Piadyno è il dinosauro romagnolo con la pinna che spiega ai bambini come va il mondo. Di Piadyno ne esistono tante versioni: da quella in ossa e pelliccia a quella in fumetto e cartoon. Insomma, questo “dinosqualo” blu è diventato una vera star per i più piccoli. Ma forse non tutti sanno che a crearlo, meno di un anno fa, sono stati il romano di origine, ma riminese di adozione, Fabrizio Bove e sua moglie Sara, che hanno due figli: Mattia (8 anni) e Nina (2). Andiamo a conoscere la storia di questo dinosauro così particolare.
Fabrizio, perché avete voluto creare Piadyno?
«È nato dalla fantasia di mia moglie e dalla mia, per soddisfare la curiosità di nostro figlio Mattia, che all’epoca aveva quattro anni, e iniziava a porci domande sulle diversità. Pensammo che la strada più giusta fosse quella di usare un linguaggio a lui congeniale, ovvero una favola e quello che era la sua passione, i dinosauri e così nasce la favola su questo dinosauro».
Quindi parte tutto da una favola che raccontavate a vostro figlio?
«Sì, esatto. La storia narra che un giorno, in un’isola lontana, una femmina di dinosauro s’innamorò di un bellissimo squalo bianco. Lei non era un dinosauro qualunque, bensì era la figlia del Re dei Dinosauri. Pensate l’imbarazzo del padre, quando seppe della storia e che di lì a poco si sarebbe schiuso un uovo che conteneva suo nipote, si, ma come sarebbe stato: un mezzo dinosauro e mezzo squalo? Il Re a quel punto convocò il consiglio supremo dei saggi dell’isola e insieme presero la decisione: l’uovo doveva essere cacciato dall’isola al più presto. Nonostante le lacrime della figlia, l’uovo fu messo in una cesta e abbandonato alle onde del mare. Papà squalo però, di nascosto, raggiunse la cesta e iniziò a spingerla vero un luogo lontano di cui aveva sentito parlare e che tutti definivano magico. Spinse l’uovo per giorni e giorni e quando fu sicuro di essere arrivato a destinazione, diede un bacio al guscio e lo lasciò dolcemente sulla riva di una lunga spiaggia. Al mattino seguente un bambino, che era a passeggio con il papà lungo la spiaggia, vide il grosso uovo e curioso come tutti i bambini, si avvicinò festoso trascinando con sé l’incredulo babbo. Piano piano, l’uovo si schiuse e con grande meraviglia dei due, né uscì un cucciolo di dinosauro, interamente ricoperto di soffici peli blu e con una piccola pinna di squalo sulla schiena. Quindi il tutto nasce in famiglia, da una nostra idea».
E il nome Piadyno da dove viene?
«Il bimbo e il babbo portano il piccolo dinosauro blu a casa e i due, bambino e dinosauro, iniziano a crescere insieme facendo esperienze. Presto si scopre che il cibo preferito dal piccolo dinosauro è la rinomata “pièda” riminese, di qui il nome Piadyno!».
Poi lo avete lasciato libero di girare nel mondo?
«Ci siamo resi conto quasi subito, mia moglie ed io, che la storia funzionava e Mattia apprendeva giocando messaggi anche di una certa importanza e valore. Da questo ci siamo detti: “Quanti avranno il nostro stesso problema? Quanto potrebbe essere utile se lo potessimo mettere a disposizione di tutti?”. Piadyno non è una mascotte ma un personaggio ambasciatore di buone pratiche e pensieri positivi. Si propone al pubblico dei bambini, attraverso diverse forme di spettacolo interattivo, in cui i bambini spettatori sono partecipi, non subiscono passivamente lo spettacolo stesso, ma lo costruiscono assieme a lui, vivendo un’emozione e un’esperienza unica, positiva e formativa. Poi, a differenza delle mascotte, che sono legate o a parchi divertimento o ad eventi sportivi, lui è libero. In sostanza nasce per crescere e imparare con l’aiuto dei bambini, è dolce e gentile ma come un bambino piccolo ha tutto da imparare».
Dove si esibisce?
«Non si esibisce, non fa spettacoli, nel senso più stretto del termine, ma partecipa a eventi e incontri, per portare come detto dei messaggi educativi e positivi ai più piccoli. Naturalmente questo è fatto sempre in collaborazione con esperti dei temi che si vanno a trattare. Piadyno, in collaborazione con l’Associazione Girandola Onlus, dallo scorso novembre, è presente 2 volte a settimana all’Ospedale Infermi di Rimini, dove nel reparto di Chirurgia Pediatrica, gioca e coccola i bambini rendendo meno stressanti i momenti che passano all’interno, poi il venerdì accompagna i bambini fino alla sala operatoria. Per noi questa è una grandissima emozione e soddisfazione. Stiamo lavorando per realizzare degli incontri in collaborazione con i giovani della Croce Rossa Comitato di Rimini, sempre dedicati ai bambini. Stiamo registrando delle puntate video che riguardano delle favole,che affrontano temi particolari quali la morte, le paure, l’alimentazione, la separazione. Le favole in questione sono scritte da Elisabetta Mauti, autrice di fiabe per bambini e persona splendida, che ha preso a cuore il progetto di Piadyno».
Oltre a questo portate anche avanti azioni di comunicazione e promozione?
«Sì, stando sempre attenti a non scadere nella “commercialità”. La scorsa estate ha girato sulle spiagge di Rimini, dove veniva raccontata la sua storia e insegnato il suo ballo. C’è una canzone di Piadyno, che è stata trasmessa anche dalla Publiphono, grazie a Gilberto Gattei. Da settembre, collaboriamo con il Rimini Calcio, con un progetto che vuole promuovere il valore dello sport nei piccoli. Piadyno sta comunque provando tutti gli sport, come fanno i bambini piccoli senza sceglierne nessuno, ma facendo capire attraverso in suoi interventi pubblici, che ogni sport ha la sua bellezza e le sue regole. Nell’ambito del progetto legato allo sport, stiamo registrando una trasmissione di 11 puntate, che parlerà sia di sport che di alimentazione. Insomma, Piadyno è un progetto, importante, profondo e complesso in continuo divenire, che si sviluppa spesso come “work in progress”».
Si muove sono a Rimini o anche fuori?
«Per ora Piadyno fisicamente gira dove è nato, a Rimini e dintorni, ma oggi con i social network i confini diventano labili, tant’è che tante mamme ci stanno chiedendo quando Piadyno sarà anche da loro, dalla Sicilia al Trentino e diverse di loro ci hanno scritto che la prossima estate verranno a Rimini, perché i loro figli vogliono incontrare il nostro piccolo dinosauro blu».
Siete contenti di quello che Piadyno ha fatto fino ad oggi?
«Siamo molto felici di quello che ha fatto finora e non ce lo aspettavamo, anche se ci abbiamo creduto da subito e continuiamo a farlo. Giorno dopo giorno cresce l’interesse delle persone che lo seguono e si affezionano, che lo riconoscono, ne parlano, i bambini gli vogliono bene, c’è curiosità, affetto e voglia di seguirlo. Sicuramente è un progetto innovativo ed educativo, che ci riempie di soddisfazione. Abbiamo 10000 persone che seguono la pagina Facebook di Piadyno, che naturalmente non è rivolta ai bambini ma ai loro genitori, nonni, zii, dove attraverso i post cerchiamo sempre, oltre alla parte ludica, di lasciare un messaggio che faccia emozionare o quantomeno riflettere».
Per ulteriori info: Pagina Facebook Piadyno
Nicola Luccarelli