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Pole Dance, madre e figlia di Riccione brillano nella nuova danza acrobatica

Attenzione, questa è Pole Dance, non Lap Dance. È vero, tutto ha origine dagli spettacoli dei night club, ma è poi la Pole è sbarcata nelle palestre di tutto il mondo come una vera e propria disciplina di danza acrobatica. Differenze? La Lap Dance (da ‘lap‘, in inglese “grembo”) è una danza esplicitamente erotica che comprende anche il contatto fisico fra ballerina e spettatore. Invece nella Pole Dance non avviene nessuno contatto e le evoluzioni sono solo prove di bravura ginnica, dove la seduzione non è la finalità esclusiva. E comunque, indubbiamente per imparare le 140 figure della Pole Dance servono impegno, dedizione e la giusta preparazione fisica.

In Italia, ci sono diverse palestre che insegnano questa danza e una si trova anche nella riviera romagnola, a Riccione. Si tratta dell ‘Acropole gym studio della 47enne riccionese Mirella De Donato. Oltre a far conoscere i segreti di questa danza alle tante allieve, di tutte le età, che si sono volute avvicinare a questa particolare disciplina, la De Donato sta allenando anche la sua giovane figlia 17enne Giulia Tasini che, al debutto, ha agguantato il primo posto all’Italian Pole Dance Contest di Modena, nella categoria under 18. La mamma-insegnate e la figlia-allieva (con un passato da tuffatrice), spiegano come si sono fatte contagiare da questa passione.

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Mirella, che cos’è la Pole Dance? Che differenza c’è tra Lap dance?

«La Pole Dance è una disciplina che unisce la ginnastica, l’acrobatica e la danza. Come attrezzo si utilizza una pertica attorno alla quale ci si arrampica, combinando figure acrobatiche e passi di danza. Sono necessari un buon controllo del corpo, forza coordinazione e flessibilità; doti, queste, che si acquisiscono col tempo, gradualmente e allenandosi con costanza. L’unica cosa in comune con la Lap ance è la pertica che viene utilizzata, con la quale le ragazze non fanno alcun tipo di acrobazie, ma solo movimenti erotici».

Quando si è avvicinata a questa disciplina? Prima di diventare insegnante l’ha anche praticata?

«Ho iniziato a praticare la Pole Dance un paio di anni fa, in diverse scuole anche distanti da qui. Poi, la decisione di aprire una scuola dedicata mi ha portato a studiare a Roma presso la Polexgym di Tamantini e certificarmi come insegnante. Il mio obiettivo è fare conoscere questa meravigliosa disciplina che mi ha cambiato a livello fisico e mentale. Cambiamento fisico, perché grazie all’allenamento a carico naturale si tonifica tutto il corpo e mentale. E mentale, perché ogni volta che si riesce ad eseguire una figura nuova o completare una combinazione di più figure, superando i propri limiti, la soddisfazione è enorme e l’autostima cresce».

In Italia ci sono molte palestre come la sua che insegnano questa pratica? E dalle nostre parti?

«In Italia ci sono diverse scuole dedicate unicamente alla Pole Dance, soprattutto a Roma, Milano, Modena e Bologna. Dalle nostre parti non ce ne sono molte, che mi risulti a Riccione c’è solo la nostra scuola: l’Acropole gym studio».

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Giulia, tu invece quando hai deciso di praticare la Pole Dance?

«Circa un anno e mezzo fa, mia mamma ha comprato un palo da mettere in casa per allenarsi. Quando lo ha montato mi ha fatto vedere alcune figure, io mi divertivo a copiarla, in un solo pomeriggio imparai tutti gli elementi che lei aveva studiato in diverso tempo: da li capii che era lo sport che faceva per me, volteggiavo e mi divertivo tanto. Poi iniziai a provare elementi e trick sempre più complessi, che riuscivo ad imparare con una certa facilità».

Quando hai iniziato questa danza acrobatica, avresti mai pensato di vincere al tuo debutto in una competizione? Che emozione hai provato salire sul gradino più alto del podio?

«Certamente non me lo aspettavo, non conoscevo il livello delle altre atlete. Quando le ho viste gareggiare mi sono un po’ spaventata, alcune facevano trick piuttosto difficili e altre avevano qualità che io ancora non ho e sulle quali devo ancora lavorare. Quando ci hanno chiamate sul palco, l’ansia ha cominciato a farsi sentire, e quando hanno chiamato la seconda quasi me lo sentivo nel cuore: quello poteva essere il mio momento; e cosi è stato. Guardavo quella coppa e mi dicevo:”hai vinto!!!”non ci credevo. E’ stata un’esperienza davvero emozionante e ricca di tensione e felicità».

Hai altri obiettivi che vorresti raggiungere in questa disciplina?

«L’8 Il 13 Maggio parteciperò ai campionati Italiani, con la possibilità, se mi qualificherò tra le prime due, di arrivare ai mondiali, poi si vedrà, non ci ho ancora pensato».

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Per lei, invece, da mamma e allenatrice, che esperienza è stata veder vincere sua figlia?

«La vittoria di mia figlia è stata una grande emozione, perché non conoscevo il livello delle altre atlete, ma sapevo che aveva un talento speciale e lo ha dimostrato, vincendo la sua prima gara. Io le ho insegnato le basi, ma grazie alla sua giovane età e il suo trascorso da tuffatrice, è riuscita in poco tempo ad acquisire tecniche complesse, per le quali solitamente ci vogliono diversi anni, ci siamo allenate ed aiutate a vicenda ognuna nel proprio percorso».

Quali caratteristiche deve avere una donna per praticare la Pole Dance?

«Non occorre avere doti particolari, la possono praticare tutti dai bambini agli adulti. Io ho allieve che vanno dai 9 anni ai 50 e oltre, basta essere in buona salute ed avere voglia di mettersi in gioco, la forza si sviluppa gradualmente, cosi come il livello tecnico sempre più complesso».

Mirella, perché questa disciplina sportiva sta avendo cosi successo?

«Ci sono diversi programmi televisivi che hanno iniziato a fare vedere cosa si riesce a fare,è una disciplina che ti cattura, quando inizi a volteggiare la sensazione è quella di volare, anche quando assisti ad un esibizione, subito sale la voglia di provare».

Perché una donna dovrebbe praticare la Pole Dance?

«Già dalla prima lezione è tutto chiaro, è una modo di allenarsi e tenersi in forma molto divertente. Si bruciano molte calorie e si rinforzano tutti muscoli, si aumenta la flessibilità, come dicevo prima, e anche a livello psicologico si trova giovamento, con un forte aumento dell’autostima. E’ un lavoro progressivo, si inizia dalle basi che serviranno per riuscire ad eseguire figure sempre più difficili ma non impossibili. Ci si allena in gruppo, si fanno amicizie e ci si aiuta l’una con l’altra».

Nicola Luccarelli

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