L’autore della violenta rapina alla gioielleria Marchini in viale Vespucci, arrestato il 26 ottobre 2017, è comparso oggi (martedì 3 aprile) davanti al giudice del Tribunale di Rimini per rispondere dei reati commessi.
L’uomo, è Francesco Bordone di 43 anni figlio di due noti professionisti di Modena. Riminese d’adozione per aver sposato una ragazza di Rimini, aveva spiegato, quando si costituì alle forze dell’ordine, la sua seconda “attività” con le “grandi difficoltà economiche, che aveva”.
Il professionista (ufficialmente faceva il grafico), che abitava in centro storico con moglie e due figli, navigava in cattive acque. Gli affari non gli andavano più bene e le entrate non bastavano a far fronte alle esigenze familiari. Da qui la scelta di saltare il fosso e trasformarsi in un rapinatore.
Durante le indagini emersero altre tre rapine fatte dal rapinatore mascherato, nel 2017, ai danni di due negozi “Compro Oro” di Rimini, il 19 ottobre in quello in via Roma e il 10 marzo in quello in Corso d’Augusto, e ai danni di una gioielleria di Domagnano, risalente al 19 maggio scorso.
Il malvivente, per questi colpi, è ricorso alla stessa tecnica messa in atto per la ruberia della nota gioielleria Marchini, dove aveva fatto irruzione con un martello: una maschera di tipo professionale a uso cinematrografico/teatrale per coprire il volto e armi inusuali. In questi casi ha usato una balestra, un grosso candelabro d’argento e uno spray urticante per minacciare i malcapitati.
Il Pubblico Ministero aveva predisposto il giudizio immediato e ieri Francesco Bordone ha chiesto di poter patteggiare una pena di quattro anni e sei mesi. La procura si è opposta, ritenendo il patteggiamento proposto troppo lieve rispetto ai reati commessi. Il Giudice deciderà nella prossima udienza di luglio.