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Profughi ai lavori socialmente utili, Rimini un esempio secondo il Washington Post

In un approfondito articolo sul Washington Post sul pacchetto di misure sull’immigrazione presentato dal ministro Minniti e sulla proposta di introdurre l’obbligo per i richiedenti asilo in Italia di svolgere lavori socialmente utili, si cita come esperienza apripista in Italia quella di Rimini, che ha coinvolto i profughi nelle attività dei gruppi Civivo: Luoghi come Rimini, una città sulla costa adriatica – scrive il quotidiano americano – e Fiumicino, alle porte di Roma, hanno fatto proprio questo.

Tutto è partito nel settembre 2015, quando il Vicesindaco Lisi ha proposto di inserire temporaneamente nei gruppi di volontariato alcuni profughi ospitati nelle strutture locali, dando loro l’occasione di offrire servizi alla comunità che li ospita, e favorendo un diverso approccio, più attivo ed inclusivo, all’accoglienza dei profughi. Si tratta di una delle prime esperienze di questo genere in Italia, che ha avuto un buon riscontro.

profughi civivo coccinella

Al 31 dicembre 2016 i ragazzi inseriti nel corso dei mesi nei gruppi CI.VI.VO. complessivamente sono stati  26.
Hanno collaborato prevalentemente con i gruppi operativi presso le scuole per l’esecuzione di semplici interventi di manutenzione e pulizia del cortile scolastico (Scuola San Salvatore, La Coccinella, Dante Alighieri e le Margherite). Altri sono stati coinvolti nell’organizzazione di eventi pubblici (Rassegna teatrale: Città Visibili presso il cortile Palazzo Lettimi) ed attività culturali come l’allestimento della biblioteca decentrata presso la sede del gruppo CI.VI.VO. Aule Studio Viserba.
Tutt’oggi alcuni ragazzi frequentano le “Aule Studio Viserba” partecipando agli incontri culturali organizzati dai volontari del gruppo
L’età media dei soggetti coinvolti è di 28 anni.

Tre profughi invece hanno svolto servizio civile presso il Comune di Rimini.

Questa attività coinvolge i profughi rientranti nello SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), costituito dalla rete degli enti locali impegnati nella realizzazione di progetti di accoglienza integrata. Spetta quindi alla sensibilità dei vari enti in sinergia con le realtà del terzo settore promuovere l’inserimento dei profughi nelle attività di volontariato.

volontari profughi civivo

Il 16 gennaio scorso la vicesindaco Lisi aveva spiegato: “E’ un modo di instaurare un rapporto di collaborazione naturale tra la comunità accogliente e chi è accolto, valorizzando le capacità e le diversità, perseguendo un obiettivo comune. Mi piace sottolineare in particolare il ruolo dei nostri anziani che si trovano ad insegnare ai giovani migranti mestieri e lavori, dandogli competenze che gli potranno servire in futuro e allo stesso tempo facendogli conoscere elementi della nostra cultura e della nostra identità; diventando cioè esempio reale di cosa significhi integrazione e impegno costruttivo per la comunità. E’ chiaro che nel momento in cui questo ‘esperimento’ messo in atto da Rimini dovesse diventare disposizione legislativa, l’impatto positivo sarebbe molto più elevato e sistematico”.

 

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