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Qualità della vita, Gnassi: “Classifiche o no trend positivo, ora Governo mantenga impegni”

Nella classifica sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, la Provincia di Rimini si era piazzata al 27° posto nell’anno 2013, al 32° posto nel 2014, al 23° nel 2015, al 33° nel 2016, al 27° posto l’anno scorso,  2017, al 20° posto anno mnel 2018

Si tratta di  7 posizioni in più rispetto al 2017, + 13 in un biennio).

Nel dettaglio, per la categoria Ricchezza e Consumi, secondo il Sole 24 Ore si passa dal 74° posto del 2017 al 56° posto del 2018. Per Affari e lavoro (lo scorso anno Lavoro e Innovazione), dal 15° posto del 2017 al 28° di quest’anno.  Per Ambiente e Servizi dal 46° al 33° posto. Demografia e Società, dall’11° al 20° posto Sole 24 Ore nell’ultimo anno. Giustizia e Sicurezza,  dal 101° posto dele 2017 al 79° posto del 2018. E per Cultura e Tempo libero Rimini torna al primo posto in Italia, mentre nel 2017 era settima.

Commenta il sindaco di Rimini Andrea Gnassi:

“Il Sole 24 Ore fa entrare la provincia di Rimini tra le top 20. Molto bene ma permettermi un ma. Un ma riferito alla certezza del peso relativo di queste analisi di fine anno nell’esatta individuazione della traiettoria di un territorio. Del resto, pochi giorni fa un altro quotidiano economico non aveva affermato il contrario? Cifre e numeri, apparentemente le stesse. Agli antipodi le conclusioni e dunque pressoché inutile trarne valutazioni definitive”.

“Di queste graduatorie forse vale la pena trarne indicazioni di lavoro un po’ più a largo raggio. Ad esempio, la presenza di ben cinque province del’Emilia Romagna nei primi 20 posti della graduatoria. Oppure il trend in salita di Rimini nell’ultimo biennio, nello stesso momento in cui altre province fanno più fatica. In generale l’area riminese spicca sempre, e quest’anno ancora di più, per i servizi alle persone, non solo sotto forma dell’accoglienza turistica e dell’offerta culturale (leader nel Paese) ma anche negli indici ambientali, nel numero di imprese innovative (quinti in Italia) e in altri indicatori che poi si sintetizzano in un’alta aspettativa di vita media (quarti) e in un’ottima capacità di attrattore di nuove residenze interne, perché sul territorio riminese, al di là delle analisi, si vive bene e la persona ha ancora un valore vero. In questo direzione dobbiamo lavorare: le persone, il loro benessere, la loro sicurezza in ogni ambito”.

“Dobbiamo avere la capacità di continuare il processo di ammodernamento strutturale – la cultura come asset di sviluppo al posto della predominanza del cemento, la riconfigurazione delle città come luogo di libertà e relazioni, la convinzione che ricchezza e lavoro siano risultanze di un nuovo modo e più sostenibile di approcciarsi al tema della crescita – senza indugi o ripensamenti”.

“E in questo senso chiedendo anche allo Stato di fare lo Stato, e cioè rispettando i propri impegni con i riminesi sia sul fronte di importanti progetti di riqualificazione urbana (bando periferie) che mantenendo quanto da esso stesso sottoscritto sul fronte del passaggio di categoria della Questura e sulla soluzione alla vergogna della nuova sede in via Roma. In ogni caso i trend dimostrano come possiamo avere un ruolo primario nella parabola di tutto il Paese, modernizzando e quindi esaltando le nostre capacità, il nostro modello di sviluppo, che per avere senso e forza può fare a meno di essere invasivo”, conclude Gnassi.

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