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Zanzini: il potere di acquisto degli italiani non cresce

Giammaria Zanzini, vicepresidente Federmoda Emilia Romagna e membro direttivo Confcommercio Rimini, ha emesso un comunicato in cui fa il punto della situazione dell’andamento delle vendite, ormai a chiusura del periodo dei saldi.

I saldi invernali sono praticamente finiti, chiudono nella giornata di domani.

Confcommercio Emilia Romagna e Centro studi Iscom Group hanno realizzato un’indagine su un target rappresentativo degli esercizi commerciali della nostra regione, che conferma la scarsa possibilità e propensione alla spesa dei consumatori. 

L’indagine è stata realizzata, in prevalenza, su punti vendita di beni per la persona e, in particolare, abbigliamento e calzature.

A Fronte di una sostanziale stabilità delle quantità di merce venduta, poco o nulla incrementata da saldi, offerte o super occasioni, c’è una nuova diminuzione, per fortuna leggera, della spesa media delle persone. Un valore in costante calo nell’ultimo triennio: nel 2015 era di 93 euro, nel 2016 risultava di 92,5 euro e nel 2017 è di 90 euro. Il settore abbigliamento non è particolarmente penalizzato, la spesa media rimane attorno ai 92 euro. Se invece si guarda il settore delle calzature, si può parlare di un vero e proprio crollo, fino ai 77 euro. Nella nostra regione, Rimini riflette in pieno questa realtà. Ogni famiglia ha speso durante i saldi non più di 197 euro. Insomma sconti e offerte, così come le deroghe alla legge sul periodo in cui è possibile operare i saldi, sono serviti a ben poco, quasi nulla.

Il problema evidentemente è il potere di acquisto degli italiani che non cresce. Canoni d’affitto in lievitazione, altissime tasse e aumento dei costi gestione che ogni commerciante deve sopportare. Problemi che non si risolvono abbassando i prezzi e riducendo la marginalità. Per rilanciare il commercio e ripopolare il territorio di attività (molte ormai chiuse o in via di chiusura), è necessario intervenire con altre misure. Efficaci e concreti interventi di agevolazione fiscale e un nuovo patto tra le associazioni di proprietari immobiliari e commercianti, per rendere gli affitti sostenibili e accessibili. Sulle agevolazioni fiscali le scelte non riguardano solo il Governo centrale ma che possono essere declinate anche a livello territoriale. 

Possibile che chi con un negozio investe in qualità dell’offerta, crea lavoro, non possa pagare qualcosa in meno delle decine di tributi a cui siamo sottoposti? Elenco a memoria i principali: TASI, TARI, ICP, TOSAP. Il tutto condito dagli obblighi di adempimento fiscale, che, alla faccia della semplificazione, sono saliti a 72 in un anno. Un peso insostenibile che blocca qualsiasi ripresa. I saldi e le offerte, la corsa al ribasso, non sono la ricetta che rilancia il commercio o fa crescere i consumi. È così ormai da diversi anni. Bisogna trovare nuove risposte al problema”.

Giammaria Zanzini

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