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Piscina a Viserba, Zoccarato (Lega): “I cittadini contrari ora hanno un comitato”

Si è costituito spontaneamente, nel giro di poche settimane, un Comitato di viserbesi contro la realizzazione della nuova piscina comunale al  Parco Don Tonino Bello. A darne notizia è  il consigliere comunale della Lega, Matteo Zoccarato, più volte intervenuto sulla vicenda della piscina.

“In questi giorni” – spiega Zoccarato – “ho preso contatto con il Comitato per comprenderne la genesi e le ragioni della polemica. Ho ascoltato con attenzione le ragionevoli preoccupazioni di queste persone (le stesse che noi manifestiamo da settimane), che in pochi giorni si sono mobilitate raccogliendo centinaia di firme a sostegno della loro protesta. Mi hanno rappresentato le molteplici alternative presenti in zona già nella disponibilità del Comune (in prossimità di Via Lega o nei pressi di Via Turchetta), riconvertitili attraverso l’adozione di una semplice variante. Idee che si vanno a sommare a quelle già avanzate in Commissione controllo e garanzia sia dal sottoscritto (ex Camping Carloni) che dal resto della minoranza (Rivabella, ecc.).”

 “Non mancano, in linea d’aria, una miriade di terreni, pubblici o privati, maggiormente funzionali alla realizzazione di un impianto natatorio e molto meno impattanti dal punto di vista del traffico e della residenzialità. Basterebbe investire risorse adeguate e una progettazione più accurata per un intervento che, una volta concluso, cambierà per sempre la connotazione infrastrutturale e sportiva della nostra città. Anche la scusa della riqualificazione del parco lascia il tempo che trova” – aggiunge Zoccarato – “non è certo con una colata di cemento che si ridà lustro ad un’area verde.” “Ma tutte queste valutazioni l’Amministrazione non le ha nemmeno prese in considerazione, perché è chiaro a tutti che la zona battezzata dal Sindaco Gnassi ha il solo scopo di chiudere la partita prima delle elezioni, senza coinvolgere il Consiglio Comunale e i residenti che, ancora oggi, sono in attesa di essere ricevuti in Comune dagli organi competenti. Come se non ne fossero degni o, peggio ancora, indispensabili”.

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