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Ma quanto è social questa Rimini

Quando sentiamo parlare di comunità digitali la maggior parte di noi riconosce – o crede di riconoscere – l’argomento tirato in ballo. Se non altro perchè tutti o quasi tutti ormai popolano quotidianamente questo universo parallelo di immagini e loghi. La “f” di Facebook, la macchina fotografica stilizzata di Instagram, sono gli esempi più classici. Capita anche di frequentare il blog dell’amico, o intrecciare i contatti usando le applicazioni di messaggistica come Whatsapp, Viber, i social network come appunto Facebook o Google Plus.

Ma ci simo mai domandati: che cos’è una community digitale?

In parole povere, è una rete virtuale capace di includere un certo numero di persone interessate ad un determinato argomento. Queste persone interagiscono su piattaforme attive online, sui social network, sui blog o sui classici siti internet, scambiandosi opinioni, condividendo idee, creando discussioni.

Molto spesso le comunità digitali nascono su base territoriale. Ed è ponendo la lente di ingrandimento su questa tipologia che possiamo comprendere come funzionano – a grandi linee – le community, a prescindere dalla loro vocazione.Sono piattaforme online in grado di radunare utenti, persone legate per qualsiasi motivo (residenti, ma anche i turisti, studenti, lavoratori…) a un determinato luogo, come una regione una città o una provincia.

L’attività online delle comunità è eterogenea: grazie all’impegno di molti gruppi costituitesi sui social network, per esempio, è possibile sfogliare raccolte che di immagini storiche provenienti anche da archivi specifici. Su altre piattaforme spesso si scatenano polemiche accese sulla vita politica di una determinata comunità cittadina.

Le community digitali territoriali costituiscono un sistema in continua espansione strutturato su più livelli. Alcune comunità sono così articolate da riuscire a includere per intero i micro e i macroterritori. A suscitare interesse è soprattutto la capacità delle piattaforme digitali di fornire un contributo fattivo alla vita cittadina o del luogo di riferimento.

Accade dunque che una semplice pagina o un gruppo aperto su Facebook o su altri supporti virtuali, non costituiscano strutture fini a se stesse, ma rappresentino esse stesse un trampolino di lancio per intervenire concretamente a beneficio dei territori.

Partiamo da un esempio anche fin troppo semplice: non pochi riminesi, nell’ormai scorsa estate sono saliti sull’altalena posizionata a riva all’altezza del bagno 24. Se non lo hanno fatto ci sono passati davanti, hanno letto gli articoli pubblicati dai media inerenti il montaggio avvenuto a inizio stagione oppure hanno visto le foto della piccola attrazione (una rievocazione storica per ricordare le tante altalene che popolavano le spiagge riminesi fino a poco meno di trent’anni fa) spesso condivise sui principali social network. Questo è un contributo fattivo realizzato grazie all’impegno di Rimini Sparita, un’associazione storico-culturale, attiva in città dal 2012. Rimini Sparita ha mosso i primi passi aprendo una semplice pagina su Facebook, accessibile a tutti, dove gli utenti avevano (e hanno ancora) la possibilità di condividere materiale fotografico di carattere storico inerente il territorio riminese. Ad oggi Rimini Sparita è anche una Onlus.

Diversa è la storia che può vantare la community online Sei di Rimini se... . Alle origini questa community si era attivata aprendo un gruppo su Facebook: ad oggi Sei di Rimini se… può contare su un portale web www.seidiriminise.it più strutturato di un semplice spazio attivo su Facebook. Il gruppo si propone di divulgare il maggior numero possibile di informazioni, turistiche, storiche, culturali, economiche e commerciali sul territorio di Rimini e della sua provincia. Si tratta di una comunità aperta a tutti i cui membri possono disporre di un’app scaricabile su smartphone, con cui poter accedere a sconti, presso le attività commerciali aderenti al progetto. Marco Eletto è il Ceo della società che gestisce Sei di Rimini se... Gli abbiamo chiesto di raccontarci come è nato il progetto e quale tipo di attività viene svolta al suo interno.

Marco Eletto , quando e in risposta a quali necessità è nato il gruppo ospitato su Facebook da cui è nata poi l’idea di costruire la vostra piattaforma?

“Tutto è nato per gioco, in un periodo in cui su Facebook si era diffusa la voglia di ricordare le radici della città e condividere le emozioni che queste memorie suscitavano (e ancora suscitano). In poco tempo infatti in tutta Italia si sono sviluppati gruppi come “Sei di Rimini se…”. Il Gruppo non nasce dunque per una vera e propria necessità, ma semplicemente per il piacere di condividere insieme vecchi ricordi ed emozioni uniche oppure ricercare informazioni, spesso introvabili, e per scoprire il territorio in cui viviamo”.

Come si è svolto il processo di costruzione della vostra “comunità”?

“Tutto è nato dal gruppo “Sei di Rimini se…”, ospitato su Facebook (e poi a ruota anche sui profili social di Instagram, G+, Twitter, Pinterest, Linkedin), che ha riscontrato molto successo, grazie anche al costante impegno e ad un regolamento chiaro e circoscritto, che è stato accettato e condiviso dalla maggior parte delle persone che frequentano la community. Ad oggi abbiamo raggiunto più di 30.000 membri, più di 12.000 membri sulla pagina Sei di Rimini se Ami Rimini e circa 100.000 membri attivi che seguono la nostra community attraverso le nostre pagine social (Instagram, G+, Twitter, Pinterest, Linkedin) con interessi diversi, ma con l’unico scopo di promuovere le attività del territorio romagnolo.
Il “processo di costruzione” è avvenuto attraverso lo studio e le esigenze che l’utente ci suggeriva, da qui nasce l’idea di creare www.seidiriminise.it, il sito ufficiale che raccoglie tutti i contenuti di ogni genere sulla Romagna e di conseguenza l’app www.seidiriminise.it/app, che ha lo scopo commerciale di consentire il risparmio concreto nelle attività del territorio convenzionate, mediante sconti e abbuoni”.

Quali sono le prospettive future di Sei di Rimini se…?

“Seguiamo il corso degli eventi cercando di rispondere alle esigenze degli stessi membri del gruppo. Saranno i loro interessi a delineare il nostro futuro, ma una cosa è certa seguiremo sempre l’idea della promozione del Territorio in tutte le sue forme per far conoscere Rimini e la Romagna al mondo attraverso gli occhi di residenti e visitatori”.

Esistono Sei di Rimini se.., Igersrimini, Rimini Sparita e tante altre realtà, per altro diverse per vocazione, Secondo voi la provincia riminese può essere definita fertile e adatta alla crescita delle comunità digitali e alla nascita di nuove piattaforme che muovendo i primi passi grazie al web possano poi essere in grado di dare un contributo fattivo e concreto al territorio e al benessere di cittadinanza e turisti?

“Non è la provincia di Rimini ad essere fertile, ma il web. Sarebbe errato credere che Rimini sia più o meno adatta allo sviluppo delle comunità digitali, rispetto ad altri luoghi.
Ogni realtà web citata ha obiettivi differenti, ognuna nata per rispondere a una tendenza web e, come tutte le tendenze, ognuna nasce per interesse della società che abita un luogo in un dato momento.
Nuove piattaforme possono offrire un contributo fattivo e concreto al territorio se ad incentivarle ci sono dei professionisti che svolgono il proprio lavoro con amore e serietà. In tal caso la Comunità certamente apprezzerà il lavoro svolto”.

Partendo da quest’ultima riflessione, introduciamo una comunità riminese inserita in un sistema ben strutturato a livello territoriale su scala internazionale. È la community degli Instagramers (www.instagramers.com) che, come si può dedurre dal nome, raccoglie gli utenti più appassionati di Instagram, un’applicazione per smartphone scaricata da 400 milioni di persone nel mondo che permette di condividere fotografie, in buona parte scattate ed editate con smartphone, ma non solo. Instagramers raccoglie utenti di tutto il mondo ed è nata nel 2011 a Madrid grazie all’iniziativa di Philippe Gonzalez, un appassionato di fotografia, tra i primi a intuire un uso di questa applicazione utile a veicolare contenuti di qualità che potessero andare oltre l’idea di una condivisione di foto fine a se stessa. Instagamers ad oggi, nata da un semplice blog, dopo soli 5 anni di attività è un associazione nonché un marchio registrato ed è in grado di vantare un’organizzazione articolata dal punto di vista geografico capace di attirare migliaia di seguaci da tutto il pianeta. Con più di 5000 follower e 4 “local manager”, la comunità è attiva anche a Rimini (http://instagramersitalia.it/iger/igersrimini-2/). Igersrimini (questo il nome che contraddistingue la comunità a livello territoriale), è nata nel 2011, nello stesso anno in cui Philippe Gonzalez ha fondato Instagramers.

“Il nostro obiettivo è far crescere sempre di più Igersrimini, rafforzando il legame con la città è con il territorio. Questo lo facciamo e continueremo a farlo organizzando eventi, anche in collaborazione con diverse realtà del territorio”, spiegano Giobbe Pellegrino e Fabiola Fenili, due dei local manager di Igersrimini. Che ci raccontano anche come l’attività degli igers passi attraverso l’organizzazione di eventi volti a fare vivere la Community al di là dello smartphone.

Le Instawalk o Instameet – camminate fotografiche – per esempio, sono appuntamenti collettivi aperti a tutti, ma spesso a numero chiuso previa iscrizione.

“Durante questi eventi si visitano dei luoghi e insieme si scattano delle foto – continuano Giobbe e Fabiola – ci si incontra quindi nella vita reale per condividere insieme una passione. Abbiamo organizzato anche corsi di fotografia e le invasioni digitali, un’iniziativa nazionale della community volta a far conoscere le bellezze del nostro Paese. Noi abbiamo contribuito scegliendo come luogo la Rocca di Verucchio con l’obiettivo di far conoscere grazie alle potenzialità di Instagram le bellezze dell’entroterra riminese”.

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Enea Conti enea.conti@delficomunicazione.it

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