Con l’odierna sottoscrizione del “Protocollo d’intesa per la prevenzione ed il contrasto dei fenomeni dell’usura e dell’estorsione nella provincia di Rimini” non solo è stata immessa nuova linfa all’accordo risalente al gennaio 2014 ma, in considerazione dei mutati scenari e dei contesti molto più raffinati in cui tali fenomeni possono annidarsi, sono state previste più stringenti modalità di intervento.
Come è noto, vittime del racket (o del cd. “pizzo”) sono gli operatori economici (negozio, cantiere, fabbrica, etc.) nei confronti dei quali l’estorsore applica spesso una strategia di minaccia e intimidazione, manifestandosi successivamente per offrire protezione in cambio di somme di denaro.
Intimidazione che, però, negli ultimi anni avviene sempre con maggiore frequenza in forma molto più insidiosa, concretizzandosi nell’attuazione di un clima che comporta un progressivo allontanamento della clientela dall’impresa destinataria delle “attenzioni” criminose ed il conseguente crollo della sua capacità reddituale.
E ancora più subdolo può rivelarsi il fenomeno dell’usura che fa leva sullo sfruttamento del bisogno di denaro per procacciarsi un forte guadagno illecito. Da un lato la necessità e dall’altro un’offerta che può apparire come una immediata possibile soluzione per chi si trova in difficoltà, con la concessione di un prestito a un tasso superiore al cosiddetto “tasso soglia”.
Rispetto al racket, dunque, il fenomeno non riguarda solo un operatore economico, ma colpisce anche famiglie e fasce deboli a basso reddito che sono più esposte alla trappola dello “strozzino” in quanto non hanno facile accesso agli ordinari strumenti di credito legali.
Ed è anche su tali versanti, che l’Accordo stipulato oggi ha la finalità di rendere più proficuo il rapporto fra Banche, Associazioni Imprenditoriali e di Categoria, nonché i Confidi, le Fondazioni e le Associazioni Antiusura e Antiracket destinatari, in diversa misura, dei fondi speciali antiusura, di cui alla Legge 108/96, nella prospettiva di una sempre più efficace opera di prevenzione dei fenomeni criminali dell’usura e dell’estorsione, senza alcuna distinzione fra i beneficiari, ossia anche a favore delle famiglie e di altri soggetti non esercenti un’attività economica in proprio.
“Esigenza sempre più avvertita”, ha riferito il Prefetto nel presentare il Protocollo, “in questa fase di particolare criticità non solo per gli assetti economico-finanziari legati al mondo produttivo e imprenditoriale, ma anche per tantissime persone venutesi a trovare in gravi difficoltà persino sul piano del sostentamento familiare”.
Presso la Prefettura viene anche attivato un Osservatorio provinciale che apporterà specifici contributi valutativi, ad integrazione di quelli del Nucleo di Valutazione e del Minipool antiracket ed antiusura, organizzando, ogni qual volta se ne ravvisi la necessità, iniziative comuni.
Osservatorio che avrà quali componenti di diritto i soggetti sottoscrittori del Protocollo (Banca d’Italia, Camera di Commercio, A.B.I., Banche del territorio, Associazioni di categoria e Cofidi) ai quali si uniranno, oltre alle FF.OO., altre componenti pubbliche o private impegnate in politiche di prevenzione dell’estorsione e dell’usura