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Qualche risposta ai gentili “Free-vax” che ci bombardano di insulti

Vostro articolo di oggi sulla campagna “novax”.

Innanzitutto sarebbe opportuno che prima di scrivere un articolo vi predeste almeno il disturbo di controllare quello che dite. La pubblicità non è affatto fuorviante ma legittima informazione visto che si tratta di dati Aifa ufficiali. Si sta solo dando visibilità a una informazione che a quelli come voi piace tenere nascosta o poco visibile. Secondariamente non siamo no vax. Si vede che non avete capito niente…noi siamo per la libertà di scelta visto che non siamo ancora sotto regime totalitario. Per fortuna c’è ancora la libertà di parola visto che la liberta di stampa in Italia quasi non esiste più. Siamo al 70. posto dopo paesi molto meno sviluppati del nostro. Non vi vergognate neanche un po’ per questo?

Firmato una mamma che lotta per la libertà…
Con pochissima stima
Eliana Nasca

E voi quando uno dice una cosa anche se è il comune non vi disturbate a controllare???sapete guardare sul sito aifa o è chiedere troppo se controllate le fonti? E magari studiate un po’ così capite la differenza tra no vax e free vax che sono cose diverse. O scusi forse ho usato parole che non rientrano nel vostro vocabolario…allora vi spiego: no VAX= non vaccino a prescindere
Free VAX= vaccino solo dopo aver ottenuto tutte le informazioni necessarie prima di un atto sanitario e dopo una anamnesi individuale sulla salute del interessato. Se vi sono dubbi sull’efficacia o sull’utilità di tale atto sanitario posso e devo avere la scelta di decidere se subire un atto sanitario o no.
Capito? Su non è difficile!
Siete deludenti

Eliana Nasca

Libera informazione

Buongiorno,
Sono una cittadina italiana e denuncio la gravita’ della Vostra mala-informazione nei confronti della comunita’. Mi riferisco all’articolo avverso al manifesto sull’autobus di Start Romagna che esprime una idea rispetto alla liberta’ di scelta vaccinale quando esiste il rischio per i nostri bambini.
Peccato, un altro esempio di scelte di parte. Non vi fa onore.

Maria Luisa Cacciaguerra

Corrotta informazione

In merito all’articolo di poche ore fa sui mezzi pubblici e la campagnia d’informazione dati Aifa sarebbe molto “innovativo” e bello distinguersi dalla Corrotta Informazione che da mesi imperterrita circola in televisione, sui social e nei giornali!
Perché riportare dati Aifa perfettamente riscontrabili su internet e nei siti Asl non è reato, non è follia e soprattutto non è fanatismo!
Siamo stufi di assistere a questo lento e ignobile degrado dell’informazione e dell opinione pubblica a proposito di questo trattamento sanitario imposto illegalmente senza fondamenta d’emergenza sanitaria!
Si riportano dati inconfutabili. PUNTO.
Magari nei centri Asl si esponesse la legge 210/92 e le indicazioni sulla farmaco e vaccino vigilanza….come la legge prevede…..ma loro possono tutto, tanto i media sono occupati a far la Corrotta Informazione.
Cordiali saluti

Alice Abbondanza

Cartelloni informativi su autobus START Romagna

È stato con enorme sdegno che ho letto (segnalatomi per caso e non perché sia solita leggere il vostro giornale) l’articolo da voi pubblicato  in relazione ai manifesti affissi oggi al retro di autobus della START Romagna in tema “vaccini” (evidenzio inoltre che il vostro giornalista non si è neppure premurato di verificare il nome dell’azienda di trasporti del riminese, scrivendo “Star” invece che “START”, ad ulteriore riprova dell’incompetenza dei vostri dipendenti, di cui avete già dato prova in numerose altre occasioni).

Quello che il vostro giornale chiama “processo di informazione e promozione culturale” portato avanti da quel che, spero ancora per poco, resta del governo italiano attualmente in carica nasconde in realtà una campagna di INSABBIAMENTO DI DATI SCIENTIFICI DELLA VERITÀ DEI FATTI unicamente volta a sostenere la logica del profitto delle aziende produttrici di vaccini mettendo a rischio la vita e la salute dei bambini italiani ed arrivando perfino a mettere a tacere, con metodi degni dei paesi più repressivi, illustri medici e scienziati che osano parlare fuori dal coro per denunciare i rischi legati alle vaccinazioni. Rischi che sono ben indicati nei foglietti illustrativi degli stessi vaccini ma che i nostri politici considerano, quando si azzardano a parlarne, perfettamente “accettabili”, senza riconoscere il minimo rispetto alle migliaia di famiglie di danneggiati da vaccino volutamente ignorati dalle vostre cronache sebbene ufficialmente inseriti nel registro dei danneggiati da vaccino.

Quella che voi definite “pubblicità no-vax” è un piccolo assaggio di vera informazione: dati ufficiali AIFA che il nostro “informato” e “informativo” governo ben si vede dal rendere noto ai genitori o dal prendere in esame in fase di promulgazione di una legge vergognosa. Dati che i genitori hanno il diritto di conoscere.

E perfettamente in linea con lo stile che vi contraddistingue, il vostro giornale pubblica compiaciuto la risposta che il Comune di Rimini non ha esitato a scagliare contro persone che non hanno fatto altro che dare spazio di espressione a una grande fetta della nostra popolazione che l’intero sistema di comunicazioni al servizio del governo sta provando, invano, da mesi a tacitare.

Proseguendo su questa rotta, non sarete mai una testata degna di essere letta, né una testata da cui la nostra città di Rimini vorrà mai essere raccontata.

Silvia Bartolini

Alle gentili lettrici che ci stanno bombardando di mail di questo tenore, desidereremmo ricordare un paio di cose.

Primo, la libertà che esse invocano, fino a prova contraria riguarda anche l’informazione. Nel caso di specie, queste reazioni a dir poco scomposte arrivano addirittura dopo la semplice pubblicazione di un comunicato stampa del Comune di Rimini, senza alcun commento. Ci viene rimproverato di non aver verificato a cosa si riferisse? Ci permettiamo di affermare di aver fatto di più: abbiamo pubblicato l’immagine di quell’annuncio, in modo che ciascuno possa formarsi la propria opinione a riguardo.

Inoltre, veniamo accusati di utilizzare i termine “No-vax” invece di quello più corretto “Free-vax”. Ne prendiamo atto. Ma la libertà comprende anche le opinioni. E la nostra, che non abbiamo mai nascosto, parte dal concetto che le etichette non valgono la sostanza. E che la sostanza consiste negli effetti che certe posizioni producono.

Le campagne condotte da chi si professa “Free-vax” hanno oggettivamente prodotto nel nostro Paese .

– e nella nostra Provincia  – una diminuzione consistente nel numero dei vaccinati. La nostra opinione – che non è solo la nostra, ma dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – è che ciò comporti rischi gravi per la salute di tutta la popolazione italiana. Tanto che per tornare sopra i livelli di sicurezza in Italia si è dovuti tornare all’obbligatorietà delle vaccinazioni per poter frequentare le scuole. La Legge Lorenzin, contro le quali i “Free-vax” si sono battuti con veemenza, è passata anche al vaglio della Corte Costituzionale, che non ha avuto nulla da eccepire.

Per noi essere contro tale obbligo equivale a rendere inefficaci le campagne di vaccinazione. Quindi darsi etichetta di “Free-vax” non esime dall’essere “No-vax” nella sostanza. E se proprio vogliamo dirla tutta, questo giocare con i nomi ci pare anche piuttosto ipocrita. Giusto? Sbagliato? E’ la nostra opinione e speriamo di poterla esprimere nella libertà di cui ancora godiamo in Italia.

Ma le più sbalorditive fra le affermazioni che abbiamo integralmente riportato, sono quelle del tipo: INSABBIAMENTO DI DATI SCIENTIFICI DELLA VERITÀ DEI FATTI ; Quella che voi definite “pubblicità no-vax” è un piccolo assaggio di vera informazione: dati ufficiali AIFA … eccetera.

Eppure non più tardi dell’11 gennaio scorso, questi dati li abbiamo forniti proprio noi (e non era nemmeno la prima volta) e fin nei minimi dettagli. Certo, non sono stati diffusi nello stesso modo scelto dagli autori di quella pubblicità: cioè estrapolando un singolo numero senza corredarlo di qualsiasi dato che lo spieghi. O affermando che si trattava di numeri segreti che qualcuno vuol nascondere, dal momento che invece sono sempre stati pubblici e liberamente disponibili a chiunque si voglia prendere la briga di consultarli.

Ma se questo è il modello di informazione che preferiscono le gentili scriventi, ci sia permesso di preferirne e praticarne un altro del tutto differente.

Stefano Cicchetti

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