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Quasi sposi: per i matrimoni rinviati causa virus nasce un progetto fotografico partecipato

Quasi sposi: mancava solo un attimo al giorno più bello ed ecco invece il coronavirus a scompaginare tutto. E così tante coppie si sono trovate costrette a rimandare il loro matrimonio. Oppure rassegnate a celebrarlo con tutte le restrizioni imposte dalla pandemia, compresa l’assenza degli invitati e della festa, magari rimandata a tempi migliori.

Per tutti loro è nato ALMOST MARRIED “progetto di fotografia partecipativa” che vuole raccontare “questo periodo storico fuori dall’ordinario attraverso le parole ed i volti delle coppie di futuri sposi che hanno dovuto rimandare il loro matrimonio a causa dell’emergenza COVID19”.

Perché costoro, come spiega la promotrice Chiara Medici, “attraverso le loro mini storie con la “s” minuscola, in realtà stanno componendo la storia con la “S” maiuscola. Tra 30-50 anni quando tutto questo sarà ormai un passato molto lontano, le loro esperienze racconteranno un pezzo di pagina del Paese, o regione a seconda delle zone in cui vivono”.

“L’obiettivo del progetto è duplice: da una parte creare uno spazio dove i futuri sposi possano condividere la loro esperienza e sentirsi un po’ meno soli; dall’altra raccontare attraverso il loro vissuto questo periodo storico unico e che tanto sta influenzando il nostro modo di vivere”

Alle coppie che decidono di partecipare al progetto viene inviato un questionario che facilita il racconto della loro storia di matrimonio. Le domande possono anche dare origine a pensieri e riflessioni liberi che le coppie sentano importante condividere. Una volta ricevute le risposte, le coppie vengono invitate ad una videochiamata con l’applicazione ZOOM durante la quale viene scattato un loro ritratto da associare al testo.

“ALMOST MARRIED è un progetto che si rivolge inizialmente alle coppie di tutta Italia, ma che vorrebbe esplorare anche la possibilità di espatriare e coinvolgere le coppie di tutte le parti del mondo coinvolte nella pandemia”.

Per il momento, il progetto può essere seguito sulla pagina Facebook dedicata (ALMOST MARRIED), oltre che Instagram (almost_married_covid19) e sul mio sito web (http://www.effe11.it/almost-married). L’obiettivo è di raggiungere il maggior numero di coppie possibile e farne una pubblicazione cartacea.

Due coppie che hanno aderito al progetto o raccontano così:

Chiara, Diego e Archemens, Perugia.
“Viviamo insieme da 4 anni e stiamo insieme da 10 (o forse il contrario, non ne siamo certi), quindi siamo abituati a sopportarci. A differenza di prima in cui ci vedevamo solo la sera e nei weekend, ora ci siamo trovati a condividere anche la colazione. Cosa piacevole, certo, anche se inizialmente era tutto un “E tu chi sei? Ah, già”.

C.: “Era un po’ che ci stavo pensando, dopotutto stavamo insieme da tanti anni, ci conosciamo da moltissimo tempo e volevo passarne ancora di più insieme a lui: perché non concretizziamo quello che già siamo? Quindi una sera di gennaio, sdraiati a letto, prima di dormire gli ho chiesto “Die’… che ne dici di sposarci?” Lui mi ha guardata e con un sorriso ha risposto subito di sì. Da lì è nato tutto, senza anello, senza fiori… Avevo solo i violini che suonavano nella mia testa”.

D.: “Mi rendo conto che iil mio è stato un gesto molto coraggioso ma ne vado fiero: accettare così, di colpo, senza avere nemmeno una scusa pronta in tasca non è da tutti. Ma onore a lei che ha saputo approfittare della mia guardia abbassata, una donna così va sposata anche solo per questo. All’inizio dell’epidemia, quando la cosa sembrava circoscritta in Cina, eravamo dubbiosi solo per quanto riguardava il viaggio di nozze (saremmo dovuti andare in Giappone). Quando invece abbiamo visto che il virus si stava espandendo a macchia d’olio in tutto il mondo, arrivando anche in Italia, la possibilità di dover annullare si è concretizzata da subito, costringendoci a rimandare definitivamente tutto ad un mese e mezzo dall’evento. Abbiamo posticipato tutto ad ottobre, ma continuiamo a navigare a vista poiché ad oggi nessuno può sapere come si evolverà la situazione”.

Ilaria e Michele, San Mauro Pascoli (RN).
“Stiamo insieme dagli anni delle superiori e da allora non ci siamo mai lasciati. A giugno dell’anno scorso siamo andati a Firenze al concerto di Ed Sheeran. In autostrada abbiamo trovato molto traffico e siamo arrivati poco prima dell’inizio del concerto. Michele era molto innervosito dal ritardo e non riuscivo a capire perché. Poi l’ho capito. Prima di entrare al concerto, in un angolino del parco, c’era una tovaglia a quadri, un cestino da pic-nic, rose e palloncini. Michele si è inginocchiato, ha aperto la scatolina con l’anello e mi ha chiesto di sposarlo. Inutile descrivere l’emozione! Abbiamo iniziato subito i preparativi e abbiamo scelto come data il 30 maggio 2020. Saremmo stati più di 200; siamo capi scout e volevamo vicino tutti i nostri ragazzi. I primi di marzo, quando abbiamo iniziato a capire che per un periodo non breve non ci saremmo potuti vedere, ci siamo trasferiti nella nostra futura casa. È stato fondamentale poter vivere insieme questo periodo, soprattutto quando abbiamo iniziato a capire che il 30 maggio non ci saremmo potuti sposare. In tutto questo marasma non ci siamo mai sentiti soli, i nostri amici e parenti ci sono stati davvero vicini e non ci hanno fatto mancare il loro supporto. Avevamo due soluzioni: o farci prendere dallo sconforto e dalla tristezza o affrontare tutto con il sorriso e di petto. Abbiamo scelto la seconda. Ai nostri figli e nipoti potremo raccontare che il nostro amore ha resistito anche alla pandemia”.

Andrea, Francesca e Ginevra, Vigo di Legnago (VR)

“Ci siamo conosciuti nel 2009, ero sposata all’epoca. Dopo la mia separazione nel Luglio 2012 ci siamo rincontrati ed amati. Ci saremmo dovuti sposare il 6 Giugno 2020. Avevamo scelto quella data perché è l’anniversario di matrimonio dei miei genitori. È stato un anno ricco di emozioni, dall’organizzare cerimonia, scegliere i fiori, preparare gli inviti, le bomboniere, scegliere i vestiti. La mia piccola Ginevra emozionatissima… “Mamma, manca tanto che ci sposiamo? … Anch’io vestito, mamma, come il tuo…”.

“All’inizio il virus ci sembrava una cosa lontanissima, si parlava della Cina, non ci preoccupava. Poi è arrivato in Italia, ma ancora mancavano 3 mesi al nostro matrimonio. Eravamo ottimisti. E invece, a fine marzo tutto era bloccato. Abbiamo dovuto rivedere date, disponibilità dei fornitori, è stato un vero delirio. E la piccolina che continuava a chiedere: “Mamma, quando ci sposiamo?… Perché è cattivo il virus, mamma?”. Ho cercato di rincuorarla il più possibile, le dicevo “Ci sposiamo l’anno prossimo, amore mio, e va bene così”.

“Abbiamo passato giorni difficili, ma una cosa che non rimpiango sono questi 40 giorni passati insieme, tra di noi in famiglia. Abbiamo fatto tante belle cose insieme, che nella routine di tutti i giorni non sarebbero state possibili”.

Chiara Medici

Chiara è una fotografa freelance di Rimini. La sua formazione come fotografa inizia in Spagna, poi prosegue negli Stati Uniti frequentando diversi corsi presso l’ICP di New York e diventando assistente di camera oscura del fotografo Peter C. Cook presso l’Art Council di Princeton. Nel 2016 rientra in Italia dopo una lunga esperienza all’estero e fonda insieme ad altri artisti lo spazio RIU (Reframe Images Unconventionally) dedicato alla diffusione della fotografia contemporanea, nel quale lavora principalmente come insegnante di camera oscura. Nel 2017 fonda lo studio effe[11] fotografia con il quale si occupa in particolare di fotografia di matrimonio e più in generale di incarichi commissionati. Chiara ha esposto il suo lavoro personale in Spagna, Italia e Stati Uniti. Alcuni suoi lavori sono rappresentati dall’agenzia Millenium Images.

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