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Presentato a Rimini il rapporto ISFORT sulla mobilità: 3 italiani su 4 chiedono più trasporto pubblico

Da Rimini, un messaggio forte e chiaro arriva direttamente dai cittadini che, nelle interviste registrate nel 13° rapporto Isfort sulla mobilità, hanno dichiarato di voler utilizzare di più i mezzi pubblici e la bicicletta.

In particolare oltre 3 intervistati su 4 dichiarano di voler incrementare l’utilizzo dei mezzi pubblici, mentre quasi il 30% vorrebbe aumentare l’uso della bici. Per l’auto i valori sono quasi inversi: il 32% ne vorrebbe una diminuzione. L’84% degli intervistati, inoltre, ritiene che sia opportuno orientare verso la mobilità collettiva investimenti e politiche di sostegno; una percentuale molto più alta rispetto alle diverse forme di mobilità condivisa, ancora poco conosciute e comunque percepite come soluzioni complementari all’asse portante del trasporto pubblico.

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Questi dati emergono dal 13° rapporto sull’andamento della mobilità in Italia, presentato da Carlo Carminucci, direttore scientifico Isfort, nel corso del dibattito organizzato dalle associazioni del settore trasporto pubblico locale ASSTRA e ANAV all’IBE di Rimini.

Se da un lato gli Italiani dimostrano di avere le idee molto chiare sulla mobilità e i trasporti, lo stato dell’arte dipinto dal Rapporto 2015 mostra consumi effettivi di mobilità che non rispecchiano i desideri degli italiani.

Il 2015 segna infatti una battuta d’arresto della mobilità, soprattutto quella sostenibile (mobilità collettiva, bici, andare a piedi). Calano tutti gli spostamenti (-4,1% rispetto al 2014) e aumentano le distanze percorse (+9,2%); un effetto da imputare alla crescente migrazione della popolazione delle grandi aree urbane verso le periferie.

I mezzi di trasporto utilizzati: battuta d’arresto per la mobilità sostenibile

Quanto alla ripartizione modale, nel 2015 gli spostamenti non motorizzati (a piedi o in bicicletta) scendono al 18% del totale (19,1% nel 2014); tra gli spostamenti motorizzati i mezzi di trasporto pubblico nel loro insieme perdono quasi 3 punti di share modale, passando dal 14,6% nel 2014, all’11,7% nel 2015.

Da qui la richiesta forte e chiara che arriva da Rimini alla politica in generale e al Governo: implementare finalmente un nuovo e moderno Piano nazionale dei trasporti che faccia evolvere l’offerta di mobilità collettiva da diritto minimo a volano per la crescita economica e lo sviluppo sociale del Paese.

Quello che pensano gli italiani in tema di mobilità è una lezione di maturità civile e buon senso – ha affermato Massimo Roncucci, presidente di Asstra – . Proprio quello che servirebbe al nostro settore per avere  un quadro di riferimento, con regole chiare e risorse adeguate, che rispecchi la scelta politica di puntare sul trasporto pubblico come fattore strategico di crescita del Paese e non come fattore di costo. Le aziende del trasporto pubblico sono pronte a  fare la loro parte con regole certe e chiare improntate all’avvio di un processo concorrenziale mettendo al centro il cittadino/cliente”.

Per Giuseppe Vinella, presidente di Anav, “la politica dei tagli lineari al TPL non ha funzionato. L’efficientamento del settore si consegue solo attraverso l’implementazione dei costi standard ed il riconoscimento degli investimenti nella qualità dei servizi all’interno dei corrispettivi. Si apre ora la stagione della competizione nel TPL – ha concluso Vinella – e le aziende private saranno in grado di fornire il loro contributo, anche in termini di miglioramento della qualità del servizio. Ma tutto ciò non deve portare alla creazione di posizioni monopolistiche nel settore”.

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