano e da un privato, e non saranno i riminesi a pagarne il conto salato. La soluzione del problema è l’obiettivo prioritario del patto firmato un anno fa con il Ministro dell’Interno, con iniziative precise e step progressivi. Mi pare non ci sia scritto da nessuna parte che il provvisorio diventi permanente, nella più pura tradizione italiana. La nuova Questura è il bubbone da estirpare, e lo Stato- che l’ha creato – si è formalmente impegnato a eliminarlo. Pacta sunt servanda. Non si pensi che il Comune di Rimini, davanti all’ipotesi di trasformare il temporaneo in definitivo, se ne stia buono e zitto, osservando una gigantesca piaga di 30 mila metri quadri, richiesta dal Ministero dell’Interno e abbandonata per sempre nel cuore della città al degrado, ai pericoli per cittadini e magari anche bambini. Non siamo stati buoni e zitti con il privato Damerini, procedendo con denunce, richieste di danni e revoche di piani particolareggiati; e, se sarà il caso, procederemo allo stesso modo verso tutti coloro- politici e funzionari ministeriali – che in questi anni hanno provocato un grave danno a Rimini, alle forze dell’ordine, alla credibilità stessa di uno Stato che ormai con allegra frequenza si rimangia accordi e contratti da esso stesso sottoscritti. I responsabili, tutti, saranno chiamati a rendere conto e a pagare il male da loro provocato, per superficialità, inadeguatezza, spregio di qualsivoglia senso istituzionale.

Mi rivolgo infine, istituzionalmente, al sottosegretario di Forlì della Lega, partito che con tutto il centrodestra era al Governo quando si è costruita e abbandonata la nuova sede della Questura e che in seguito ha contribuito enormemente ad alimentarne la condizione vergognosa.

Egregio Onorevole Morrone, quando discute di cose di Rimini faccia il sottosegretario e non l’esponente di partito. Per noi non c è tema politico sulla questura. I danni alla città ai cittadini e alle forze dell’ordine sono stati causati dall’ atteggiamento  di un privato e dello Stato centrale, chiunque abbia governato in questi due decenni. Per difendere il diritto di Rimini ad avere sicurezza e questura  abbiamo denunciato lo scandalo, fatto azioni forti e trasferte costanti  a Roma per incalzare il governo, senza distinzione di segno o colore. Non abbiamo guardato in faccia nessuno, né partiti “ amici “ né avversari .

Se le aggrada, dia corso a  un’altra delle parti fondamentali del patto siglato un anno fa dal Viminale e cioè il passaggio di categoria della questura di Rimini, da C a B, con relativa implementazione permanente degli organici. Per il resto, gentile Onorevole, faccia in modo che non si abbia l’impressione che Lei voglia danneggiare Rimini e i riminesi per una questione politica o peggio per relazioni territoriali. Hanno già tentato di farlo in passato altri suoi colleghi parlamentari e/o esponenti  non solo leghisti che nulla avevano a che fare e che nulla conoscevano di questo territorio, con conseguenze tragicomiche. Mi limito a ricordare, a Lei che è sottosegretario, i grandi numeri riminesi  e le relative esigenze: la Cittadella della sicurezza serve alla città e alla comunità provinciale e serve- se lo avesse dimenticato- anche per dare dignità e spazi congrui alla Guardia di Finanza che si vede costretta ad operare, seppur brillantemente, in una logistica non adeguata alla complessità riminese. La stessa Cittadella, secondo i patti, darà beneficio alla polizia stradale . Non permetteremo che tutto ciò svanisca perché a qualcuno non interessa Rimini.
Caro Onorevole, tutti la ringrazieremo quando la ‘vergogna’ nuova Questura troverà soluzione secondo contratto, ovvero senza scorciatoie ‘provvisorie’. Ma se ciò non accadrà, stia pur certo che faremo valere le nostre ragioni e i nostri diritti“.

 

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