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I piccoli Alfieri della Repubblica di Riccione

Una scuola di Riccione sarà premiata, il 13 marzo, dal Presidente  Sergio Mattarella con il titolo di “Alfiere della Repubblica”.E’ la primaria “Annyka Brandi”, che riceverà questo prestigioso riconoscimento perché una classe, grazie all’aiuto della maestra Elena Cecchini, ha ideato un progetto di intervento per aiutare un loro compagno che soffre di attacchi epilettici.

Maestra Cecchini, da quanto insegna in questa scuola?

«Lavoro in questa scuola dal 2009, dopo essere stata in servizio in altre scuole statali a partire dal 2001. Prima ancora, per una decina d’anni circa, ho avuto la gioia di insegnare al CEIS, l’Asilo Svizzero di Rimini, che, insieme alla grande esperienza del caro zio maestro Adriano Cecchini, alla vicinanza di Simona, la mia adorata cugina con sindrome di Down, mi ha dato la spinta e l’entusiasmo per formarmi sul campo e cercare giorno dopo giorno le strategie educative e didattiche necessarie per ciascun bambino».

Quanti studenti ci sono in questa scuola?

«Ci sono più o meno 360 bambini e 35 insegnanti circa, ma tutto l’Istituto comprensivo n°1 ha 1350 alunni. Il progetto Incarichi di Emergenza è nato a gennaio del 2018, durante l’attività quotidiana, in uno di quei momenti straordinariamente normali, dove da semplici domande dei bambini, tu, comune maestra, ti rendi conto che devi fare quel passo in più».

Come è nata questa lezione speciale?

«Un compagno rimaneva assente periodicamente, gli inviavamo videomessaggi, saluti, incoraggiamenti, canzoni. Ma i bambini volevano sapere di più, i bambini sanno tutto dentro di loro, non potevo continuare a tergiversare. In seguito a un ulteriore corso di aggiornamento sulle modalità di somministrazione dei farmaci, sono cominciate a “frullarmi” in testa le prime idee: come raccontare l’epilessia al gruppo classe, ma soprattutto come coinvolgerli. Era necessario dire la verità, non un racconto mistificato o edulcorato: un insegnante deve avere il coraggio e l’umiltà di mettersi in discussione e in gioco, seguendo le esigenze del gruppo classe. E in quel momento bisognava agire, non si poteva far finta di nulla».

E poi che è successo?

«Un martedì mattina tutti a sedere in “cerchio” (Circle Time ndr): Maestra ma manca ancora N.? Che cos’ha ancora? La mia mamma mi ha detto che N. ha le convulsioni, che a lui si ribaltano gli occhi e si irrigidisce. Li ho lasciati parlare, ognuno cercava di capire e intanto, come solo i bambini magicamente sanno fare, cercavano di trovare cure e interventi. È bastato dare il “la” che, giorno dopo giorno, sono nate le loro idee e le loro preziose spiegazioni, concretizzate negli “Incarichi di Emergenza”».

Come si è sviluppato il progetto?

«Si è avviato in una settimana e sviluppato in due: circa tre ore in Circle Time il primo giorno con diverse tecniche di intervento, modalità di presentare idee e proposte, dall’iniziale Brainstorming, a bigliettini dentro un cestino riguardanti dubbi, idee, all’individuazione di ruoli, compiti, prove in azione; due ore il secondo giorno e un’ora e mezza nei giorni successivi. L’interesse e il coinvolgimento attivo hanno portato i bambini a comprendere che gli Incarichi di Emergenza erano utili per tutti: per il compagno con il sangue al naso, per l’amico che inciampa, per la maestra che non si sente bene. Dopo le prime idee, prove di Intervento, sviluppo del progetto, dal martedì al sabato, nella settimana successiva, la riflessione si è allargata sul significato di vivere in una comunità: la vera cittadinanza attiva, non i paroloni di pedagogia astratta e i megaprogetti. È nella relazione d’aiuto che si è eroi, ed è la classe ad esserlo, perché è nel gruppo che lo si diventa assumendosi responsabilità sociali».

È stato proposto anche ad altre classi?

«È stato condiviso e appoggiato dalle altre colleghe di classe. Alcuni insegnanti della scuola, dopo averlo conosciuto dalla stampa, sono stati interessati a conoscere il percorso. In questo nuovo anno scolastico abbiamo proseguito il Progetto Incarichi di Emergenza, utilizzando come filo conduttore-sfondo integratore: “Gli Eroi”. Che cosa significa essere Eroi? Attraverso letture dei “Grandissimi” della Storia, grazie soprattutto all’esperienza a Firenze, dove abbiamo ricevuto con grande onore uno “Scudo di Bronzo” dall’Istituto Scudi di San Martino, i bambini si sono interrogati sul vero e profondo significato di essere eroi nella quotidianità.
A settembre questo progetto è stato illustrato e proposto a tutto il plesso “A. Brandi”, che poi lo ha sviluppato secondo la libertà di insegnamento e in base alle esigenze dei gruppi classe».

Qual è l’obiettivo di questo progetto?

«L’obiettivo che da semplice maestra mi sono prefissa è condurre i bambini a comprendere che “Eroe” è colui che possiede dei limiti, non è una divinità, ma è un uomo che riconosce i propri limiti e ricerca le proprie potenzialità, i poteri, perché tutti ne abbiamo. Ognuno di noi può essere un eroe. Ognuno di noi ha dei poteri, ma usati per se stessi non producono alcune effetto, mentre se li mettiamo insieme, uniti divengono dei super poteri e possono realmente cambiare in meglio».

Avreste mai pensato di ricevere il titolo di Alfieri della Repubblica?

«No, e ci riempie di orgoglio. I nostri piccoli grandi alunni non sono stati premiati per una prestazione legata ad un risultato , a un voto numerico, a un rendimento scolastico, sono stati considerati, valorizzati, riconosciuti per aver messo in pratica il più grande scopo della vita, ossia la capacità di rapportarsi ciascuno con le proprie peculiarità, di essere un gruppo che insieme scopre, cammina e cresce.
Ciò che da insegnante desidero, è che quanto appreso insieme, possa accompagnarli in tutta la loro vita e, pur non avendo scoperto nulla di innovativo, sono felice che siano i bambini stessi ad essere stati d’esempio e d’aiuto. Sono una semplice maestra, che lavora in silenzio nella propria classe, con grande amore e passione, come tante altre maestre in Italia».

Il 13 marzo, chi andrà a ritirare l’onorificenza?

«Per ora la segreteria del Cerimoniale del Quirinale ci ha comunicato che lo ritireremo io e la Dirigente L. Gagliano, anche se io spero tanto di poter portare con me tutti i bambini».

Nicola Luccarelli

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