Quando Orlando
raggiunse il fiumicello e la radura
e il bel boschetto bello
di verde e di animali e vide
i graffi d’amore sulle scorze
e immaginò di Angelica accaldata
le scompigliate frange
ai baci e alle carezze di Medoro
un fendente di furia gli montò
dal ventre fino dentro la ragione
gli esplosero le costole dell’anima
e il senno gli sfuggì
con la rapidità di un battimani.
Ci volle il buon Astolfo
saltasiepi britannico
e astronauta del millecinquecento
per bene seguitare le sue corse:
salì dentro i crateri e per le falde
dei monti della luna
e dire che saliva tanto in alto
voleva dire anche
dei viaggi che anche noi potremmo fare:
più spesso dei bambini quando fanno
gli esploratori nei giardini
o gli ammiragli
delle pozzanghere
Pierluigi Cappello (Gemona, 1967 – Cassacco, 2017)