Si era recata al centro antiviolenza per “cercare aiuto sostegno psicologico perché vittima di violenza di genere e invece, dopo avermeli prospettati, mi ha offerto dei servizi investigativi e mi ha chiesto dei soldi per pagare quei servizi.”
E’ partita da questa denuncia di una donna di 50 anni che si era rivolta ad un centro antiviolenza della zona sud di Rimini che è partita l’indagine dei carabinieri che ha portato alla perquisizione della sede dell’associazione e dell’abitazione della sua presidente, unica iscritta nel registro degli indagati.
Il pm Davide Ercolani, titolare del fascicolo, sulla base dei primi accertamenti da parte della sezione di pg dell’Arma presso la procura guidata dal luogotenente Luigi Prunella e dei carabinieri di Riccione, ipotizza il reato di truffa aggravata in relazione all’episodio contenuto nella querela.
Durante le indagini sarebbero state sentite altre dieci donne che si erano presentate all’associazione finita nel mirino e che avrebbero confermato il ‘modus operandi’ della presidente. Tutta la documentazione è al vaglio degli inquirenti. La presidente ha già dichiarato che darà le dimissioni dall’incarico